Casinò, sentenza Corte dei Conti: la Regione Valle d’Aosta ricorre alla Corte costituzionale
E' passata con 22 voti a favore la risoluzione presentata in aula; si astiene dal dibattito la Lega Vallée d'Aoste
Passa con 22 voti a favore – maggioranza al netto delle consigliere Minelli e Guichardaz e i 3 di Pour l’autonomie – la risoluzione che impegna la Giunta regionale a deliberare apposito ricorso alla Corte Costituzionale in merito al conflitto di attribuzione generato dalla pronunzia assunta con la sentenza di appello della Corte dei Conti (la condanna di 18 consiglieri a risarcire per i finanziamenti al Casinò ndr).
I 2 no
La conigliera di Pcp Chiara Minelli, annunciando il no, ha argomentato: «Credo che ci siano elementi di contraddizione tra l’enfasi e l’imbarazzo che si respira nella convocazione di questo Consiglio straordinario. Io ritengo che questo non sia un buon metodo di confronto. Non ci sono dubbi che gli amministratori corrano dei rischi. Ci sono elementi di riflessione per tutte le amministrazioni. Si tratta di trovare un punto di equilibrio tra le decisioni di queste e gli ordini di controllo. E’ così in tutt’Italia. E’ legittimo porsi delle domande. Lo strumento più adeguato non è un Consiglio straordinario, è riduttivo. Le vicende umane sono importanti ma non è automaticamente un attacco all’autonomia. La discussione odierna non ha nulla a che vedere con il posizionamento in maggioranza. Bisogna distinguere nettamente il piano della discussione sulla maggioranza regionale e sulla verifica, che insistiamo a chiedere, e il dibattito di oggi. Non mi sento di condividere il testo della risoluzione. C’è una critica verso la Corte dei Conti. C’è il rischio di andare incontro a un conflitto istituzionale. Una prova di forza difficilmente porta a qualcosa di buono».
La capogruppo di Pcp Erika Guichardaz lamenta «di non avere potuto approfondire i documenti presentati in aula. Non condividiamo le premesse. Ci sono altri modi e altri metodi. Chiediamo un percorso parallelo in Commissione».
I sì
Per il presidente della Regione Erik Lavevaz «è una vicenda sicuramente complessa, articolata e dolorosa per le 18 persone coinvolte. Oggi non è mettere la rete di protezione a queste 18 persone. La sentenza è un macigno che spero possa avere ancora forme di chiarimento. Non siamo qui a parlare del caso specifico. Se non fosse stato il casinò i valdostani avrebbero manifestato maggiore solidarietà. Non è questione di oggi ma assai più generale. A parità di contenuti di due atti diversi (legge o delibera di giunta ndr) – entrambi con l’obiettivo di salvare o meno un’azienda – ci si chiede se un Consiglio debba rispondere in prima persona. Tutto gira attorno alla natura di un atto. E’ un cavillo (legge o delibera di giunta ndr) che rischia di rovinare persone. La sentenza rende più difficile un’amministrazione più fluida e reattiva. Serve il giudizio di un arbitro: quello della Corte costituzionale che deve esprimersi e fare chiarezza. Per questo ci rivolgiamo anche alle altre Regioni. E’ un passaggio che farà giurisprudenza.
Centralismo
Parla di «rinnovato centralismo che riguarda tutte le Regioni. Centralismo che è mal digerito, soprattutto dalle Regioni a Statuto speciale, e che suona come minaccia a prerogative statutarie». Cita le difficoltà nel prendere decisioni sul mantenimento delle scuole di montagne, sugli impianti a fune. «Rischiamo di mettere a repentaglio la serenità dei nostri figli» dice. «Le rassicurazioni dall’arbitro (Corte costituzionale) ritengo siano più che mai urgenti» conclude.
Paolo Crétier (Pcp in quota Pd) prende le distanze dalla posizione espressa in aula dalla collega di gruppo Minelli: «Riteniamo opportuno fare degli approfondimenti» e dice sì al ricorso alla Corte costituzionale, sottoscrivendo la risoluzione.
Per il Consigliere Antonino Malacrinò (PCP), «Il rispetto delle Istituzioni e la divisione dei poteri sono fondamentali, per questo chiediamo un percorso parallelo per approfondire questi argomenti e proseguire il nostro impegno con tranquillità. Vogliamo continuare a fare politica avendo chiarezza per il futuro».
Astensione
Così in un comunicato, motivando la non partecipazione al dibattito: «La Lega Vallée D’Aoste, pur condividendo i principi di autonomia delle istituzioni, di separazione dei poteri e di massima tutela in merito alla insindacabilità dell’azione politica dei rappresentanti eletti, ritiene che le modalità con le quali si è giunti a trattare il tema oggetto dell’odierna discussione non siano state consone, sia per i tempi che per i modi, lamentando in particolare una totale mancanza di condivisione. Per queste motivazioni ha ritenuto di non partecipare alla discussione odierna, riservandosi di approfondire con grande impegno la questione sollevata, in linea con la campagna referendaria che in questi mesi ha visto la Lega Salvini Premier affrontare con decisione i temi relativi all’esercizio della giustizia e quindi al rispetto dei principi sanciti dalla nostra Costituzione».
(da.ch.)