Turismo: sì alla legge per il recupero di immobili da destinare strutture ricettive
Turismo, sì alla legge per il recupero di immobili da destinare strutture ricettive. Il Consiglio Valle ha approvato – 19 voti a favore e 15 astensioni – un disegno di legge che contiene disposizioni in materia di strutture turistico-ricettive.
Citando in aula quanto riferito dall’assessore al Turismo Giulio Grosjacques – 161 autorizzazioni di recupero e 102 pareri per l’articolo 90 ter (centri benessere) – il relatore Paolo Crétier ha sottolineato: «si tratta quindi di una norma con un impatto importante nell’evoluzione del settore» .
La relazione
«Negli anni sono nate alcune criticità rispetto ai Piani regolatori generali comunali – ha detto Cretier (Fp-Pd) – e gli adeguamenti sono necessari per limitare iniziative non coerenti con lo spirito originario delle norme oltre che per gli standard di mercato. Queste modifiche evidenziano bene la necessità di recuperare l’enorme patrimonio presente in molti comuni che vedono nel proprio territorio incrociarsi i percorsi del Cammino Balteo e della Via Francigena con il transito di escursionisti amanti della natura vissuta in modo “lento” e interessati a offerte di servizi lungo il percorso prescelto tipicamente a tappe».
Tre obiettivi
Il primo, dare concretamente un’occasione di recupero ai fabbricati esistenti; il secondo collegato al primo è quello di contenere il consumo di suolo; il terzo è offrire dei servizi territoriali diversi a costi differenziati a clientele che non cercano i servizi alberghieri ma che si muovono su un itinerario, giorno dopo giorno.
Il dettaglio
In dettaglio sono escluse dai benefici urbanistici le strutture che siano oggetto di riduzione del volume o della superficie complessiva; viene fissato un rapporto tra le superfici da destinare a centro benessere e le superfici di servizio delle strutture ricettive, in modo da sostenere la prevalenza dell’attività ricettiva rispetto al centro benessere, così come vengono introdotti un vincolo di destinazione d’uso per le strutture che beneficiano degli incrementi e un vincolo specifico all’uso nell’ambito delle attività consentite nei centri benessere; si escludono di fatto gli interventi di nuova costruzione degli ostelli per la gioventù e i posti tappa escursionistici (dortoirs), al fine di privilegiare le forme di riuso anche di interi nuclei preesistenti e disponibili”.
Il dibattito
«Oggi ci viene chiesto di esprimerci su un testo – ha detto Luca Distort (Lega Vda) – molto diverso da quello che abbiamo approvato. Non è nostra intenzione boicottare questo disegno di legge ma ci preme rilanciare l’appuntamento al prossimo atto normativo annunciato dalla maggioranza che dovrebbe avere una visione più ampia del mondo dell’imprenditoria: un mondo che segue delle regole non improntate solo al mero profitto ma alla valutazione costi/benefici».
Per Erika Guichardaz (Pcp) «questa norma è l’ennesima toppa a dimostrazione che non vi è una visione complessiva».
Secondo Pierluigi Marquis (Forza Italia) «serve una riforma complessiva del settore turistico perché la creazione di nuove leggi spesso confliggenti tra loro non ci rende competitivi nei confronti delle altre Regioni che sono molto più evolute in questo senso».
Albert Chatrian (Av-VdaUnie) ha osservato: «L’obiettivo di questo provvedimento è fare ordine. A monte ci sono state delle criticità e quando queste vengono evidenziate bisogna avere la capacità e la forza di trovare le migliori soluzioni. La nostra visione politica vuole rispondere alla necessità di recuperare l’enorme patrimonio edilizio valdostano».
Per Claudio Restano (Misto) «questa legge cerca di dare delle risposte concrete all’imprenditoria e deve porsi come base per iniziare un discorso più profondo tarato sulle diverse esigenze dei territori: la norma del futuro dovrà consentire di recuperare il patrimonio immobiliare, valorizzare il territorio ma anche di sostenere chi fa investimenti improntati non solo sul guadagno ma basati sulla passione per la propria professione».
Infine l’assessore Grosjacques ha detto: «Con questo provvedimento non stiamo precludendo agli imprenditori la possibilità di ampliare, stiamo mettendo delle regole, perché nei 263 pareri si sono verificate delle anomalie. Non c’è niente che impedisca l’attività imprenditoriale, viene semplicemente messa la parola fine ai cambi di destinazione d’uso delle attività turistico-ricettive».
(re.aostanews.it)
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