È nata anche in Valle l’associazione Friuli-Venezia Giulia e Dalmazia
Elettra Crocetti e Giovanni Sandri ai vertici della neonata associazione
È nata anche in Valle l’associazione Friuli-Venezia Giulia e Dalmazia.
A 80 anni dall’inizio del grande esodo giuliano-dalmata e istriano il dolore traspare ancora nei racconti di chi ha raccolto le testimonianze di parenti e amici.
Per non dimenticare sabato,18 febbraio, pomeriggio è nata la sezione aostana dell’associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia di cui è stata nominata presidente Elettra Crocetti che sarà affiancata alla vicepresidenza da Giovanni Sandri.
È quanto avvenuto alla bocciofila del Quartiere Cogne sabato scorso, dove erano convenuti i discendenti di profughi per l’evento Giuliano-Dalmati e Istriani in Valle d’Aosta.
A introdurre l’appuntamento l’assessora alle Politiche sociali del comune di Aosta Clotilde Forcellati. «Ricordare aiuta a rimarginare le ferite – ha sottolineato – e a non ripetere gli errori del passato».
Friuli-Venezia Giulia e Dalmazia: il punto sugli esuli
A fare il punto sulla comunità di esuli Sandri.
Prima ad arrivare in Valle d’Aosta, più precisamente a Pont-Saint-Martin, fu la famiglia Micchelini alla quale fu data una sistemazione di fortuna.
Il maggior numero di profughi, circa 400 persone, trovò ospitalità alle casermette ad Aosta e poi, via via, nelle case popolari.
«La Valle d’Aosta fu attenta – spiega Sandri – all’inserimento dei profughi nella comunità e sui luoghi di lavoro. Non ci fu, come in altre città, l’allestimento di campi».
Racconta Silvia: «Noi che arrivammo a Trieste siamo stati ospitati all’albergo Miramare in camerate da dieci famiglie.
Poi finimmo in un campo profughi con tanto di filo spinato e controlli di polizia.
Pur essendo a pochi passi dall’Istria eravamo considerati gli esuli e i profughi.
Per i ragazzi è stato molto difficile. Alcuni hanno vissuto anche 10 anni nei campi profughi».
Elettra Crocetti ha raccontato, con la voce rotta dall’emozione, le peripezie di sua mamma Maria lungo tutto lo Stivale per sfuggire ai controlli e scongiurare il soggiorno nei campi.
Infine è approdata a Lucca dove si è sposata per poi arrivare il Valle d’Aosta.
«Porto sulle mie spalle il carico di dolore di mamma che ha sempre desiderato tornare a casa».
Molti sono stati restii a raccontare le loro traversie.
A Enrico, la mamma ha consegnato una scatola piena di documenti solo due anni fa e ora sta ricostruendo quanto accaduto.
Si è parlato anche della numerosa comunità di Fertilia in Sardegna e di Torino «dove l’integrazione non fu mai un problema» dice Gigliola.
Il pomeriggio si è concluso con un brindisi a base palacinka e maraschino Luxardo.
Nella foto in alto, la presidente Elettra Crocetti (prima a destra) con Giovanni Sandri e due attori della compagnia Passepartout che hanno letto alcuni brani.
(danila chenal)