Frutticoltura: meno mele ma di qualità, il caldo ha messo a dura prova la Renetta
La drosophila, conosciuta come il moscerino della frutta, causa perdite importanti per i piccoli frutti; buona annata per le castagne
Frutticoltura: meno mele ma di qualità, il caldo ha messo a dura prova la Renetta.
Buona qualità, ma quantità ridotta per le mele, in particolare per le renette, piccoli frutti colpiti in maniera importante dalla drosophila e castagne che promettono bene, vista la scarsa incidenza dell’ormai celeberrimo cinipide.
Nonostante i cambiamenti climatici che stanno mettendo a dura prova tutto il pianeta e a maggior ragione il mondo dell’agricoltura, è questo lo stato di salute delle mele in generale della frutticoltura made in VdA.
A fare le carte al settore è Ivan Barrel, responsabile dell’Unità frutticoltura dell’Institut Agricole Régional, che analizza i diversi ambiti
Meno mele ma di qualità
«Per le mele assistiamo a una stagione abbastanza nella norma a livello di epoca di raccolta – spiega Barrel -.
Quella della Gala è già terminata e ora siamo nel pieno di quella relativa alla renetta».
A livello di quantità, ci sarà un calo rispetto al 2022.
«Il raccolto sarà inferiore, in particolare a causa della renetta – evidenzia Barrel -.
Il caldo dello scorso anno ha portato uno stress termico sulle piante, impedendo la corretta differenziazione a fiore delle gemme, fatto che si ripercuote su questa stagione.
I caldi anomali, insomma, non hanno favorito il processo.
Il 2023 è andato meglio e ne guadagnerà l’annata successiva.
Inoltre, la grande produzione dello scorso anno inciderà sull’ammontare 2023, alla luce della fisiologica alternanza di produzione.
I frutteti hanno un carico eterogeneo, con piante totalmente scariche e altre invece ricche».
Per quanto riguarda la qualità, «è sempre buona, le mele sono belle, anche se chi non ha gestito correttamente l’irrigazione avrà un calibro più basso di frutti – rivela ancora -.
Ora, però, mancano le escursioni termiche, la notte non fa freddo e questo non favorisce la qualità in termini di colori, aromi e zuccheri, soprattutto sulle specie che si raccolgono da qui in avanti. In ogni caso, le mele sono belle, il calibro in generale buono e la qualità c’è».
Piccoli frutti in piccole quantità
Non se la passano tanto bene, invece, i piccoli frutti.
«Quest’anno abbiamo avuto una maggiore pressione dalla drosophila, arrivata prima e causa di grandi perdite – rivela Ivan Barrel -.
Fragole, lamponi, more, ma anche pesche e albicocche, sono stati attaccati da questo parassita; gli inverni miti favoriscono, purtroppo, questi fenomeni».
Ci sono delle contromisure?
«Ci sono ovviamente i trattamenti chimici, ma su queste colture è difficile usarli – ammette Barrel -.
L’unica cosa è la posa di reti di copertura, ma non tutti possono attuare questa difesa».
L’IAR sta lavorando a una soluzione. «Siamo al terzo anno del progetto ministeriale per lanciare il ganaspis, un insetto antagonista naturale della drosophila – racconta ancora -. Facciamo dei lanci di questo insetto e puntiamo a parassitizzare le forme “giovanili” della drosophila.
Cerchiamo di capire se sia in grado di superare l’inverno e insediarsi, nonché la sua abilità di parassitizzazione.
Una cosa simile per il cinipide ha funzionato, creando un equilibrio biologico; speriamo di avere risultati incoraggianti»
Qui Cofruits: 2 mila quintali in meno di mele
Conferma in linea di massima l’analisi del tecnico dell’IAR Renzo Bionaz, presidente della cooperativa Cofruits, che parla però di una perdita di circa 2 mila quintali sull’anno precedente, un -10% legato in particolare alle difficoltà riscontrate dalla renetta.
«La raccolta è buona, ottima a livello di qualità, anche se stiamo patendo un po’ per quanto riguarda la renetta – spiega Bionaz-.
Delizia e Gala, ad esempio, sono molto belle. Delle prime ne avremo circa 10 mila quintali, in crescita sul 2022, delle gala circa 1.500, comunque in salita».
Discorso diverso, appunto, per la renetta.
«A causa del caldo dello scorso anno, molto probabilmente, abbiamo piante cariche in maniera diversa, alcune completamente vuote, altre con una buona produzione – sottolinea ancora -.
Diciamo che avremo un raccolto dimezzato, circa 2 mila quintali contro i 4 mila del 2022 e arriveremo a raggiungere un totale di 13-14 mila, qualcosa in meno dei 15 mila dell’annata trascorsa.
Tutto sommato, comunque, siamo soddisfatti, anche perché a quanto pare a Bolzano e in altre zone la situazione è molto simile alla nostra»
Cooperativa Il Riccio: buona annata per le castagne
Le premesse sono ottime, ma bisognerà attendere ancora un po’ prima di capire qualcosa di più per quanto riguarda le castagne, come spiega Marie Badery della Cooperativa Il Riccio di Lillianes.
«La situazione promette sicuramente bene – racconta Marie Badery-.
Le piante non hanno patito la scarsità di acqua, il cinipide non si è visto, quantomeno non in maniera significativa altre annate, e ora non ci resta che sperare in un ottobre non troppo caldo, perché si potrebbe rovinare tutto».
I castagni, fortunatamente, hanno retto l’urto.
«I ciliegi si sono in parte seccati, ma per fortuna nostra l’acqua arrivata a maggio è servita – conclude -. Ora ci vorrebbe, però, un po’ di tempo autunnale come si deve. Siamo comunque nei tempi giusti, speriamo solamente che non si rovini tutto, ma è ancora presto per tirare le somme».
(alessandro bianchet)