Riforma elettorale, Cre: «Il no al referendum è una pagina nera nella storia del Consiglio»
Il Comitato per la riforma elettorale punto il dito contro i 33 consiglieri rei di «volere fare e disfare a piacimento senza interferenza da parte della popolazione»
Riforma elettorale, Cre: «Il no al referendum è una pagina nera nella storia del Consiglio». Il Comitato per la riforma elettorale punto il dito contro i 33 consiglieri rei di «volere fare e disfare a piacimento senza interferenza da parte della popolazione».
Il j’accuse
«Il fatto che 3.363 valdostani abbiano firmato per un referendum consultivo sulla riforma elettorale regionale – scrive il Cre – e che altre centinaia di cittadini abbiano lanciato un Appello al Consiglio regionale per deliberare lo svolgimento di tale referendum non conta nulla per 33 consiglieri regionali su 35 che si sono espressi contro la richiesta. E’ una pagina nera nella storia del Consiglio regionale e dell’Autonomia. Posti di fronte alla legittima richiesta di consultare la popolazione, 33 consiglieri su 35 si sono comportati come una casta che vuole poter manovrare, fare e disfare a piacimento senza interferenza da parte della popolazione».
Prosegue la nota: «Nel corso del dibattito consiliare si è assistito ad una sequela di argomentazioni pretestuose per non fare il referendum consultivo. La maggioranza dei consiglieri regionali vuole decidere sulle materie importanti senza sentire l’opinione degli elettori. Tanto varrebbe cancellare dallo Statuto speciale e dalla Legge regionale 19/2003 gli strumenti di partecipazione come i referendum abrogativi, propositivi e consultivi. Il Cre protesta contro un atteggiamento arrogante e antidemocratico e dichiara che la vicenda non finisce qui. L’azione per una riforma radicale del sistema elettorale proseguirà individuando altre forme e modalità al fine di conseguire l’obiettivo della riforma che è indispensabile per un cambiamento della politica valdostana».
Pcp denuncia
Sulla stessa lunghezza d’onda il gruppo consiliare di Pcp: «33 consiglieri su 35 hanno deciso di non permettere l’effettuazione del referendum consultivo in materia di riforma elettorale. Ancora una volta si decide di non dare la parola ai cittadini che, secondo quanto ascoltato oggi in aula, ogni 5 anni con le elezioni regionale danno una delega, praticamente in bianco, ai futuri eletti e non devono nemmeno permettersi di dare la loro opinione su questioni come quella della legge elettorale che deve rimanere di totale appannaggio dei Consiglieri. Non solo, durante il dibattito, è emerso il grande fastidio di molti per gli strumenti e le istanze di iniziativa popolare portati avanti dai comitati operanti nella nostra regione e da chi, fuori dal Consiglio, sollecita con forza gli eletti».
Tornano a ripetere le consigliere: «Si badi bene che il referendum richiesto da 3363 cittadini rappresentati dal Cre avrebbe avuto un carattere certamente di tipo politico, ma non giuridico in quanto il Consiglio, solo dopo il voto popolare, avrebbe dovuto scrivere una legge tenendo conto, o meno, dell’orientamento espresso. Si è persa un’occasione importante: per la prima volta in Valle d’Aosta, e non solo, si sarebbe potuto dar corso ad un momento alto e importante di partecipazione popolare, di avvicinamento dei cittadini alle Istituzioni attraverso l’iniziativa referendaria prevista dalla legge e dallo Statuto»