Un anno di guerra in Ucraina: un conflitto che sembra più lontano
Un anno di guerra in Ucraina: un conflitto che sembra più lontano.
La guerra è un atto contrario alla ragione umana</CF>. Le parole del filosofo e scrittore russo Lev Tolstoj in Guerra e pace – anno 1869, risuonano valide ma inascoltate anche 150 anni dopo. Oggi, venerdì 24 febbraio,è trascorso un anno dall’offensiva militare iniziata dalle Forze Armate della Federazione Russa in Ucraina.
Un anno dopo, secondo gli analisti, la popolarità di Putin non diminuisce, il rischio di escalation militare rimane ed è chiaro che le forze ucraine sono più che mai determinate a difendere il Paese e a contrattaccare.
I dati delle perdite sui due fronti non concordano.
Secondo l’Alto Commissario Onu per i diritti umani le vittime civili sono in Ucraina quasi 7 mila, 2700 uomini, 1800 donne, quasi 400 bambini.
I feriti tra la popolazione civile superano quota 17 mila. Sono quasi 5 milioni – il 10% della popolazione – gli ucraini fuggiti dal loro Paese.
Sono quasi 87 mila i militari russi rimasti uccisi, secondo il ministero della Difesa di Kiev.
Secondo l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Mosca avrebbe perso 280 aerei, 260 elicotteli e 1700 velivoli senza pilota, quasi 3 mila carri armati e 6 mila veicoli corazzati, oltre 600 missili.
Ci sarebbero anche 400 mila cittadini russi fuggiti all’estero, buona parte dei quali giovani che vogliono sfuggire alla leva obbligatoria. Dati drammatici che però fotografano reazioni ben diverse da un anno fa.
A un anno dall’inizio della guerra, è atteso un nuovo discorso di Putin, forse per annunciare la nuova offensiva russa nel Donbass, dove nel frattempo gli ucraini hanno riconquistato parti di territorio.
L’Occidente sembra aver scelto la soluzione militare al conflitto, continuando a fornire armamenti all’Ucraina.
La guerra però sembra essersi allontanata, sembra non riguardarci più da vicino. È guardata con maggiore distacco, nonostante le evidenti conseguenze economiche e sociali.
Guerra in Ucraina, un anno fa la mobilitazione in Valle
Un anno fa anche la nostra regione si mobilitò per inviare aiuti in Ucraina; le parrocchie di sant’Orso e di Saint-Martin de Corléans diventarono per settimane e settimane luoghi dove stoccare e confezionare abbigliamento, calzature, ma anche generi alimentari e medicinali.
Sono partiti pullman e tir carichi di aiuti, grazie alla generosità di tanti.
Dopo il censimento del Celva, a due settimane dall’inizio del conflitto, era giunta la disponibilità di una trentina di Comuni a ospitare profughi, tra spazi e strutture pubbliche e alloggi.
Nel mese di aprile, l’azienda Usl della Valle d’Aosta ha aveva donato ai soccorritori di Kiev due ambulanze e un’automedica, attraverso i colleghi della Croce Rossa di Leopoli.
Palazzo regionale si era tinto dei colori della bandiera ucraina e a metà marzo, sotto una pioggia battente, l’Istituto Orfanotrofio Salesiano Don Bosco di Châtillon aveva organizzato una marcia per la pace.
A Chavonne, l’amministrazione regionale e la Protezione Civile hanno allestito il centro di prima accoglienza gestito dalla Croce Rossa, dove sono transitati circa 500 cittadini ucraini.
Alle iniziative pubbliche, al sostegno dell’amministrazione regionale, dei Comuni, delle parrocchie, dell’azienda Usl e della Fondazione Comunitaria, si erano aggiunti i viaggi organizzati in modo privato, per offrire il proprio contributo; è il caso di Yurij Dmytriyiv, che per tre volte – l’ultima qualche settimana fa – ha raggiunto il Suo paese per consegnare aiuti e medicinali al Battaglione Hospitallers, un’organizzazione di medici e paramedici, volontari e professionisti che si occupa del primo soccorso e del trasporto dei feriti gravi verso gli ospedali.
Oggi presidio in piazza Chanoux
Unione Popolare ha organizzato per oggi, venerdì 24 febbraio, un presidio e volantinaggio, dalle 17 alle 19 in piazza Chanoux.
Nella foto in alto, uno scatto d’archivio dalla marcia per la pace organizzata a Châtillon lo scorso anno.
(cinzia timpano)
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