Vallone Cime Bianche: divieto assoluto di costruire impianti di risalita
Lo ha detto l'avvocata Paola Brambilla Pievani in audizione in Terza e Quarta commissione consiliare
“Nel vallone di Cime Bianche, essendo in buona parte ricompreso in area ZPS, non si possono costruire impianti di risalita e piste di sci”. Lo ha detto l’avvocata Paola Brambilla Pievani, specializzata in diritto amministrativo, dal 2019 componente della Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA VAS del Ministero dell’ambiente, di cui è anche Coordinatrice della Commissione VIA, audita oggi, 19 dicembre, in Terza e Quarta commissione consiliare.
“L’avvocata – riferiscono le consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli (Pcp) – ha ribadito che per le Zone di Protezione speciale di rete Natura 2000 ci sono stringenti disposizioni normative dettate dalle direttive europee e confermate dalla normativa italiana e valdostana. L’allegato C alla deliberazione di Giunta n. 1087/2008, attuativa del decreto del Ministro dell’ambiente 17 ottobre 2007 art. 5 lettera m), formula un divieto assoluto di costruire impianti di risalita e piste di sci in zone ZPS, salvo che l’impianto o la pista non fossero esplicitamente previsti da strumenti di pianificazione territoriale approvati prima dell’emanazione dello stesso decreto ministeriale. Cosa che non si è verificata nel caso del vallone Cime Bianche. Pertanto nel vallone, essendo in buona parte ricompreso in area ZPS, non si possono costruire impianti di risalita e piste di sci. Su questo l’avvocata è stata categorica”.
L’audizione
Oggi le Commissioni hanno sentito anche il presidente generale del Cai, Antonio Montani, il dottor Marco Onida, già segretario della Convenzione delle Alpi, l’archeologo Mauro Cortelazzo e la presidente del Cipra nonché responsabile del progetto “Neve diversa” di Legambiente, Vanda Bonardo.
“Le considerazioni sul vallone delle Cime Bianche, che Progetto Civico Progressista già aveva esposto in varie circostanze, hanno trovato una notevole e fondamentale conferma nelle audizioni di oggi”, commentano le due consigliere sulla petizione popolare per la salvaguardia del vallone, sottoscritta da oltre duemila valdostani.
La stoccata
“La costruzione di un impianto a fune nel vallone delle Cime Bianche – concludono le consigliere – arrecherebbe non solo un grave danno perché andrebbe a sfregiare in modo irreversibile un’area di grande pregio naturalistico e paesaggistico, una ricchezza inestimabile per la Val d’Ayas e per tutta la Valle d’Aosta, ma sarebbe pure in contrasto con la legge, quindi irrealizzabile. È davvero incomprensibile che la Regione, a fronte dei vincoli normativi più volte evidenziati, non abbia sentito l’esigenza di richiedere un apposito parere legale, del probabile costo di 10.000 euro, prima di destinarne altri 403.000 in studi”.
(re.aostanews.it)