Comportamenti alimentari scorretti: per 7 valdostani su 10 è colpa dello stress
Lo rileva l'ultima ricerca dell'Osservatorio Reale Mutua in collaborazione con Slow Food
I più si danno a “pasticci” di ogni genere (26%), il 23% si sfoga aumentando abbondantemente la quantità di cibo ingerito, una quota analoga, all’opposto, reagisce con una perdita d’appetito. Totale: sono 7 su 10 i valdostani che di fronte allo stress faticano a controllarsi nelle scelte alimentari e ne subiscono in modo significativo gli effetti.
Una condizione che ha le carte in regola per diventare sempre più frequente in vite moderne quanto mai piene d’ansia e di tensioni. Lo rileva l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua in collaborazione con Slow Food.
Comportamenti alimentari scorretti
Comportamenti alimentari come questi spesso non restano senza conseguenze e finiscono per incidere sullo stato generale di benessere, provocando sensazioni di gonfiore (riferite dal 26% degli abitanti della regione), bruciore o acidità (42%) o anche senso di nausea e pesantezza (16%).Ma, naturalmente, non c’è solo questo nel rapporto dei valdostani con la tavola. Gli abitanti della regione riconoscono l’importanza dell’alimentazione come fattore centrale per la salute e come forma di prevenzione. Anzi: per più di uno su quattro (26%) il cibo, prima ancora che un piacere o una necessità, è un modo di restare in forma, e oltre uno su tre (39%) cerca con costanza di seguire una dieta di buona qualità anche tra gli impegni di lavoro o comunque quando si trova fuori casa,resistendo alle tentazioni della fretta o della pura gola. Anche perché la maggior parte dei valdostani indica nel pranzo il pasto principale della giornata (55%), seguito dalla cena (32%) e dalla prima colazione (23%).
Problema sovrappeso
Tra le problematiche a cui si dichiarano particolarmente sensibili e attenti attraverso l’alimentazione, il sovrappeso (48%), le malattie cardiovascolari (29%), il diabete (23%) e la ritenzione idrica (23%).
“Slow Food si impegna ogni giorno a diffondere i principi di un’alimentazione attenta, basata sulla conoscenza e il piacere del convivio – commenta Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia -. Anche grazie al supporto di partner come Reale Mutua, diffondiamo un approccio diverso, che non considera il cibo come una commodity o semplice nutrimento per il corpo, e che resiste a un modello di sviluppo basato sul consumo e la velocità. Quello che proponiamo è un modo diverso di vivere, produrre e mangiare, in armonia con la terra, basato sul rispetto per il lavoro che c’è dietro i cibi di qualità e sulla cura della salute: la nostra e quella del pianeta perché sono, non solo strettamente interconnesse, ma addirittura la stessa cosa: un unico benessere (One Welfare) che riguarda tutto il vivente”.
(re.aostanews.it)