Parc animalier, Legambiente contro i soldi pubblici per l’area dedicata ai lupi
La coppia di lupi arrivati al Parc animalier d'Introd
ATTUALITA'
di Erika David  
il 10/11/2022

Parc animalier, Legambiente contro i soldi pubblici per l’area dedicata ai lupi

È stata inaugurata ufficialmente sabato 5 novembre la nuova area del Parc animalier d'Introd dedicata a una coppia di lupi realizzata anche grazie a un finanziamento del Gal da 100 mila euro

Parc animalier, Legambiente contro i soldi pubblici per l’area dedicata ai lupi.

A tre anni dall’inizio dei lavori, sabato 5 ottobre è stata inaugurata la nuova area del Parc animalier d’Introd interamente dedicata ai lupi.

L’area per i lupi

La passerella che collega le due aree del Parc animalier

Si chiamano Malà e Abraham, hanno sei e sette anni e sono stati acquistati da una riserva dell’Est Europa dove sono nati. Per loro i proprietari del parco hanno realizzato «una nuova area da circa 10 metri quadri -5.800 per i lupi e 2800 per i visitatori- collegata al resto del parco tramite una lunga passerella di legno» spiega il titolare Corrado Brunet.

«Un progetto interessante», per l’assessore regionale alle risorse naturali Davide Sapinet, «dopo che il lupo ci ha dato tanti grattacapi per la convivenza con il settore zootecnico, questa possibilità di vederlo da vicino dà valore aggiunto a tutto il territorio».

La realizzazione della nuova area ha richiesto un investimento di circa 300 mila euro di euro co-finanziato dal Gal per 100 mila euro.

Le critiche di Legambiente

Ed è proprio sul finanziamento con fondi pubblici che si scaglia Legambiente Valle d’Aosta, da sempre molto critica sull’istituzione del parco faunistico che rappresenterebbe «un discutibile modello educativo».

«A Legambiente gli zoo cammuffati da risorsa per il territorio non piacciono» scrive in una nota l’associazione.

«Dietro imprese quali i parc animalier si nasconde un commercio che ribalta la logica secondo la quale sono mantenuti in cattività animali selvatici che, o per le ferite riportate o per altre disgrazie, non possono essere reimmessi in natura».

Una visuale distorta, secondo l’associazione, del benessere animale «perché inserisce gli esemplari non nel loro ambiente naturale ma in un habitat finto, senza alcuna funzione educativa o ambientale».

L’acquisto della coppia di lupi «aumenta la triste attrattività dello zoo valdostano (che negli anni ha suggerito il sorgere di un suo clone a Champdepraz)».

Troppo esiguo lo spazio concesso ai lupi, secondo l’associazione che, sottolinea, «in natura percorrono decine di chilometri al giorno».

«I proprietari del parco già ipotizzano la possibilità di una cucciolata: in questo modo, dopo aver incrementato le visite per mostrare i nuovi nati, potranno venderli, seguitando così il commercio di animali nati in cattività e, in quanto tali, utilizzabili solo per scopi simili» scrive ancora Legambiente VdA.

«Ma i proprietari del Parco, il cui obiettivo è meramente lucrativo, fanno il loro mestiere, e sicuramente otterranno il loro scopo – sottolinea -. Quello che ci colpisce è il finanziamento pubblico europeo di 100.000 euro che passa attraverso il GAL, Gruppo di Azione Locale, che ha come scopo la “valorizzazione del territorio incentrato sul TURISMO SOSTENIBILE inteso come turismo responsabile che porta ricadute positive sul territorio in termini ambientali, occupazionali e culturali” (il maiuscolo grassettato è sul sito del GAL stesso)».

L’associazione ambientalista, già nel 2005 anno di apertura del parco faunistico, aveva assegnato una Bandiera Nera di Carovana delle Alpi all’assessorato regionale all’Agricoltura e Risorse Naturali per un analogo contributo di 100.000 euro, funzionale alla nascita di questo parc animalier, «proprio alle porte del Parco Nazionale Gran Paradiso!» sottolinea.

«Legambiente – conclude l’associazione – deplora l’uso distorto di soldi pubblici, che dovrebbero essere prioritariamente rivolti a sostenere il mondo agricolo e che invece vengono usati per progetti che offrono una visione falsata di una fauna, rinchiusa in recinti più o meno ampi, di cui la Valle è naturalmente generosa».

Preferisce non replicare il Gal Valle d’Aosta che ha sostenuto il progetto.

(e.d.)

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