Bufera sul post «Avete rotto i coglioni»: ecco la verità
Il sindacato dei giornalisti valdostani richiama tutti ai valori della tutela della dignità del lavoro e della libertà di stampa: «se un fatto ha rilevanza pubblica, lo decide un giornalista sulla base della deontologia e della legge e dell’articolo 21 della nostra Costituzione in particolare».
Di bufera social ha parlato ieri la nostra testata, in relazione alle eloquenti parole – «avete rotto i coglioni» – utilizzate dalla consigliera comunale Sarah Burgay che, via Facebook ha annunciato la sua cancellazione dell’arcinoto gruppo FB ‘Sei di Aosta se…’, stufa dei commenti su piste ciclabili, alberi in città ecc…
E bufera è stata con il post della consigliera di PCP cancellato, ma comunque circolato in rete e oggetto di commenti e richieste di spiegazione e al quale ha risposto per le rime l’amministratrice del gruppo Sandra Moschella.
Dopo aver minacciato diffida via FB e non avendo ricevuto immediata risposta (perchè il collega era in pausa pranzo!) l’amministratrice si è presentata in redazione, accusandoci di aver leso la sua privacy per aver diffuso il suo altrettanto eloquente commento.
Scriviamo questo perchè i successivi commenti dell’amministratrice su una presunta «autorizzazione» avuta da lei al nostro articolo NON corrispondono a verità e ledono la professionalità, non solo del collega che si è occupato della notizia – perchè di questo si tratta – ma dell’intera testata.
Non ci è neanche piaciuto il riferimento a presunti «bocconi troppo ghiotti per alcuni». Non c’è alcun boccone ghiotto, c’è una notizia che riguarda un amministratore del capoluogo.
Noi riteniamo di aver fatto semplicemente il nostro lavoro perché, lo ripetiamo, di notizia trattasi, per la quale non abbiamo bisogno di alcuna autorizzazione, tanto meno da parte degli amministratori di un gruppo Facebook.
Riportiamo qui sotto, integralmente, il comunicato del sindacato dei giornalisti valdostani, nella speranza che serva a fare chiarezza.
Il Comunicato dell’Associazione Stampa Valdostana
Per riportare una notizia non serve l’autorizzazione di nessuno
Chi può «autorizzare» la pubblicazione di un articolo di giornale, di un servizio televisivo, di un altro contenuto d’informazione?
Nessuno, se non la Costituzione.
In Italia non esiste la censura, né può farla un gruppo Facebook.
L’Associazione Stampa Valdostana, sindacato dei giornalisti valdostani, richiama tutti ai valori della tutela della dignità del lavoro e della libertà di stampa: se un fatto ha rilevanza pubblica lo decide un giornalista sulla base della deontologia e della legge e dell’articolo 21 della nostra Costituzione in particolare.
Allo stesso modo, è garantito il diritto di replica, a tutti.
L’Asva ritiene inaccettabili toni e sentenze espressi all’interno di un gruppo Facebook dedicato alla città di Aosta, non nuovo ad attacchi ai giornalisti, la cui amministratrice in passato si è resa autrice di una «lista di proscrizione» delle testate amiche e di quelle sgradite al gruppo stesso.
In particolare, la vicenda riguarda un post pubblicato dalla consigliera comunale di Aosta Sarah Burgay, che ha espresso la sua opinione con toni forti (sui quali non spetta a noi entrare nel merito).
Come consigliera comunale, è un personaggio pubblico, in quanto tale degno di attenzione da parte dei cronisti.
Allo stesso modo, la pagina Facebook conta oltre 26 mila iscritti.
La presa di posizione della consigliera comunale è stata riportata da alcuni giornali locali: in un caso, l’amministratrice del gruppo ha dichiarato si trattasse «dell’unico articolo autorizzato», dopo aver minacciato la stessa redazione del giornale di azioni legali per aver violato la presunta privacy della vicenda ed essersi «fiondata» (per usare le sue stesse parole) nella sede della testata in questione, pretendendo di parlare con il giornalista che ha dato la notizia.
Atteggiamenti di questo genere non sono tollerabili: ribadiamo ancora una volta che nessuno può autorizzare o non autorizzare qualcuno a scrivere un fatto di interesse pubblico.
(re.aostanews.it)