‘ndrangheta: in 5 alla sbarra, il processo Geenna arriva in Cassazione
Martedì 24 gennaio a Roma la sentenza dopo quattro anni dagli arresti; gli inquirenti sostengono che gli imputati facessero parte di un Locale di 'ndrangheta in Valle d'Aosta
A esattamente quattro anni dal blitz dei carabinieri, l’inchiesta Geenna sbarca – martedì 24 gennaio – in Cassazione.
Spetterà ai giudici della quinta sezione penale scrivere la parola “fine” a una vicenda che ha terremotato la scena politica (e non solo) valdostana.
Il 23 gennaio 2019, la piccola regione alpina si svegliò con una nuova consapevolezza: in Valle d’Aosta è presente un Locale di ’ndrangheta. Circostanza, quest’ultima, confermata sia dal Tribunale di Aosta in primo grado, sia dalla Corte d’appello di Torino.
Gli imputati
Ora, però, spetta alla Cassazione giudicare i cinque imputati che hanno scelto il rito ordinario. Si tratta dell’ex consigliere regionale e assessore di Aosta, Marco Sorbara, dell’ex assessora di Saint-Pierre, Monica Carcea, del ristoratore, Antonio Raso, dell’ex consigliere comunale di Aosta, Nicola Prettico e del dipendente del Casinò, Alessandro Giachino.
Mentre Marco Sorbara (accusato di concorso esterno) è stato assolto “perché il fatto non sussiste” in Appello a Torino, gli altri quattro (accusati di associazione mafiosa, a eccezione di Carcea che deve rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa) hanno incassato una condanna in entrambi i gradi di giudizio.
In Cassazione
A Roma l’esito del verdetto non è scontato. L’udienza, infatti, si aprirà con le parole del procuratore generale, che potrebbe anche decidere di chiedere l’inammissibilità dei ricorsi (compreso quello della Procura generale di Torino avverso l’assoluzione di Sorbara. Qualora così non fosse, invece, si discuterà la causa.
Salvo colpi di scena, come un rinvio in appello, il dispositivo della sentenza è atteso per il tardo pomeriggio o la serata di martedì.
I cinque imputati, comunque, attendono la decisione della Cassazione in “posizioni” diverse. Assolto dalla Corte d’appello, Marco Sorbara attende il giudizio da “uomo libero”, in quanto non più sottoposto a misure cautelari. Raso, Giachino e Prettico – tutti e tre accusati di far parte del presunto Locale di ’ndrangheta -, invece, si trovano in carcere dal gennaio di quattro anni fa. Anche Carcea (imputata per concorso esterno) era finita in carcere su ordine del gip di Torino ma, dopo alcuni mesi, le erano stati concessi i domiciliari.
Le difese
Gli avvocati in aula a Roma saranno praticamente gli stessi che erano presenti nel precedente grado di giudizio. Marco Sorbara sarà difeso dal fratello Sandro, mentre l’ex assessora di Saint-Pierre ha confermato gli avvocati Claudio Soro e Francesca Peyron, che rappresentano anche Giachino. Prettico sarà ancora difeso daGuido Contestabile. Novità, invece, nel pool difensivo scelto da Antonio Raso: i legali Ascanio Donadio e Pasquale Siciliano, infatti, saranno affiancati dall’avvocato Enrico Grosso, figlio del noto legale torinese Carlo Federico.
L’inchiesta
Coordinata dai pm Valerio Longi e Stefano Castellani e condotta dai carabinieri, l’inchiesta Geenna è incentrata sulla presenza di un presunto Locale di ’ndrangheta ad Aosta. Secondo le accuse, della struttura delocalizzata facevano parte – oltre a Raso, Giachino e Prettico – Marco Di Donato, Roberto Di Donato, Francesco Mammoliti e Bruno Nirta.
Per la DDA di Torino, l’organizzazione era riuscita a raggiungere con i suoi tentacoli i municipi di Aosta e Saint-Pierre (quest’ultimo comune verrà poi sciolto per infiltrazioni mafiose). Non solo: secondo gli inquirenti, il Locale era in grado di dialogare con la politica valdostana.Aspetto, quest’ultimo, che aveva portato i militari dell’Arma e il sostituto procuratore ad aprire un nuovo fascicolo, incentrato sul presunto condizionamento delle elezioni regionali del 2018. Si tratta dell’inchiesta Egomnia, da tutti definita la “costola” di Geenna, che – dopo aver terremotato il Palazzo del potere di piazza Deffeyes – si chiuderà con un decreto di archiviazione firmato dal gip di Torino su richiesta della Procura.
Ma facciamo un passo indietro e torniamo a Geenna. Oltre ai cinque imputati che avevano scelto il rito ordinario, vi sono altre persone alla sbarra (che avevano scelto l’abbreviato). Per loro, il processo sbarcherà in Cassazione ad aprile. Tra chi aveva deciso di essere giudicato con rito alternativo vi sono anche i fratelli Marco e Roberto Di Donato, Francesco Mammoliti e <CF1823>Bruno Nirta
(Federico Donato)