Il performer Sinopoli aggredito: «Non voglio gay in palestra», Arcigay: «L’omotransfobia c’è anche in Valle»
I fatti sono avvenuti in una palestra di Aosta
«Non ho paura di dire che subito dopo questa aggressione sono rimasto scioccato e che ho pianto, ma la cosa che conta per me è aver avuto il coraggio di rispondere. Di rispondere a questa persona e di condividere quanto successo con altre persone». Così, in un lungo post su Instagram, Leonardo Sinopoli, performer aostano classe 1998, che ha denunciato sui propri canali social un’aggressione verbale a sfondo omofobo di cui è stato vittima. La vicenda è stata raccontata da Gazzetta Matin sul numero del 5 giugno.
L’aggressione al performer Leonardo Sinopoli
I fatti sono avvenuti mercoledì 31 maggio in pausa pranzo, nella palestra Dinamix Gym di Aosta, a pochi passi dal centro storico. Protagonisti della vicenda l’artista rossonero e un altro frequentatore della struttura, un uomo sulla trentina. Da un lato, il trentenne che – con termini coloriti – afferma di non gradire la presenza di omosessuali in palestra. Dall’altro, Sinopoli che non ci sta e lo affronta. Dalle parole non si è passati alle mani e il confronto è rimasto sul piano verbale, ma l’episodio ha destato clamore sui social.
La testimonianza
«L’aggressione che ho subito non è un caso isolato. Affermare ad alta voce negli spogliatoi di non volere persone gay in palestra perché ti danno fastidio non è un’opinione. La libertà di espressione ed esprimere una propria opinione sono cose ben lontane da questo – scrive Sinopoli sulla propria pagina Instagram -. Basta giustificare le persone, non si tratta solamente di ignoranza, si parla di persone violente. Non ho paura di dire che subito dopo questa aggressione sono rimasto scioccato e che ho pianto, ma la cosa che conta per me è aver avuto il coraggio di rispondere. Di rispondere a questa persona e di condividere quanto successo con altre persone. Sapete che cosa ho scoperto? Di essere circondato da tante belle persone pronte a sostenermi».
Sinopoli: «Non concedo più a nessuno di trattarmi così»
Non sono più ai tempi del liceo quando, dopo l’ennesima aggressione subita, a 16 anni ho deciso di cambiare città e di trasferirmi da Aosta a Firenze da solo; sono letteralmente scappato dalla mia città portandomi dietro traumi su cui sono finalmente riuscito a lavorare. Adesso di anni ne ho 24 e non concedo più a nessuno di trattarmi così».
Sinopoli: «Non è un caso isolato»
Sinopoli ha ricevuto diversi attestati di solidarietà, in primis quello dei gestori della palestra. «La mia fortuna più grande è stato scoprire di avere una famiglia fantastica e in questo episodio in particolare ringrazio Queer VdA e la palestra Dinamix Gym per essere intervenuti subito – si legge ancora -. Io questa volta non ho avuto paura di rispondere all’ennesimo episodio violento e come accennato, so di avere tante persone intorno a me su cui contare. Ma come dicevo prima questo non è un caso isolato».
Per la Dinamix Gym, a commentare l’accaduto è stato Mattia Cignetti, istruttore della palestra che era presente quando si sono verificati i fatti. «Abbiamo sentito la versione di entrambi e ora valuteremo il da farsi – spiega -. Avrei preferito essere chiamato subito, così avremmo risolto il problema alla radice. Si è trattato di un episodio spiacevole e fastidioso».
Il commento di Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA
«Si è appena inaugurato il Pride Month e continuano ad arrivarci segnalazioni di discriminazioni e di aggressioni nei confronti di persona LGBTQIA+ nella nostra regione – scrive Arcigay Valle d’Aosta Queer VdA in un post sui social commentando l’episodio -. Leonardo, un nostro tesserato e un artista di fama mondiale, ha subito un’aggressione verbale, che per poco non è sfociata in un’aggressione fisica, nella palestra che frequenta, come lui stesso ha raccontato sui suoi canali social. Ringraziamo, sinceramente, il proprietario della palestra che è intervenuto prendendo provvedimenti contro il violento, ma queste situazioni si ripresentano quotidianamente, magari senza nemmeno che se ne venga a conoscenza».
«L’omotransfobia c’è anche qui»
Ancora. «Troppe volte viene propinata la strumentale bugia del fatto che qua, in Valle d’Aosta, questi problemi non esistano, che siamo immuni dall’omobitransfobia. Semplicemente, non ci sono strumenti di raccolta delle segnalazioni, perché non esiste reato o perché chi ne è vittima spesso non trova la forza di denunciare».
Il form
«Come Associazione, vogliamo dire che noi ci siamo, che continueremo a combattere affinché tutto questo non sia normalità, ma diventi un comportamento ritenuto intollerabile e che non possa avere diritto di cittadinanza in un’Italia dove l’articolo 3 della Costituzione garantisce il rispetto dell’individualità, in ogni sua declinazione. E, soprattutto, in uno Stato dove le istituzioni o latitano o si fanno complici, per legge, di questa recrudescenza fascista.
Abbiamo un Google form per raccogliere le segnalazioni di discriminazioni e di aggressioni, che ci serve per poter quantificare il fenomeno, per poter monitorarlo, per maturare sempre più consapevolezza su quello che accade. Trovate il Google form a questo link e vi preghiamo di compilarlo ogni volta che siete vittime di episodi di omobitransafobia».
(Thomas Piccot)