Federbio: biodiversità in pericolo, biologico chiave per cambiare
Roma, 23 mag. (askanews) – Degli oltre otto milioni di specie viventi presenti sulla Terra, un milione è a rischio estinzione. Più dell’80% degli habitat in Europa versa in cattivo stato di conservazione con ripercussioni sui servizi ecosistemici. Questo il quadro allarmante contenuto nel primo Rapporto Annuale sulla Biodiversità in Italia tracciato dal National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca nazionale dedicato alla biodiversità. Il report evidenzia come l’Italia sia il cuore pulsante della diversità biologica mediterranea, ospitando circa il 50% delle specie vegetali e il 30% di quelle animali di interesse conservazionistico.
Secondo l’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services), la biodiversità e i benefici che essa offre alla popolazione umana sono le fondamenta su cui costruiamo il benessere e la prosperità delle comunità di tutto il mondo. In occasione della Giornata mondiale dedicata alla biodiversità, FederBio sottolinea l’urgenza di intraprendere azioni concrete per proteggere gli ecosistemi, fondamentali per costruire un futuro più sostenibile.
Numerosi studi e nuove ricerche, ricorda Federbio, confermano gli impatti positivi dell’agroecologia sul piano ambientale, in particolare la corposa meta-analisi condotta dall’istituto di ricerca FiBL, che ha esaminato 528 pubblicazioni scientifiche per analizzare gli effetti dell’agricoltura biologica. Il quadro che emerge evidenzia che le aziende agricole biologiche, rispetto a quelle convenzionali, registrano un incremento fino al 95% delle piante, in particolare di quelle erbacee spontanee, una crescita del 35% dell’avifauna, un aumento del 23% degli insetti impollinatori e del 61% di varietà di specie di semi dormienti nel suolo. Le pratiche biologiche contribuiscono, inoltre, alla protezione dei terreni, delle acque e alla riduzione delle emissioni di azoto, con una diminuzione media del 28%.
“Cambiamento climatico, agricoltura intensiva, consumo di suolo e aumento delle specie esotiche invasive stanno mettendo a rischio gli habitat naturali e sono tra le cause principali del declino della biodiversità – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – L’agroecologia è essenziale per salvaguardare la qualità e la salute dei nostri ecosistemi poiché, favorendo un incremento significativo delle specie animali e vegetali, è decisiva per preservare la ricchezza degli habitat naturali.
Le evidenze della sperimentazione comparativa Trial DOK dell’Istituto Fibl “hanno ampiamente dimostrato come i terreni bio siano caratterizzati da una maggiore varietà vegetale, con un numero di specie e semi germinabili, da due a tre volte superiore rispetto ai sistemi convenzionali. Rinnoviamo – conclude Mammuccini – il nostro appello affinché istituzioni, decisori politici, operatori del settore e cittadini spingano sempre di più verso la transizione agroecologica, che coniuga sostenibilità, tutela degli habitat naturali, mitigazione climatica e valorizzazione dei servizi ecosistemici”.