Valle d’Aosta, rilevata la presenza del parassita Trichinella in un cinghiale: non accadeva dal 2012
SALUTE & BENESSERE
di Federico Donato  
il 14/12/2021

Valle d’Aosta, rilevata la presenza del parassita Trichinella in un cinghiale: non accadeva dal 2012

«La Trichinellosi è una rara malattia che può interessare anche l'uomo e che, nei suidi, dal 2001 è stata rinvenuta in Valle d'Aosta solo quattro volte», spiega il dottor Emilio Bazzocchi

E’ stata rilevata la presenza di Trichinella (parassita che causa la Trichinellosi) in un cinghiale abbattuto durante l’attività di caccia in Valle d’Aosta. Lo rende noto l’Ausl VdA.

Il parassita è stato rinvenuto in seguito ai controlli che obbligatoriamente sono effettuati dai Veterinari dell’Ausl della Valle d’Aosta su tutti i suini e i cinghiali allevati o cacciati. Il prelievo è stato fatto dai Veterinari della struttura complessa Igiene degli alimenti di origine animale dell’Usl e la diagnosi dalla sezione di Aosta dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale.

«La Trichinellosi è una rara malattia che può interessare anche l’uomo e che, nei suidi, dal 2001 è stata rinvenuta in Valle d’Aosta solo quattro volte, l’ultima nel 2012 – spiega Emilio Bazzocchi, direttore di Igiene degli alimenti di origine animale – Si tratta di una malattia parassitaria sostenuta da un nematode del genere Trichinella, in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili, soprattutto se animali carnivori o onnivori (come volpe, lupo, faina, cane, gatto, maiale, cinghiale e equino). Il contagio per gli animali e l’uomo avviene per via orale tramite l’ingestione di carni infestate. Nonostante si facciano controlli obbligatori per la sua prevenzione nonché per l’eradicazione dal territorio regionale risulta fondamentale la collaborazione dell’utenza e in particolare dei cacciatori».

Un utile opuscolo esplicativo è disponibile sul sito dell’Ausl VdA.

Cos’è?

Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, la trasmissione all’uomo avviene esclusivamente attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita. In Italia, il veicolo di trasmissione è la carne suina (maiale o cinghiale), equina e più raramente di carnivori selvatici (volpe).

La trichinellosi non si trasmette da persona a persona.

Nell’uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi.

Prevenzione

La trichinellosi può essere prevenuta osservando le seguenti misure igienico-sanitarie:

  • la carne va consumata ben cotta, in modo che le eventuali larve presenti vengano inattivate o distrutte dal calore (è sufficiente 1 minuto a 65°C). Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno
  • la selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l’eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni
  • se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve
  • nel caso si allevino maiali, impedire che mangino la carne cruda di animali, anche ratti, che potrebbero essere stati infestati dal parassita
  • quando si macella la propria carne in casa, pulire bene gli strumenti
  • salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l’uccisione del parassita.

(f.d.)

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