Carabinieri nel cinema, una mostra alla saletta d’arte di Aosta
Carabinieri nel cinema, una mostra alla saletta d’arte di Aosta.
E’ stata inaugurata oggi, giovedì 2 giugno, alla saletta d’arte di via Xavier de Maistre, la mostra ‘Carabinieri nel cinema’, organizzata dall’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo della Valle d’Aosta in collaborazione con il Gruppo Carabinieri di Aosta.
L’iniziativa rientra nelle celebrazioni per i 208 anni dalla fondazione dell’Arma e culminerà con la manifestazione che si terrà lunedì 6 giugno in piazza Arco d’Augusto.
L’esposizione potrà essere visitata fino a martedì 7 giugno, dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19.
La mostra traccia il percorso dei Carabinieri nel cinema e non solo, dove la finzione è come la vita … anzi di più.
«L‘immagine che il cinema italiano ha saputo dare rispetta e rispecchia il valore dell’Arma: due secoli di storia rossoblu iniziata nel lontano 13 luglio 1814, quando re Vittorio Emanuele I istituì l’antico Corpo dei Carabinieri Reali, divenuta Arma nel 1861.
Nella sventura o nella bega domestica, nel disagio o nelle calamità, gli italiani, istintivamente, hanno sempre chiamato, prima di tutto, i carabinieri, come eroi popolari che non potevano non trovare, e hanno trovato, fertile terreno nell’immaginario per antonomasia: il cinema, appunto» – spiega l’Arma in una nota.
L’istituzione che si fa persona per soccorrere il cittadino e per trarlo in salvo.
E, proprio, attraverso il cinema si è riusciti a evocarne eroismo e passione, dedizione e lealtà, oltre a quell’indomito spirito di servizio speso sempre a tutela della legge e a difesa dei cittadini, imbevuto di un’etica dell’onore che fa della Benemerita e dei suoi membri, anche dopo che si sono congedati, una sorta di moderno ordine cavalleresco, che rassicurano in ogni circostanza il popolo italiano».
La lunga saga cinematografica, è costellata da decine di film girati fin dall’epoca del muto, esportati con successo perfino in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Quando la televisione non era ancora oggetto di massa, la stampa quotidiana e quella periodica illustrano l’epopea della Benemerita con reportage e articoli corredati dalle splendide tavole di artisti del calibro di Beltrame, Pisani e Molino, sulla Domenica del Corriere o sulla Tribuna illustrata, il crudo episodio di cronaca diventa icona, impresa, fino a trascendere al mito.
Una presenza peraltro già radicata in letteratura, dove i carabinieri si erano conquistati un posto in prima fila nel Pinocchio di Collodi, un classico dell’infanzia.
I Carabinieri nel cinema: un po’ di esempi
L’avvento del sonoro in Italia coincide con l’ascesa del fascismo, il ruolo delle fiammate divise rossoblu però sembra declinare, troppo fedeli alla monarchia e al popolo italiano, ma non è un caso che in età repubblicana, l’eroe di riferimento dell’Arma diventi Salvo D’Acquisto, martire vero dell’occupazione tedesca ne ‘La fiamma che non si spegne’ (1949), e nel successivo e omonimo “Salvo D’Acquisto” – interpretato nel 1975 da un giovanissimo Massimo Ranieri diretto da Romolo Guerrieri, su soggetto di Giuseppe Berto – dove un giovane sottufficiale dei carabinieri offre la sua vita per salvare 22 suoi concittadini dalla feroce rappresaglia nazista.
La cinematografia parte da “in nome della legge” (1949) di Pietro Germi; passando per “Pane, amore e fantasia” (1953) e “Pane, amore e gelosia” (1954), diretti da Luigi Comencini, con un simpatico, galante e disinvolto Vittorio De Sica nei panni del Maresciallo Carotenuto accanto a un’avvenente Gina Lollobrigida destinata alla celebrità internazionale, “Ladro lui, ladra lei” (1958) di Luigi Zampa con l’irresistibile Alberto Sordi, ladruncolo della periferia romana travestito da carabiniere al grottesco “I due marescialli” (1961) di Sergio Corbucci, in cui si cimenta l’immancabile Totò, qui ladro da strapazzo, fino al “Il giorno della civetta” (1968) di Damiano Damiani, con Franco Nero, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia.
Negli anni Settanta, in clima di contestazione, tensioni sociali e austerity, non mancano film «politici» come “Il caso Mattei” (1972) di Francesco Rosi, in cui gli uomini dell’Arma hanno un ruolo importante nelle indagini sulla morte del presidente dell’Eni per poi tornare una pellicola densa di umanità e valori civili in stile semiserio con Carlo Verdone che dirige e interpreta, accanto a Enrico Montesano,” I due carabinieri” (1984).
Nel 1992 è l’anno de “il ladro di bambini” di Gianni Amelio, con Enrico Lo Verso, storia di un carabiniere alle prese con una coppia di bambini, senza parenti e disadattati, che nessuno sembra volere, film che segna il ritorno a un cinema intimista in cui l’uomo in divisa si trova a fare i conti con un’umanità dolente, dimostrando un eroismo moderno che poco si discosta da quello ottocentesco.
La lotta contro il brigantaggio ha ceduto il posto a quella contro l’emarginazione e i dissidi sociali. L’impegno dei carabinieri è rimasto immutato ed osservando al cinema i carabinieri in azione, o seguendo in televisione le gesta del compianto Gigi Proietti nei panni del maresciallo Rocca, a dispetto della criminalità crescente nel nostro Paese, dell’arroganza dei poteri forti, e della palude della giustizia, l’Arma continua a suscitare stima e rispetto, ad essere depositaria degli ideali di ordine e sicurezza, talvolta al prezzo della vita stessa dei suoi uomini.
E anche questa, in fondo, è una conquista orgogliosa e sofferta della democrazia e della libertà.
Senza poi dimenticare tra le altre la meravigliosa serie televisiva “Don Matteo” di cui è appena terminata la 13ª serie.
La mostra alla saletta d’arte potrà essere visitata, a ingresso libero, fino a martedì 7 giugno.
Nella foto in alto, uno scorcio dell’esposizione.
(re.aostanews)
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