Papa Francesco dice no a «cani e gatti come figli», il Partito animalista insorge
Scrive al Santo Padre citando l'esempio di San Francesco di Assisi e sostenendo che «gli animali domestici sono un arricchimento della famiglia, non sostituti ma completamento delle famiglie italiane»
Papa Francesco dice no a «cani e gatti come figli», il Partito animalista insorge. Prende carta e penna e scrive al Santo Padre sostenendo che «gli animali domestici sono un arricchimento della famiglia, non sostituti ma completamento delle famiglie italiane».
La missiva
Così nella missiva: «Orbene come forse saprà, il nostro movimento politico del Partito Animalista Italiano, risultato decimo partito italiano alle ultime elezioni Europee 2019 nonchè presente in molti Enti locali tra cui Consigli regionali oltre ad essere uno dei partiti italiani più seguiti su Facebook , è di per sua natura un movimento moderato seppure lavori per un grande ideale e, a ragione di ciò, si permette di inoltrare a Sua Santità alcune osservazioni che sentiamo necessarie porre alla Sua attenzione».
Prosegue la lettera: «Innanzitutto preme precisare come tanti animalisti trovano la propria ispirazione in San Francesco, per cui il Santo Padre ha improntato la Sua figura e Papato, non solo uno dei santi più amati della Chiesa, ma anche protettore degli animali e esempio per ogni animalista che ricorda a memoria, appunto, le frasi di San Francesco d’Assisi quali ad esempio “Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani”. Siamo sicuri che le Sue parole di mercoledì siano frutto di errata, approssimativa o parziale interpretazione dei media, ma facciamo notare come prima delle stesse abbia dato esibizione a circensi nella cui struttura vi è l’uso costante di animali selvatici».
«Oramai tanti animalisti nel mondo, e non solo (si veda in ultimo la Francia che ha posto il divieto), ritengono l’uso e sfruttamento di animali nei circhi oramai un inutile spettacolo che anzi mostra una ingiustificata crudeltà verso animali che vivono una vità di schiavitù, prigione, strappati dal proprio habitat naturale e dalla propria libertà, di cui ogni creatura di Dio ha diritto».
Gli animali domestici
Per venire al tema dei cani e gatti: «Per gli animali domestici, come dimostrano le statistiche, questi sono un arricchimento della famiglia, non sostituti ma completamento delle famiglie italiane, anzi è accertato appunto come le famiglie che hanno animali in casa, siano famiglie più felici e per le quali ci sembra giusto riportare la nota frase di Gandhi “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. Il rispetto per gli animali è un rispetto verso il prossimo, verso la natura, verso il creato, verso l’ambiente e proprio la recente pandemia ci ha dimostrato come l’uso e sfruttamento, o dimenticanza di quanto sia fondamentale il rispetto del rapporto, tra uomini e animali sia causa degli stessi mali dell’umanità e, dal canto suo, comprometta il futuro dell’umanità. Noi non siamo i padroni, ma custodi del creato».
Conclude il Partito animalista: «Ci auguriamo che le Sue parole, esempio e guida per un miliardo di fedeli, siano solo frutto di approssimativa interpretazione dei media e che anzi, come il nostro Santo di riferimento, sia convinto come noi che “E tutte le creature che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la sua natura servono, conoscono e obbediscono al loro creatore meglio di te, o uomo” (citazione San Francesco d’Assisi)».
(re.aostanews.it)