Tina Modotti, al Centre Saint Bénin di Aosta un omaggio in oltre 100 scatti
Sarà inaugurata venerdì 11 novembre alle 18 la mostra Tina Modotti. La genesi di uno sguardo allestita al Centre Saint Bénin sulla fotografa, attivista e attrice italiana
Tina Modotti, al Centre Saint Bénin di Aosta un omaggio in oltre 100 scatti.
Tina Modotti. La genesi di uno sguardo è un omaggio alla fotografa, attivista e attrice italiana.
La mostra, allestita al Centre Saint Bénin, sarà inaugurata venerdì 11 novembre, alle 18.
«Avventurosa, nomade e misteriosa, la personalità artistica di Tina Modotti è permeata da un talento ricco e plurale ma è soprattutto caratterizzata da uno sguardo acuto e lenticolare capace di raggiungere l’essenza dei singoli e delle cose – dice Dominique Lora curatrice della mostra insieme a Héctor Manuel Orozco Velázquez -.Donna e artista moderna ante-tempore, la Modotti ha esercitato un’influenza tangibile, decisiva e duratura sullo sviluppo dell’arte fotografica in Messico e a livello internazionale».
La mostra
Al Centro Saint-Bénin di Aosta saranno esposti più di 100 scatti della fotografa provenienti dalla collezione dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) e dalla Fototeca Nazionale di Città del Messico, con l’intento di ripercorrere le fasi salienti del suo percorso professionale.
Nel percorso espositivo trovano posto i suoi studi sulle tradizioni popolari, sull’architettura urbana, i famosi reportage sulle classi lavoratrici e sui movimenti rivoluzionari che raccontano di uomini, donne e territori, i ritratti e i celebri studi sulle mani, mani che creano e che lavorano, strumenti di costruzione identitaria.
«Le foto che Tina Modotti realizza in Messico, concentrate in poco più di sei anni di intensa produzione – ricorda Héctor Orozco Velázquez, co-curatore – sono il chiaro contributo alla storia della fotografia come arte e come documento sociale. Opere che contribuirono alla formazione dell’identità nazionale di un Messico post rivoluzionario, creando un’immagine di modernità artistica alla quale aderirono alcuni dei fotografi più importanti di quegli anni, dai tedeschi Guillermo Kahlo e Hugo Brehme ai russi Sergei Eisenstein e Eduard Tisse oltre agli statunitensi Edward Weston e Paul Strand».
Tina Modotti dedicherà grande attenzione alla documentazione delle condizioni di vita delle popolazioni indigene, da lei fotografate sempre con grande dignità e spontaneità. In special modo sono le donne a riempire il suo universo visivo, valorizzate dalla sua sensibilità artistica e dall’uso della luce e del bianco e nero.
La mostra, prodotta da Glocal Project Consulting di Roma, ha ottenuto il patrocinio dell’Ambasciata del Messico in Italia. Nel corso dell’inaugurazione, alla quale sarà presente l’Ambasciatore del Messico in Italia, è previsto un intervento musicale di Sergio Pugnalin, in omaggio alla tradizione musicale messicana.
Tina Modotti
Tina Modotti nasce a Udine il 17 agosto 1896. Nel 1913, ad appena 17 anni, emigra a San Francisco, negli Stati Uniti, per raggiungere il padre in cerca di lavoro.
Inizia a lavorare prima come attrice e poi, dopo l’incontro con il fotografo Edward Weaston approccia il mondo della fotografia.
Con lui inizia a viaggiare e arriva in Messico che diventerà la sua patria di adozione.
Durante gli esordi come fotografa Tina Modotti partecipa attivamente alla rivoluzione comunista messicana e conosce grandi artisti come Diego Rivera, Clemente Orozco, Frida Kahlo, della quale si dice fosse anche una delle amanti, e Pablo Neruda.
Qui si lega a personalità politicamente controverse come Antonio Mella e Vittorio Vidali.
La vita di Tina Modotti fu caratterizzata da costanti cambiamenti, dovuti alle sue scelte sentimentali, artistiche e politiche. Il suo attivismo fu indissolubilmente legato alle sue vicende sentimentali, al punto che sembra possa aver giocato un ruolo cruciale nella sua morte precoce, avvenuta nel 1942 a Città del Messico.
Pur non essendoci prove tangibili, sembrerebbe che l’antifascista e membro del Comintern Vittorio Vidali, suo compagno di vita e di partito, sia stato coinvolto nel suo (ipotetico) omicidio a causa delle informazioni di cui Tina era a conoscenza in materia di politica spagnola.
La versione ufficiale racconta che la fotografa ebbe un infarto nel taxi che la riportava a casa dopo una cena con alcuni amici.
Ingresso 6 euro, ridotto 4.
La mostra inserita nel circuito di Abbonamento Musei.
La mostra sarà aperta al pubblico fino a domenica 12 marzo 2023.
(re.aostanews.it)