“Niente da dichiarare”, peccato che nella sua auto una donna russa trasportasse 22 opere d’arte ucraine
L'episodio è accaduto il primo marzo al traforo del Gran San Bernardo. Le opere sono state sequestrate
Il modus operandi è sempre lo stesso: alla domanda del personale Adm del traforo del Gran San Bernardo “qualcosa da dichiarare?” la risposta è “nulla”. Peccato che dal controllo poi anche in questo caso è emerso qualcosa.
La donna, nata in Russia, con passaporto ucraino e domicilio in Svizzera, ai doganieri il primo marzo aveva dichiarato di lavorare nel mondo dell’arte e che le stava facendo arrivare in Italia – a Milano avrebbe un amico – per ‘salvarle dalla guerra’.
Donna indagata
La Procura di Aosta ha indagato la donna per importazione illecita di beni culturali. Gli inquirenti vogliono accertare da un lato la provenienza di queste opere e dall’altro verificare se, anche in base alla normativa ucraina, possano essere definite dei beni culturali.
Il valore complessivo delle opere – quadri, sculture e collage – non è elevato: per 21 di queste non supererebbe gli 11 mila euro totali. Diverso. Da accertare invece il valore di un’opera – una scultura denominata ‘Walking cloud’ – di cui esistono varie versioni.
Dopo la scoperta nel portabagagli dell’auto delle 22 opere, era scattato il sequestro. Dopo l’esame svolto dai carabinieri nel Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Torino, l’episodio ha avuto un risvolto penale. Il gip del tribunale di Aosta ha convalidato il decreto di sequestro emesso dal pm Giovanni Roteglia, a cui sono affidate le indagini.
(re.aostanews.it)