Suicidio assistito, soddisfazione per il parere favorevole degli enti locali
Le consigliere regionali Erika Guichardaz e Chiara Minelli (Pcp) sul voto positivo dell'assemblea del Cpel alla proposta di legge sul suicidio assistito che regola le condizioni già poste dalla Consulta
«Una tematica importante e molto sentita anche da parte dei valdostani» quella del suicidio medicalmente assistito, secondo le consigliere regionali Pcp Erika Guichardaz e Chiara Minelli, che esprimono soddisfazione per il parere favorevole espresso dagli enti locali.
L’assemblea del Cpel, consorzio permanente degli enti locali, si è confrontata martedì 19 marzo sulla proposta di legge n. 135 depositata dalle due consigliere.
Il voto è stato positivo, ma i sindaci hanno evidenziato «la necessità di un intervento del legislatore nazionale al fine di rendere omogenea, in tutte le regioni, l’applicazione di quanto stabilito dalla Corte costituzionale».
La proposta di legge
Le consigliere di Progetto civico progressista hanno accolto l’invito dell’associazione Luca Coscioni, facendo propria la proposta di legge Liberi subito, liberi fino alla fine già accolta da altre 14 regioni.
L’obiettivo della proposta di legge è definire tempi e procedure perché le persone possano usufruire del suicidio medicalmente assistito in seguito a quanto sancito dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019.
La soddisfazione per il parere dei sindaci
«Si tratta di una tematica importante e molto sentita anche da parte dei valdostani» dicono le consigliere.
«Concordiamo con la necessità evidenziata dai sindaci di richiedere un intervento normativo del legislatore nazionale. Rileviamo però che è proprio l’assoluta chiusura del Governo Meloni verso qualsiasi intervento volto a permettere ai cittadini di accedere alla procedura di suicidio assistito, che ha spinto l’associazione Luca Coscioni a promuovere una legge a livello regionale, proposta a tutti i Consigli, facendo leva sulla sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale».
«La legge regionale non legalizza nulla, non aggiunge nulla, ma regola solamente le condizioni già poste dalla Consulta, in modo da evitare che il malato debba adottare la via giudiziaria per veder garantito un diritto in tempi certi» evidenziano Guichardaz e Minelli.
«Una tappa intermedia, quindi, rispetto al risultato più ampio di una norma nazionale che dovrà evitare la diversità di trattamento da regione a regione per i malati».
«Ora – concludono le consigliere -auspichiamo che la quinta Commissione consiliare dia avvio al più presto all’iter della legge, e non succeda come per altre leggi, depositate da quasi due anni e ferme in Commissione».
La proposta di legge si compone di 6 articoli che sanciscono:
- la garanzia della necessaria assistenza sanitaria
- l’individuazione delle condizioni di accesso alla pratica secondo quanto stabilito dalla Corte costituzionale
- la previsione di una Commissione medica che verifichi le condizioni
- la disciplina della procedura e dei tempi (massimo 0 giorni)
- la gratuità della prestazione
- la clausola di invarianza finanziaria
(erika david)