Cime Bianche: «lo sci non basta, non rincorriamo progetti faraonici»
I promotori della petizione 'Salviamo il vallone di Cime Bianche' chiedono di non considerare soltanto lo sci ma di diversificare l'offerta
Cime Bianche: «lo sci non basta, non rincorriamo progetti faraonici».
In montagna si va sempre meno per sciare.
Lo rivela un report recentemente pubblicato dall’Osservatorio Confcommercio-Swg, che piazza al quinto e ultimo posto lo sci fra le “motivazioni che spingono i vacanzieri a muoversi”.
A citarlo è Marcello Dondeynaz, tra i promotori della petizione Salviamo il vallone di Cime Bianche.
Lo studio verrà evocato in Consiglio Valle da Chiara Minelli, durante il dibattito sul collegamento intervallivo sul quale si va avanti secondo quanto decretato dall’aula.
Parola d’ordine «diversificare»
Per Dondeynaz e firmatari il modello di sviluppo per i comprensori sciistici valdostani, che non prescinde dallo sci, è la diversificazione dell’offerta.
«Escursioni naturalistiche, degustazioni enogastronomiche, relax in spa o centri benessere e addirittura lo shopping sono le quattro attività più importanti indicate dagli intervistati» sottolinea e aggiunge: «Dobbiamo considerare che la domanda invernale non si esaurisce con lo sci.
Esiste un cambiamento culturale di approccio alla montagna».
Ammodernare gli impianti esistenti
«La priorità è ammodernare gli impianti esistenti per reggere la concorrenza – prosegue Dondeynaz – e non rincorrere progetti faraonici.
Inoltre la Regione dovrebbe adottare una politica di promozione unitaria».
Conclude: «Non esiste solo l’inverno» e cita la realizzazione «del Centro visita dell’oceano perduto nel vallone Cime Bianche che potrebbe far funzionare gli impianti quasi tutto l’anno».
(danila chenal)