Sommariva, Lauzi e Gallina: i valdostani d’adozione che sbarcano a Pechino
Lorenzo, Emiliano e Francesca sono nati in altre regioni, ma si sono formati agonisticamente sulle nostre nevi
La pattuglia rossonera di snowboard sarà ben rappresentata durante le imminenti Olimpiadi di Pechino, con ben tre atleti allo start. Lorenzo Sommariva, Francesca Gallina ed Emiliano Lauzi, benché non siano nati nella Petite Patrie, possono infatti essere considerati tutti e tre dei valdostani di adozione in virtù dei loro trascorsi agonistici sulle nevi valdostane. Sommariva è una delle punte di diamante della nazionale italiana di snowboardcross e ha già partecipato all’edizione 2018 a Pyeongchang, mentre Gallina e Lauzi debutteranno nella rassegna olimpica.
Lorenzo Sommariva: «Vincere a Cervinia una grande emozione»
Lorenzo, insieme a Omar Visintin è l’atleta uomo più atteso nello snowboardcross italiano. Pur essendo nato a Genova, possiamo considerarla un valdostano acquisito?
«In effetti è così, da anni mi sono trasferito a Chamois in quanto proprio qui ho provato a diventare maestro di snowboard. Per cui, direi di sì, posso considerarmi un valdostano acquisito. In effetti una delle mie emozioni più grandi in carriera è stato vincere sulle neve di quella che è ormai casa mia, sotto il Cervino (Lorenzo ha vinto a Cervinia la sua prima gara di Coppa del Mondo il 21 dicembre 2019, ndr)».
A PyeongChang 2018 la sua corsa si è fermata agli ottavi di finale, in una pista che non le si addiceva e con poca concentrazione. Dopo quattro anni l’esperienza sicuramente verrà in suo favore.
«Senza dubbio. Nel 2018 sono stato eliminato nelle batterie, ma la pista era particolarmente pericolosa, tanto che su quaranta partenti oltre una decina erano finiti in ospedale. Io non avevo corso le mie batterie con la dovuta concentrazione. A novembre 2021 abbiamo provato la pista sulla quale correremo a Pechino e tutto sommato mi sono trovato bene, ho avuto buone sensazioni durante la run. Quel che più conta, comunque, sarà scendere in pista concentrato fin dalle prime batterie».
Lorenzo Sommariva: «Contento della preparazione portata avanti»
Sotto il profilo della preparazione fisica e delle prestazioni, come sono stati gli ultimi mesi? Arriva bene all’appuntamento olimpico? E cosa si aspetta da Pechino 2022?
«Sono molto contento della preparazione portata avanti insieme al mio allenatore, fin dall’estate mi sono allenato bene e direi che arrivo a Pechino in uno stato psico-fisico ottimale. Quanto ai risultati, non voglio sbilanciarmi troppo. Posso solo dire che darò il massimo e che patirò meno la pressione e le aspettative rispetto a quattro anni fa.
Quali sono gli avversari da tener d’occhio per il discorso medaglie?
«Questa è una gran bella domanda. Per ora la ruota è girata abbastanza, per cui non saprei fare dei nomi precisi. Senza dubbio saranno degli scontri molto interessanti e intensi dalle prime batterie fino alle finali. Ovviamente starà a me cercare di dare il massimo».
Francesca Gallina: «Ho messo fieno in cascina»
Francesca, è nata a Novara, ma cresciuta sotto il profilo educativo e sportivo a Courmayeur. Possiamo considerarla una valdostana acquisita?
«Direi proprio di sì, i miei hanno sempre avuto una casa a Morgex, poi si sono trasferiti a Courmayeur ed è proprio qui che sono cresciuta. Ho frequentato il Liceo Linguistico a Courmayeur e nel contempo sono riuscita a conciliare scuola e sport.
Come si sente in vista delle Olimpiadi? La preparazione fatta e gli ultimi risultati sono stati soddisfacenti? Quali sono le sensazioni che si porta dietro in vista di questo appuntamento?
«Quest’estate ho fatto una gran bella preparazione insieme al mio allenatore Massimo Annoni, per cui ho messo un bel po’ di fieno in cascina. Tutto sommato ho fatto bene nelle poche gare a cui ho partecipato, per cui mi porto dietro buone sensazioni. Ho però saltato le gare in Russia perché sono risultata positiva al tampone, anche se in modo totalmente asintomatico».
Francesca Gallina: «L’assenza di pubblico non influirà»
Quattro anni fa è andata a PyeongChang, ma non ha gareggiato. Questi per lei saranno dunque i primi Giochi Olimpici, cosa si aspetta da questa esperienza e quanto potrebbe influire l’assenza del pubblico?
«Onestamente non credo che l’assenza di pubblico influirà molto, alla fine anche nelle gare di Coppa del Mondo siamo abituati a gareggiare con platee di persone abbastanza ridotte. Non parliamo di gare come quelle dello sci alpino, dove nei grandi appuntamenti possono radunarsi anche 10.000 o 20.000 spettatori. In ogni caso si tratterà di un’esperienza particolare, di fatto noi atleti saremo coperti da una specie di “bolla” che ci manterrà il più possibile lontani rispetto al mondo esterno».
Quali sono le avversarie che si giocheranno le medaglie nella gara in cui scenderà in pista?
«Michela Moioli è un mito per tutto il mondo dello snowboard italiano e non solo, sicuramente sarà una delle atlete da battere. Da tenere d’occhio per il discorso medaglie poi non va dimenticata l’inglese naturalizzata francese Charlotte Bankes. Non sottovaluterei le americane Faye Gulini e Lindsey Jacobellis (già medaglia d’argento a Torino 2006, ndr), che possono avere sempre degli acuti; oltre all’australiana Belle Brockhoff e alla francese Chloé Trespeuch, che ha già ottenuto un bronzo a Sochi 2014».
Quanto è importante per lei il supporto del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur?
«Moltissimo. Mi mette a disposizione tutte le risorse di cui ho bisogno. Ogni volta che salgo a Courmayeur so già che posso contare su materiale e personale di alto livello, in grado di seguirmi nei minimi dettagli.
Emiliano Lauzi: «Un po’ di pubblico farebbe piacere»
Emiliano, pur essendo nato a Milano è cresciuto agonisticamente nel Crammont. Che rapporto ha con la Valle d’Aosta?
«A livello sportivo sono cresciuto in Valle d’Aosta. Fin da piccolo, sfruttando la casa dei miei genitori a Morgex, ho utilizzato la vostra neve per formarmi come atleta».
Cosa ne pensa delle Olimpiadi senza pubblico che vi aspettano a Pechino?
«Arrivare in fondo alla propria run e trovare un po’ di pubblico a incitarci e fare il tifo per noi è sempre bello. Senza dubbio il mondo dello snowboard non muove il pubblico dello sci alpino, però un po’ di incitamento a me fa piacere. In ogni caso sarà una sensazione un po’ differente dal consueto, ma abbiamo iniziato a farci l’abitudine, dopo due anni di pandemia.
Come si è preparato in previsione delle Olimpiadi? È contento del lavoro svolto?
«In autunno ho fatto tanto snowboard, direi che la preparazione è stata più che sufficiente e sono riuscito a caricare bene i muscoli. Ora sono pronto a spaccare nelle mie run. Scherzi a parte, mi sento bene, credo e spero che a Pechino riuscirò a divertirmi sulla tavola».
(Mattia Pramotton)