Su il sipario sui Mondiali di fondo di Trondheim, Pellegrino all’ultima recita iridata: «Tornerò felice se arriverà una medaglia»
Il capitano degli azzurri suona la carica; Francesco De Fabiani: «Spero di esserci per la staffetta»; Federica Cassol e Nadine Laurent: «Vogliamo fare esperienza»
Su il sipario sui Mondiali di Trondheim.
Si assegnano domani le prime medaglie alla rassegna iridata di sci nordico.
L’Italia del si presenta al via con un contingente di 15 unità (Michael Hellweger ha lasciato il ritiro a causa di problemi di salute), 4 delle quali sono rossonere.
A fianco dei senatori Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani, si sono fatte spazio Federica Cassol e Nadine Laurent, due giovani che stanno emergendo con forza, entusiasmo e classe.
Su il sipario sui Mondiali di Trondheim
La Valle d’Aosta si concentra sul programma del fondo.
Domani verranno assegnate le medaglie della sprint a tecnica libera (qualifiche alle 10, finali dalle 12.30).
Il fine settimana sarà dedicato allo skiathlon, sabato alle 14 quello maschile, domenica alla stessa ora quello femminile.
La seconda settimana iridata si aprirà martedì con la 10 km individuale a tecnica classica (alle 13 gli uomini, alle 15.30 le donne).
La scena sarà quindi per le prove a squadre: mercoledì 5 la team sprint (qualifiche alle 11, finali dalle 14.30), giovedì 6 alle 13 la staffetta maschile 4×7.5 km maschile, venerdì 7 alle 15.15 la staffetta femminile 4×7.5 km.
Il gran finale sarà dedicato alla 50 km skating con partenza di massa.
Si gareggerà sempre alle 11.30: sabato 8 gli uomini, domenica 9 le donne.
Federico Pellegrino all’ultimo ballo iridato
I riflettori saranno sicuramente puntati su Federico Pellegrino, che è pronto per la sua ultima recita mondiale.
Il capitano azzurro si avvicina alla sua ottava partecipazione iridata con la consapevolezza del campione che sa di aver fatto quello che andava fatto.
Chicco ha da sempre un grande feeling con i Campionati del Mondo, terreno di caccia dove ha raccolto sei medaglie, regalando all’Italia emozioni forti.
Il bottino del 34enne poliziotto parla di un oro (nella sprint a Lahti 2017), tre argenti (uno nella sprint di Seefeld 2019, due nelle team sprint di Lahti 2017 e Planica 2023 con Francesco De Fabiani) e due bronzi (nelle team sprint di Falun 2015 con Noeckler e di Seefeld 2019 con De Fabiani).
In pratica, dopo aver rotto il ghiaccio, soltanto nella sfortunata spedizione di Oberstdorf il valdostano non è salito sul podio.
Un bel viatico in vista di una rassegna che torna in Norvegia, dove i tifosi hanno il palato fino e sono pronti a entusiasmarsi per le gesta dei più forti del mondo.
Federico Pellegrino: «Sono pronto a chiedermi di fare il mio meglio»
Federico, in che condizione arriva al Mondiale?
«Più che buona, non ho chissà che pretese per il mio fisico in termini di resa, ma a livello mentale sono pronto a chiedermi di fare il mio meglio, un qualcosa che anche quest’anno si sta rivelando di livello assoluto, visto che mi sto giocando una posizione nella top-10 della classifica generale di Coppa del Mondo, dopo essere salito sul podio sia in una sprint che in una distance e aver disputato un ottimo Tour de Ski. Gennaio è stato difficile a causa dell’influenza che mi ha colpito a inizio mese, ma già a Falun sono arrivate buone indicazioni e questi giorni a casa mi hanno permesso di assorbire un po’ di energie mentali in famiglia che mi fanno sentire pronto a lanciarmi di nuovo in questa bella sfida».
Ha annunciato in anticipo che questa sarà la sua apparizione in un Mondiale: questo le dà più carica o le aggiunge pressione?
«Da anni sono abituato a mettermi addosso la pressione necessaria a stimolarmi, finché metterò il pettorale non lo farò solo per partecipare, ma per ottenere risultati passando per grandi prestazioni. Voglio mettere in pista la mia miglior versione, sapendo che può valere un grande risultato».
Federico Pellegrino: «Se tornerò con una medaglia sarò felice»
Federico Pellegrino (foto Newspower.it)
Se guarda indietro di 8 anni: che Chicco Pellegrino era quello che vinceva l’oro a Lahti?
«Mi sembra di essere la stessa persona e a volte mi sembra di essere ancora lì, anche se è cambiato tutto. Sicuramente quello era un atleta concentrato su se stesso e sugli obiettivi da raggiungere nella carriera. Con il passare degli anni ho capito che la prestazione è frutto anche di una certa serenità che deriva da come sto fuori dall’ambito sportivo e che mi porta a fare scelte diverse da prima, che mi hanno permesso di allungare la carriera».
Cosa chiede a questi Mondiali?
«Voglio tornare felice e soddisfatto di quello che ho fatto e questo succederà se con me avrò una medaglia, a prescindere che sia individuale o di squadra. Proprio la team sprint e la staffetta sono le gare nelle quali abbiamo maggiori possibilità di salire sul podio».
I tifosi sono pronti a saltare sul divano: c’è una gara sulla quale punta in particolare?
«Il Mondiale va vissuto una gara alla volta, per cui cominciamo a pensare alla sprint. Giovedì proverò a far divertire i tifosi divertendomi anch’io e facendo divertire qualche norvegese in meno».
Non ha mai nascosto di avere particolarmente a cuore la staffetta: è soddisfatto della crescita della squadra italiana nelle ultime due stagioni?
«Quest’anno sì, anche se si può sempre fare meglio. La cosa che mi soddisfa di più è che iniziano ad arrivare ad alto livello innesti dalle squadre minori che dimostrano di aver capito l’approccio giusto. Puntare sulla squadra è finalizzato alle Olimpiadi del 2026, ma anche su quello che rimarrà nel dopo-Pellegrino».
Che consiglio si sente di dare alle giovani valdostane Federica Cassol e Nadine Laurent?
«Di fare come me, vivere in maniera spensierata questa avventura. Nessuno pretende da loro il risultato, ma devono spremere il meglio dal Mondiale per fare una preziosa esperienza in chiave futura».
Francesco De Fabiani: «Mi mancano le gare, spero la forma cresca»
Francesco, questa stagione, per ora, è stata nuovamente caratterizzata da problemi di salute: come si avvicina al Mondiale?
Francesco De Fabiani (foto: Marco Trovati/ Pentaphoto)
«Dopo l’inizio di stagione, ho dovuto fermarmi perché non ero in forma, poi mi è venuta l’influenza. Agli Italiani ho trovato una condizione buona che credevo mi potesse portare a essere di nuovo competitivo in Coppa del Mondo. A quel punto, però, ho preso la tosse e mi sono dovuto fermare di nuovo. Prima di Falun mi sono allenato bene. Adesso, i Mondiali sono alle porte e il tempo stringe, sto cercando di migliorare e credo di poter crescere ancora un po’. Mi mancano le gare, credo che arriverò con una forma migliore e vedremo».
Che indicazioni ha avuto dall’unica gara disputata a Falun?
«Ho fatto una prova discreta, considerando come ci sono arrivato. Non mi aspettavo molto di più, ero riuscito a sciare normalmente solo nei sette giorni prima della gara, la condizione era incerta, ma mi sentivo meglio.
Che sensazioni ha provato quando ha capito che non avrebbe potuto prendere parte alla tappa di Cogne?
«È stato brutto saltare, ma non potevo fare altrimenti, ho dovuto prendere l’antibiotico, non riuscivo a sciare senza mascherina, quindi pensare di fare una gara era impossibile. Vederla in televisione mi è dispiaciuto tanto».
Francesco De Fabiani: «Spero di essere pronto per la staffetta»
Su quali gare si concentrerà in questo mondiale?
«Ho il posto nella 10 km in tecnica classica. Per le gare a squadre non parto favorito, ma vedremo, dovrò guadagnarmele, ma sono il primo a volerle fare solo se le sensazioni sono veramente buone e sai di poter contribuire a un buon risultato. Se invece non dovessi sentirmi bene, mi tirerei indietro. A Lathi avevo fatto una staffetta senza essere in forma e dopo la mia frazione ero staccato e non è stato bello».
Che consiglio vuole dare a Nadine Laurent e Federica Cassol?
«Il consiglio è di stare tranquille ed esprimersi al meglio, auguro di arrivare al traguardo e di essere consapevoli di aver dato il meglio».
Federica Cassol: «Devo pensare di meno e osare di più»
Federica, in che condizioni arriva a questo Mondiale?
Federica Cassol
«Sono molto contenta per la convocazione ai Mondiali, fortunatamente ci arrivo in forma e in salute. Con il bel salto che ho fatto quest’anno questo evento era nel mirino. Ho avuto un leggero down di condizione dopo la tappa di Cogne tra tensioni e emozioni, ma negli ultimi giorni ho sensazioni sempre migliori sugli sci; sono molto tranquilla da quel punto di vista».
Dal Tour de Ski in avanti ha sempre firmato ottime qualifiche: cosa manca per far bene anche nelle batterie?
«A Falun non mi sentivo brillantissima, soprattutto in qualifica. In batteria, invece, avevo più carica, la pista era uno spettacolo, però ho ancora tantissimo da imparare a livello tattico e, soprattutto, nell’osare ad agire d’istinto senza pensare troppo. Finora mi è mancato proprio il coraggio di mettere giù gara dura quando sto bene. Sto lavorando tanto sulla tranquillità e sulla fiducia nelle mie qualità, penso sia fondamentale per potermi esprimere al meglio».
Cosa significa per una valdostana avere un capitano come Federico Pellegrino?
«È molto interessante, ho la fortuna di poter osservare da vicino un grande atleta e poter prendere spunto da lui per il mio futuro».
Tra un anno ci sono le Olimpiadi: i Mondiali possono essere un trampolino verso Milano-Cortina?
«Tendenzialmente penso al qui e ora, senza guardare troppo lontano, anche se le Olimpiadi non sono più così distanti ormai. Partecipare ai Mondiali mi servirà a livello emotivo, fino a un anno fa non mi sarei aspettata di competere l’intera stagione in Coppa del Mondo con le migliori fondiste, per me è un ambiente nuovo tutto da scoprire. Trondheim sarà sicuramente un’altra bella esperienza da mettere nello zaino».
Nadine Laurent: «Essere qui è una tempesta di emozioni positive»
Nadine, come sta alla vigilia del Mondiale?
Nadine Laurent
«Bene, ci stiamo allenando al meglio in vista dell’appuntamento iridato».
Cos’ha provato quando ha ricevuto la convocazione?
«Una tempesta di emozioni positive. Sono molto contenta di questa opportunità che mi è stata data per crescere».
Dal Mondiale U23 a quello dei grandi: che differenze ci sono nella vigilia?
«Un Mondiale è sempre un Mondiale, bisogna andare forte. Quello Under 23 l’ho sentito più mio, in più correre a Schilpario l’ha reso più facile da gestire. Questo è molto più grande, ma avendo già partecipato a Planica penso di poter gestire bene».
Cosa si è portata via da Schilpario?
«La consapevolezza di poter competere ad alto livello. Correre in Italia con tutto il pubblico per noi è stato davvero emozionante».
Su quali gare punterà a Trondheim?
«Sulla sprint skating e sulla 10 km in classico».
Cosa significa disputare un Mondiale senior in un paese come la Norvegia?
«È un sogno. Mi auguro di trovare una bella atmosfera e tanta gente a fare tifo».
A Falun ha superato le qualifiche, che sensazioni ha avuto in Svezia?
«Finalmente sono riuscita a trovare la top-30 e sono molto soddisfatta. Purtroppo in batteria sono caduta, ma ora so che si può fare e sono più tranquilla».
Il conto alla rovescia verso Milano Cortina prosegue: l’esperienza mondiale di Trondheim può essere fondamentale per coronare il sogno olimpico?
«Sì, a noi giovani serve molta esperienza per migliorarci e alzare il livello».
Che consigli le hanno dato papà Arturo e suo fratello Yuri?
«Di stare tranquilla e di divertirmi, che è la cosa più importante».
(d.p. – tho.pi.)