Elettrificazione ferrovia: confermata la fine lavori per il 2026
La posa del primo degli oltre duemila pali per l'elettrificazione della linea ferroviaria
ATTUALITA'
di Sonia Marchese  
il 08/10/2024

Elettrificazione ferrovia: confermata la fine lavori per il 2026

L'illustrazione dei lavori questo pomeriggio in occasione della posa del primo palo per l'elettrificazione della tratta in Valle d'Aosta

Elettrificazione, efficientamento degli incroci, interventi di adeguamento e accessibilità sulle stazioni, il tutto entro il 2026.

Questo l’elenco di Rete Ferroviaria Italiana degli interventi fatti finora, e da fare, sulla tratta ferroviaria Torino-Chivasso-Ivrea-Aosta, illustrato oggi, martedì 8 ottobre, a Châtillon,  nell’incontro in occasione della posa del primo palo per l’elettrificazione e della sigla del protocollo di intesa firmato da Piemonte, Valle d’Aosta e Rfi.

Un accordo che va oltre, «un progetto molto più ampio che vede lo sviluppo a medio termine dell’elettrificazione in modo da avere un collegamento unico e un miglioramento dell’intera rete Torino Aosta».

Giampiero Strisciuglio (Amministratore Delegato RFI)

A illustrare l’intervento, da circa 200 milioni di euro per la tratta di 66 km, Giampiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rfi.

«Lavoriamo su infrastrutture del 1850 circa, agendo su gallerie, stazioni, per insediare un’infrastruttura elettrica avendo molto rispetto del territorio».

Si tratta di «interventi di grande complessità» proprio perché si agisce su «opere d’arte, in ferrovia si chiamano così perché sono grandi opere ingegneristiche» precisa l’Ad.

«Ringrazio la comunità per lo spirito con cui si affronta la chiusura di una rete ferroviaria per un tempo abbastanza consistente, ma è un necessario non solo per il rispetto dei tempi, ma perché noi possiamo lavorare in sicurezza e in qualità» spiega Strisciuglio.

«Ecco perché in alcuni contesti siamo obbligati a chiudere alcune infrastrutture. Solo con un percorso come questo comune, condiviso e con concretezza, possiamo migliorare le infrastrutture rendendole moderne, più sostenibili e più efficienti».

L’Ad di Rfi Giampiero Strisciuglio, l’assessore Luigi Bertschy e l’assessore piemontese Marco Gabusi

Bertschy: «Con oggi si firma la concretezza»

Luigi Bertschy, assessore regionale ai Trasporti, sottolinea come la giornata di oggi rappresenti «un’attenzione concreta alla ferrovia Torino -Chivasso -Ivrea- Aosta, al di là dei tanti governi che si sono susseguiti, da subito c’è stata la volontà di lavorare insieme per concretizzare un obiettivo comune, cioè avere un’infrastruttura che completa Rete Ferroviaria Nord-Ovest, e avere nuove attenzioni per gli investimenti e lo sviluppo».

«I nuovi lavori, come abbiamo sempre detto, non ridurranno drasticamente i tempi di percorrenza, che un po’ miglioreranno, ma le migliorie permetteranno sicuramente di avere un viaggio più lineare senza cambi come invece è avvenuto finora».

Agli interventi tra Aosta e Ivrea, che prevedono la realizzazione di tre nuove sottostazioni elettriche (a Donnas, Châtillon e Aosta), l’adeguamento delle opere d’arte e delle gallerie, si aggiungono, inoltre, l’adeguamento e il miglioramento dell’accessibilità a tutte le stazioni, gli efficientamenti degli incroci a Strambino, Montanaro, Nus e Hône-Bard e l’installazione del più moderno Sistema di Controllo Marcia Treno.

Confermato il 2026 per la fine lavori

Prende la palla al balzo la consigliera regionale (Rete Civica Valle d’Aosta) Chiara Minelli a margine della conferenza stampa per la firma del protocollo di intesa chiedendo conferma sulle tempistiche dei lavori all’amministratore delegato di Rfi, che non si fa attendere.

«Vogliamo una conferma sui tempi perché abbiamo visto che la partenza dei lavori è stata rallentata, quindi la sua conferma ci conforta molto».

Minelli chiede inoltre delucidazioni sulla fattibilità di un ampliamento del sedime prevedendo a futuri raddoppi selettivi per la Valle d’Aosta ma è secca la risposta dell’amministratore delegato di Rfi.

«Ci ha chiesto il rispetto della tempistica e gliel’ho confermata. Il percorso virtuoso sarà tarato in base alle esigenze e la parte tecnica tirerà fuori le diverse alternative progettuali , valutando la soluzione tecnica-economica più adatta a rispondere a queste esigenze».

(sonia marchese)

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