Ambiente: Adu consegna alla Commissione del Senato un documento sulle criticità valdostane
Ambiente: Adu consegna alla Commissione del Senato un documento sulle criticità valdostane. Crisi idrica, aumento delle temperature, energia e sfruttamento delle risorse naturali e consumo di territorio: sono solo alcuni degli ambiti che mettono a repentaglio l’ambiente valdostano e che emergono dal documento che, nella serata di giovedì 23 giugno, Daria Pulz e Carola Carpinello del coordinamento di Adu VdA-Si hanno consegnato alle senatrici della commissione ambiente Patty L’Abbate, Paola Nugnes e Virginia Lamura, in visita in Valle d’Aosta. Il documento di sintesi è stato redatto in collaborazione con Area Democratica – Gauche Autonomiste e Movimento 5 Stelle Valle d’Aosta.
La nota
«Il giudizio universale climatico si palesa in modo evidente in questo territorio alpino: nel 2020 sono stati contati — secondo il report “sottoZero” di Fondazione Montagna sicura — 184 apparati glaciali rispetto ai 216 presenti nel 1999, con 32 ghiacciai scomparsi in 21 anni. Si sono persi 34 km2 di superficie glaciale (meno 22%)» dichiarano il capogruppo di Liberi Uguali Verdi e responsabile transizione ecologica di Sinistra Italiana e l’ex consigliera regionale valdostana Daria Pulz, della segreteria politica di Adu Vda, in occasione della visita della Commissione Ambiente del Senato in Valle d’Aosta.
«Questo basterebbe per farci dire che siamo in un territorio in cui la transizione ecologica è più urgente che mai. Ma non basta, perché si tratta anche di porre un freno a comportamenti miopi o predatori purtroppo diffusi o tollerati in passato» proseguono.
«Va rigettato per esempio il progetto di collegamento funiviario intervallivo Cime Bianche tra la Val d’Ayas e Cervinia, proprio al fine di tutelare l’ultimo vallone selvaggio dell’intera Valle d’Aosta” — aggiungono Grimaldi e Pulz. — Questo progetto mira alla creazione di un mega-comprensorio sciistico che unisca il Piemonte alla Svizzera, passando dalla Valle d’Aosta. Va posto un freno all’eccessivo sfruttamento idroelettrico in tutte le regioni dell’arco alpino (sono circa 300 le centrali solo in Valle d’Aosta. Va approvata al più presto una norma che regoli le distanze tra discariche e abitazioni, come iniziale tutale nei confronti della salute della popolazione».
(re.aostanews.it)
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