‘ndrangheta, la Cassazione: «Maria Rita Bagalà resta ai domiciliari»
La penalista aostana è stata arrestata il 3 maggio scorso nell'ambito dell'operazione Alibante della DDA di Catanzaro
Maria Rita Bagalà resta ai domiciliari. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso con cui l’avvocato Mario Murone chiedeva la revoca della misura cautelare. A quanto appreso, la Corte ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi.
Già a settembre il Tribunale del riesame di Catanzaro aveva bocciato l’iniziativa della difesa di Bagalà.
La penalista aostana, 52 anni, è stata arrestata lo scorso 3 maggio nell’ambito dell’operazione Alibante della DDA di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri. E’ indagata per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’accusa
Secondo gli inquirenti, Maria Rita Bagalà – figlia del presunto boss Carmelo – era «la mente legale della cosca» di ‘ndrangheta. Nello specifico, garantiva «l’amministrazione di diversi affari illeciti della compagine» e si occupava «della cura degli interessi economici e finanziari del sodalizio». Accuse sempre respinte dall’indagata e dal suo difensore.
Ma se da un lato la Cassazione ha confermato la misura cautelare dei domiciliari, dall’altro è ancora pendente la decisione del Tribunale del riesame a cui si è rivolta la DDA impugnando l’ordinanza del gip.
La Procura, infatti, aveva chiesto la misura cautelare della custodia in carcere accusando Bagalà di associazione mafiosa; il giudice per le indagini preliminari, tuttavia, aveva disposto i domiciliari riqualificando il reato contestato in concorso esterno.
(f.d.)