Enti locali: decade l’obbligo di associazione di servizi tra i Comuni
Per i comuni meno popolati (fino a 1.000 abitanti), invece, restano vincolanti le convenzioni relative al segretario, ma senza vincolo geografico
Enti locali: decade l’obbligo di associazione di servizi tra i Comuni. Nella mattinata di giovedì 22 maggio il Consiglio Valle ha approvato – con 19 voti favorevoli e 15 astensioni – una proposta di legge presentata dai capigruppo di maggioranza, intitolata “Esercizio delle funzioni e dei servizi comunali a livello sovracomunale”.
La riforma degli Enti locali di fatto slitta alla prossima legislatura.
Nella mattinata di giovedì 22 maggio il Consiglio Valle ha approvato – con 19 voti favorevoli e 15 astensioni – una proposta di legge presentata dai capigruppo di maggioranza, intitolata “Esercizio delle funzioni e dei servizi comunali a livello sovracomunale”.
I contenuti
Il disegno di legge – 21 articoli – contiene due novità: da un lato, abolisce l’obbligo di gestire a livello sovracomunale, mediante convenzioni tra i comuni, servizi e funzioni nel campo dell’organizzazione generale, della gestione finanziaria e contabile, dell’edilizia pubblica e privata delle forze dell’ordine, delle biblioteche locali e delle biblioteche; per i comuni meno popolati (fino a 1.000 abitanti), invece, restano vincolanti le convenzioni relative al segretario, ma senza vincolo geografico.
Pcp, legge anacronistica
La capogruppo di Pcp, Erika Guichardaz, ha parlato di «una legge anacronistica rispetto all’esercizio associato (introdotto nel 2014 dalla Giunta Rollandin ndr) e un disastro rispetto ai segretari comunali per cui ci apprestiamo a votare l’ottavo intervento normativo dal 2020. All’inizio della Legislatura era stata prevista la revisione organica del sistema degli enti locali e invece abbiamo questa norma che rappresenta un ritorno al passato».
RV, ragionare sulle fusioni
Il capogruppo di RV, Stefano Aggravi, ha definito «la proposta di legge un compromesso normativo, e non una riforma, che arriva in zona Cesarini. Le Unités des communes sono un modello esausto, sia dal punto di vista amministrativo che politico, che complicano i processi e non facilitano la cooperazione tra i comuni: è quindi necessario ripensare il modello ed è venuto il momento di riaprire il dibattito sul tema delle fusioni, o meglio, dell’unione stabile tra comuni e dei servizi comunali. Sui segretari comunali, l’azione in questi anni è stata confusa e scoordinata».
Lega, legge minimale
«Questo Governo aveva promesso una riforma completa degli enti locali che avrebbe dovuto essere realizzata a inizio Legislatura e invece, a due mesi dal probabile decreto di indizione dei comizi elettorali, arriva in Aula un provvedimento normativo minimale che mette delle pezze tanto per dire che qualcosa è stato fatto – ha commentato la Consigliera Raffaella Foudraz (Lega VdA) -. Eliminare gli ambiti sovracomunali anziché rimodularli in base all’esperienza avuta in tutti questi anni riporta gli enti locali a una organizzazione strutturale precedente al 2014 e non più rispondente alle reali necessità del contesto attuale».
FI, non è di ampio respiro
«Il tema è di importanza straordinaria per il futuro dell’assetto degli enti locali e avrebbe dovuto essere affrontato non solo sotto l’aspetto organizzativo ma anche e soprattutto sotto quello finanziario perché senza soldi si fa poco e niente – ha osservato il Capogruppo di FI, Pierluigi Marquis -. Questa norma, pensata dal Governo in un’ottica federalista, si propone di responsabilizzare i Comuni dando ai Sindaci la responsabilità di scegliere con quali enti – anche non contermini – sviluppare i servizi ma avrebbe dovuto avere un respiro temporale più ampio mentre, invece, vincola queste scelte strategiche alle singole Legislature».
La replica
«Questa legge è il frutto di un lavoro condiviso con i Sindaci – ha affermato il presidente della Regione, Renzo Testolin -. La norma ha come obiettivo principale la responsabilizzazione dei Comuni proseguendo quel percorso di sussidiarietà e autonomia che la Valle d’Aosta ha sempre cercato di valorizzare a tutti i livelli territoriali di governo. La ricerca di condivisione dei servizi è una procedura che, prima di divenire norma di legge, era una prassi consolidata e una pratica di buon senso tra gli Amministratori comunali il cui margine decisionale oggi si amplia ulteriormente. Rispetto alla legge del 2014, questa normativa introduce procedure più snelle e rappresenta un buon punto di partenza per avviare quella trasformazione di cui gli enti locali hanno bisogno. Anche la revisione della normativa inerente i segretari comunali risponde alle esigenze espresse dai Comuni».
(re.aostanews.it)