Châtillon, la biblioteca è bella ma non accessibile ai disabili
Hayat Errati a un tavolo della biblioteca
Società
di Elena Rembado  
il 03/04/2025

Châtillon, la biblioteca è bella ma non accessibile ai disabili

Nonostante sia stata chiusa per anni per adeguamento alle norme anti-incendio, non sono state eliminate tutte le barriere architettoniche

La biblioteca è bella ma non accessibile ai disabili

Hayat Errati è la prima studentessa Erasmus con disabilità iscritta all’università di Torino (Giurisprudenza) ed è di Châtillon.

Il suo amore per lo studio e per i libri crea tra lei e la biblioteca, a maggior ragione quella del suo paese natale, un legame spontaneo e indissolubile. Ed è per questo che ne parla a Gazzetta Matin con rammarico, constatando, nella sua frequentazione assidua, che non è completamente a misura di carrozzina. Anzi. Nonostante sia stata chiusa per anni per lavori di adeguamento alle norme anti-incendio, la brutta sorpresa alla sua attesa riapertura è che nulla è stato fatto per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Il racconto di Hayat tra le sale della biblioteca

“È rimasta all’antica”, spiega Hayat, guidandomi di sala in sala.”I tavoli sono troppo bassi e le mie gambe, dovendo rimanere sulla carrozzina, non riescono a stare sotto il pianale, a parte una postazione per lavorare al pc che con gentile sollecitudine il personale della biblioteca ha predisposto apposta per me, grazie alla conoscenza risalente negli anni. Frequentavo lo spazio fin da bambina, ho imparato a muovermi qui, in mezzo ai libri”.

E ancora, tra i problemi, gli spazi ristretti per accedere agli scaffali, per la troppa vicinanza tra i tavoli e le scaffalature, la presenza di un montacarichi per salire due gradini al posto di una rampa (“ingombra l’intero passaggio quando è in funzione ed è un potenziale pericolo per i bambini che, se dovessero cadere proprio lì, prenderebbero una testata sul metallo. L’eventualità non è remota visto che quel passaggio dà accesso alla sala riservata ai più piccoli”), un ascensore vetusto che, oltre a necessitare di una chiave da richiedere al personale per essere utilizzato, ha fotocellule che non sempre funzionano e Hayat rischia di restare chiusa tra le porte.

E infine il bagno al secondo piano decisamente “vintage”, con un wc sopraelevato, effetto trono, e privo di maniglioni. “Bisogna essere abbastanza alti per arrivare a sedersi su questo trono e bisogna avere un minimo di autonomia che consenta di stare in piedi sia pure per pochi istanti e nessun problema di motricità fine per potersi tenere a pali che casualmente sono collocati vicino alla tazza. Il tasto dello sciacquone è utilizzabile solo stando in piedi e la porta d’accesso al bagno non è scorrevole, con una luce nascosta che un disabile non riesce neppure a raggiungere”.

Il sindaco Dujany: si attende la Regione

“Siamo in attesa da anni di un progetto di restauro regionale”, dichiara il sindaco Camillo Dujany, che ha iniziato il suo mandato quando i lavori di

adeguamento alla normativa anti-incendio erano appena terminati.

“Siamo perfettamente consapevoli che il salone sottostante non è acce

 

ssibile alle persone con disabilità, perché non servito dall’ascensore, e per questo non possiamo organizzarvi eventi per non creare discriminazioni. È una struttura realizzata a inizio anni 80, per la quale non si è mai speso nulla e che ora sconta il passare degli anni.

Era stata fatta bene, ma avrebbe bisogno di una ristrutturazione, anche funzionale: andrebbero rinnovati i pavimenti, i serramenti, l’ascensore, il

riscaldamento e perfino il tetto, da quale si è infiltrata acqua lo scorso inverno. Infine, da anni chiediamo che venga valorizzato il grande cortile esterno”. Che tra l’altro è su una terrazza panoramica sulla valle centrale e per via di uno scalino di un paio di centimetri Hayat può raggiungere solo a costo di sforzi notevoli.

(elena rembado)

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