No green pass: aperitivo in piazza Chanoux ad Aosta, mentre Noi Avvocati invita a ignorare l’obbligo di certificato
Una settantina di persone si è ritrovata nel capoluogo regionale
Continua la protesta dei no green pass. Per il secondo sabato consecutivo, in piazza Chanoux ad Aosta si è svolto un aperitivo autogestito. Una settantina i partecipanti, radunati intorno a un banchetto. Intanto, il coordinamento Noi Avvocati invita a ignorare l’obbligo di certificazione verde rafforzata sul posto di lavoro. Tale imposizione entrerà in vigore il 15 febbraio per i lavoratori over 50.
Aperitivo in piazza Chanoux
Oggi, sabato 12, erano circa 70 le persone che ad Aosta si sono ritrovate all’ora dell’aperitivo. Tutto si è svolto in modo pacifico, sotto il controllo di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale.
Noi Avvocati invita a ignorare l’obbligo di green pass rafforzato
«L’imposizione vaccinale su base anagrafica non ha precedenti nella storia dell’umanità, non ha presupposti medico-scientifici, non esiste in alcuna altra nazione – si legge in una nota firmata, tra gli altri, dall’avvocato Dario Frassy di Aosta -. Non possiamo accettare passivamente questa follia, che configura una gravissima violazione costituzionale, nonché dei trattati internazionali sulla dignità dell’uomo. Si tratta di una violentissima e inaccettabile discriminazione priva di ogni base giuridica».
Ancora. «Se di Trattamento Sanitario Obbligatorio ve ne è bisogno in Italia è quello a cui sottoporre buona parte dei componenti del Governo Draghi e del “Ratificatoio” – un tempo Parlamento – per il disastro sociale, economico e normativo in cui hanno precipitato in meno di un anno il popolo italiano».
L’invito a presentarsi sul posto di lavoro
Poi l’invito a presentarsi sul posto di lavoro. «Il 15 febbraio riprendiamoci la libertà, presentandoci regolarmente e senza paura sul posto di lavoro e svolgendo le abituali attività; il lavoro è diritto costituzionalmente protetto. Solo il datore di lavoro può sospendere il rapporto contrattuale – assumendosene i rischi e le relative conseguenze giuridiche ed economiche – procedendo a comunicazione scritta individuale e nominativa. Nessun altro ha il potere di bloccare fisicamente un lavoratore sano che accede al suo posto di lavoro, non esiste norma che lo preveda. La ignobile legge applicativa dell’obbligo vaccinale prevede quale unica conseguenza per coloro i quali violano il divieto di accesso in assenza di “super” certificazione verde COVID-19 una sanzione amministrativa».
(t.p.)