Sciopero medici e infermieri del 5 dicembre in Valle d’Aosta: «No allo smantellamento del sistema sanitario pubblico»
Da sinistra Gianluca Brienza, Marcello Giudice, Antonio Ciccarelli
Sanità
di Arianna il
05/12/2023

Sciopero medici e infermieri del 5 dicembre in Valle d’Aosta: «No allo smantellamento del sistema sanitario pubblico»

Medici e infermieri con le braccia incrociate per 24 ore anche in Valle. Al Parini di Aosta ci sono 75 posti letto in meno a causa della carenza di personale: «Una volta professioni sanitarie nel pubblico attrattive, adesso non più. Durante il Covid eravamo eroi, e adesso?»

Anche la Valle d’Aosta ha aderito allo sciopero nazionale promosso dal sindacato di medici e dirigenti sanitari italiani ANAAO ASSOMED e Federazione CIMO- FESMED. Per 24 ore anche i medici e gli infermieri valdostani, fino alla mezzanotte di oggi, si asterranno dal loro lavoro per protestare contro quello che definiscono in sintesi «uno smantellamento del sistema sanitario pubblico». Non sono ancora disponibili i dati dell’adesione valdostana, quella nazionale è  stata ampia raggiungendo l’85%.

#cambiamolamanovra24

L’hastag lanciato dalle associazioni di categoria è #cambiamolamanovra2024. «Se guardiamo agli investimenti in sanità degli ultimi 10 anni – evidenzia il dott. Marcello Giudice, segretario CIMO Valle d’Aosta – la quantità di risorse allocate è drasticamente diminuita». Quello che infatti chiedono i sanitari del servizio pubblico sono risorse congrue per il rinnovo dei contratti di lavoro, le risorse stanziate per la sanità dal governo Meloni sono giudicate insufficienti.

La manovra che penalizza i lavoratori del SNN

Non solo, tanta amarezza per il taglio alle pensioni previsto dalla manovra. Circa 50.000 dipendenti, secondo i sindacati, subiranno un taglio dell’assegno previdenziale tra il 5 e il 25%. «Siamo stati osannati come eroi durante il Covid – sottolinea Gianluca Brienza, coordinatore della sala operatoria del Parini, in sciopero anche lui nella hall dell’ospedale – e ora? Questo è il trattamento?».

Il 50% dello stipendio di medici e dirigenti, inoltre, va allo stato, denunciano, e per continuare a rendere ancora attrattive le professioni sanitarie pubbliche è necessario detassare i lavoratori. «Una volta – spiega il dott. Antonio Ciccarelli, vicesegretario regionale ANAAO ASSOMED Vda – entrare nel sistema sanitario nazionale era quello che desideravano in molti. Ora chi può lavora nel privato, o va all’estero».

Mancanza di personale

Fare il medico in Italia non è più il sogno di molti, anzi non lo è affatto. Ne paese mancano circa 30.00 medici e 70.000 infermieri e oltre 100.000 posti letto (dati Forum delle 30 Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani, maggio 2023).

Difficile quantificare con esattezza i volumi della piccola regione Valle d’Aosta, ma per provare a rendere chiara la dimensione del fenomeno anche in Valle i medici rispondono così: «Attualmente l’ospedale ha 75 posti in meno – spiega il dott Ciccarelli – posti che sono stati eliminati per la mancanza di personale. Basti pensare che le 40 persone in attesa in emergenza, in questo momento avrebbero tutte potuto avere un posto letto».

 

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