Spot di Esselunga: la pesca piace all’Associazione Genitori Separati
Scrive Valentini: «la cattiva gestione della genitorialità nelle separazioni può essere superata con un gesto semplice, non intellettuale, come il dono di una pesca tra i due genitori separati attraverso la mediazione della figlia»
Spot di Esselunga: la pesca piace all’Associazione Genitori separati. A sottolinearlo è il presidente Ubaldo Valentini in un comunicato che parla di «spot pubblicitario intelligente e coinvolgente» e di «un gesto semplice, non intellettuale». Per l’associazione «la pesca è simbolo di una esigenza di collaborazione tra i genitori non più conviventi perché l’amore di coppia può terminare ed è assurdo volerlo imporre nuovamente mentre la genitorialità dura tutta la vita. Questo il senso del delicato e coinvolgente messaggio dello spot pubblicitario» e trova «assurda la polemica ad arte montata attorno a questo spot pubblicitario».
Scrive Valentini: «la cattiva gestione della genitorialità nelle separazioni può essere superata con un gesto semplice, non intellettuale, come il dono di una pesca tra i due genitori separati attraverso la mediazione della figlia».
Il messaggio
«Il messaggio pubblicitario di Esselunga non piace a chi non è abituato a riflettere sui disagi provocati nei figli dalla conflittualità genitoriale e – prosegue la nota -, di conseguenza, non accetta che vengano proposti alla nostra riflessione in modo diretto, seppur delicato, coinvolgente e, diciamolo pure, provocatorio. Si evidenzia la difficile situazione dei minori coinvolti nelle separazioni dei genitori, indicando, però, la soluzione: la pesca dell’amore filiale per superare le barriere psicologiche da troppe istituzioni innalzate contro quei minori che dovrebbero difendere. Costoro, forse, rigettano lo spot pubblicitario perché vorrebbero messaggi esistenziali meno chiari e meno propositivi e una pubblicità formale, quasi sempre vuota».
«La nostra associazione genitori separati per la tutela dei minori da ventisei anni, andando controcorrente, propone, in nome dei figli, non il ricongiungimento dei genitori ma il contenimento della conflittualità con rapporti civili perché la genitorialità va oltre la convivenza che non c’è più e che, abitualmente, non può essere riproposta» spiega ancora Valentini.
(re.aostanews.it)