Il referendum sulla legge elettorale sbarca in Consiglio Valle, Pcp: «Diamo la parola ai cittadini»
Secondo il professor Andrea Morrone, la richiesta di referendum consultivo è «ammissibile e legittima»
Il Consiglio Valle, che si riunirà la prossima settimana, sarà chiamato a esprimersi sulla proposta di referendum consultivo relativo alla legge elettorale regionale. Il punto è stato infatti inserito all’ordine del giorno.
Oltre a stabilire (con voto a maggioranza assoluta) se i valdostani saranno davvero chiamati a esprimersi sull’argomento, i 35 di piazza Deffeyes dovranno (nel caso) anche definire quale sarà il testo del quesito (o dei quesiti).
Il tempo per trovare un accordo, dunque, stringe. «Sarà necessario incontrarsi, coinvolgendo il Comitato propomotore, per mettersi intorno a un tavolo e definire i quesiti – ha spiegato in conferenza stampa la consigliera di Pcp Chiara Minelli -. La cosa importante, comunque, è che il Consiglio prenda una decisione di carattere politico, dando la possibilità ai valdostani di esprimersi. Se invece si ha paura di ascoltare i cittadini…beh allora c’è un problema».
Il parere dell’esperto
Nel corso dell’appuntamento con la stampa organizzato da Pcp nel tardo pomeriggio di martedì 3 gennaio è intervenuto anche il professor Andrea Morrone, ordinario di diritto costituzionale. Dopo aver affermato che la richiesta di referendum è «ammissibile e legittima», l’esperto incaricato da Pcp ha chiarito: «Il referendum consultivo ha un valore di indirizzo politico, ma non impegna giuridicamente il Consiglio. Per questo motivo, non vale quanto stabilito dalla commissione per l’ammissibilità dei referendum per un’iniziativa di carattere propositiva», cioè un altro tipo di referendum.
Per Morrone, infatti, «a differenza di quanto previsto per i referendum propositivi e abrogativi, per quelli consultivi non esiste un controllo ad hoc perché non si arriva direttamente a una legge, ma si crea solamente un vincolo di carattere politico».
Come evidenziato dal professore, la legge stabilisce che «spetta al Consiglio decidere quando e se è opportuno sentire gli elettori su questioni importanti e quindi indire un referendum consultivo».
Riguardo al contenuto della proposta, Morrone ha aggiunto: «Il contenuto è eterogeneo, si parla di elezione diretta del presidente della regione, del sistema maggioritario e dell’equilibrio nella rappresentanza di genere. Ma questo aspetto non è un limite all’ammissibilità. Bisogna fare una distinzione nei ruoli: porre il quesito (o i quesiti) in modo che si chiaro e ammissibile non spetta a chi propone il referendum, bensì al Consiglio regionale».
Una soluzione, quindi, potrebbe essere quella di prevedere più quesiti.
Le firme
Secondo la consigliera regionale Erika Guichardaz, nella riunione di mercoledì «al Consiglio spetterà decidere se permettere ai valdostani di esprimersi, oppure se non ascoltare i cittadini. Noi abbiamo raccolto in poco tempo oltre 3 mila firme…penso sia un dato importante. Negli ultimi anni abbiamo cambiato presidente come i vestiti e questo è imbarazzante. L’unica soluzione è cambiare la legge elettorale».
Nel caso in cui il Consiglio Valle dovesse bocciare la proposta di referendum, comunque, il Comitato promotore o qualsiasi cittadino valdostano – ritenendo la decisione di inammissibilità lesiva del proprio diritto costituzionale – potrebbe rivolgersi al giudice ordinario chiedendo anche di sollevare una questione di costituzionalità.
(f.d.)