Il Truffatore, oggi a Pont-Saint-Martin il nuovo romanzo di Francesco Casolo
Francesco Casolo, a sinistra, con il giornalista Alessandro Mano ieri sera alla libreria A la page di Aosta
CULTURA
di Cinzia Timpano  
il 28/03/2025

Il Truffatore, oggi a Pont-Saint-Martin il nuovo romanzo di Francesco Casolo

Lo scrittore milanese ha presentato ieri sera alla libreria A la page di Aosta il suo nuovo romanzo ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto

Il Truffatore, oggi a Pont-Saint-Martin il nuovo romanzo di Francesco Casolo.

Forse ci si aspettava un secondo capitolo dopo La salita dei giganti, il romanzo di Francesco Casolo che racconta la sagra dei Menabrea, «quelli della birra» ripercorrendo il sogno di due uomini visionari e il destino di due donne coraggiose.

«Ma mi è mancato lo spunto giusto, forse quello che sto trovando adesso» ha detto Francesco Casolo, ieri sera, alla libreria A la Page di Aosta, presentando il suo nuovo romanzo Il truffatore.

Un nuovo spunto Casolo lo ha trovato in una vicenda realmente accaduta.

«Una storia vera che ho truccato per salvarmi la vita» ha detto lo scrittore milanese che vive a Gressoney-La-Trinité con la sua famiglia.

Il truffatore, la banca e la malversazione sono reali.

E’ la storia è di un banker licenziato dalla banca per la quale ha lavorato per dieci anni per un motivo semplice: ha rubato soldi, tanti soldi.

Perchè una persona fa questo? E com’è possibile che una persona ci caschi?

Gli interrogativi di Casolo hanno trovato una risposta: «ho capito che ognuno di noi ha un punto di fragilità e il truffatore si è insinuato proprio lì, in quel punto debole dell’anziano truffato, che ha avuto successo, ha guadagnato una fortuna ma porta con sè un’ombra pesante, un trauma familiare mai superato che lo rende vulnerabile» spiega Casolo.

I contorni sono quelli della piccola grande lotta di classe, dove il denaro è passione e forse ossessione, tra i boss della banca che con sprezzo dicono «hai le pezze al culo», nella piccola città ad alto tasso di benessere dove ancora ci sono le famiglie che contano, che controllano i salotti, gli eventi culturali e anche certi aspetti economici.

«L’idea che mi sono fatto io è che lui, il truffatore, non avesse uno di quei cognomi che contano».

Ambizione? Innocenza perduta? Sete di riscatto?

Nel truffato invece c’è la coppia che si sposa, anni di lavoro sotto padrone che diventa poi lavoro autonomo fino a trasformarsi in un imprenditore che fa una montagna di soldi, ma in quella generazione che non è fatta di Maserati e Lamborghini, ma di una villetta, qualche lusso, niente di più. E in tutto questo accade una cosa mostruosa, la perdita del figlio di 20 anni.

E lì si insinua il truffatore. In quella ferita mai rimarginata.

Il truffato rivede in quel banker diventato amico il suo ragazzo che non c’è più e il truffatore vede nella sua vittima il padre di successo che non ha avuto. Amicizia (forse) che diventa tradimento.

Se La salita dei giganti ha una caratterizzazione dei luoghi ben precisa, Il truffatore «è una storia universale dell’Italia settentrionale che nasce in un tessuto industriale di benessere improvviso e che conosce poi il declino, potrebbe essere Como, Treviso, Biella» spiega Casolo che ammette anche la necessità di non dare indicazioni precise, per tutelarsi dalla possibilità che la vicenda sia riconosciuta.

«Non mi interessa puntare il dito contro l’uomo, contro il truffatore, il mio interesse è stato capire perchè un uomo con un buon lavoro e una buona posizione a un certo punto decide di mettere tutto a repentaglio, imparando a rubare, a rubare sempre di più, a spendere e a sperperare nei beni di lusso.
Ambizione? Ossessione? Ognuno risponde alla sua coscienza.
Io me lo immagino il truffatore, come un giocatore di poker, che a un certo punto vive una situazione più grande di lui, poi però fiuta l’odore della preda e agisce» spiega Casolo.

Farla franca è possibile?

«No, ma farla franca è un ragionamento novecentesco – ha commentato l’autore -. Io appartengo a quella generazione che crede ancora in certi valori, nel camminare a testa alta, guardarsi allo specchio, non vergognarsi ecc…
La società oggi racconta altro, racconta di chi è disposto a rischiare, a rubare qualche milione, mettere in conto ‘qualche fastidio’ e poi godersi dieci anni di gloria» secondo lo scrittore milanese.

«I reati finanziari sono guardati con una certa simpatia – riflette Casolo -. Il truffatore (quello vero) ha fatto un anno di carcere, un anno e mezzo forse ai domiciliari. Sono andato sotto casa sua, il suo cognome è lì, sul campanello».

Il truffatore oggi, venerdì 28 marzo a Villa Michetti, a Pont-Saint-Martin

Edito da Feltrinelli, Il Truffatore è uscito martedì scorso e ha già venduto i diritti in Spagna e Sudamerica.

Questa sera, venerdì 28 marzo, Francesco Casolo presenterà il suo nuovo romanzo a Villa Michetti, a Pont-Saint-Martin, nell’ambito della rassegna culturale Quattro chiacchiere in biblioteca. Appuntamento alle ore 21, ingresso libero.

(cinzia timpano)

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