Presidente della Repubblica: Ad, Adu, M5S e Rete Civica chiedono che sia una donna
I quattro movimenti chiedono che sia una donna anche il grande elettore valdostano che affiancherà nelle votazioni il senatore Lanièce e la deputata Tripodi
Area democratica, Adu, Movimento 5 Stelle e Rete civica vorrebbero che il prossimo presidente della Repubblica fosse una donna.
“Dopo oltre settanta anni di presidenze maschili, sia questo il momento opportuno per dare finalmente un segnale forte e per fare in modo che l’articolo 51 della Costituzione, che afferma la parità di genere nell’accesso alle cariche pubbliche, trovi finalmente realizzazione nella carica più rappresentativa dello Stato italiano – si legge in una nota -. L’indicazione comune è quindi di operare attivamente per l’elezione di una donna alla Presidenza della Repubblica, come richiesto anche dall’appello lanciato da Dacia Maraini e da tante donne della cultura e dello spettacolo”.
Le delegazioni delle quattro delegazioni si sono incontrate nei giorni scorsi per fare una valutazione in merito alla prossima elezione del Presidente della Repubblica e del delegato regionale valdostano che, insieme alla deputata Elisa Tripodi e al senatore Alberto Lanièce, farà parte dei grandi elettori che sceglieranno il nuovo Presidente.
Il profilo del nuovo presidente
Per i quattro movimenti la prossima presidente donna dovrebbe essere “una custode della Costituzione antifascista, dell’unità del Paese e garante delle Istituzioni, comprese quelle locali, dei diritti della persona, del lavoro, della tutela dell’ambiente e del progetto d’integrazione europea. Autorevole per il percorso compiuto, senza zone d’ombra rispetto alle leggi della Repubblica. Ricordando che per pregiudizio maschile alle donne si chiede sempre di più, riteniamo che siano molte le donne candidabili e adeguate alla carica. Probabilmente, più degli uomini”.
Grande elettore
Nell’incontro è stato affrontato anche il tema del grande elettore che deve essere scelto dal Consiglio regionale. “Anche in questo caso – si legge – la scelta in passato non è mai caduta su una donna, occorre dunque innovare e spezzare questo tabù. L’articolo 83 della Costituzione afferma che alla Valle d’Aosta spetta un delegato e lascia totale libertà di scelta al Consiglio regionale. Prassi vuole che sia un Consigliere regionale, ma anche questo non è un obbligo. Si può innovare, come suggerito autorevolmente anche da altre Regioni, e soprattutto va scelta una delegata. Un gesto molto significativo in una Regione in cui finora la partecipazione politica delle donne è stata particolarmente compressa. Un segnale di discontinuità con il patriarcato e di vicinanza a quella parte di società che più di altre è stata colpita dalla crisi sanitaria ed economica”.
(re.aostanews)