Taormina, Douglas: con Gordon Gekko uscii dall’ombra di mio padre
Taormina (Me), 10 giu. (askanews) – Michael Douglas prima star del 71esimo Taormina Film Festival. L’attore e produttore, vincitore di due Oscar, prima di ricevere il Taormina Excellence Achievement Award al Teatro Antico nella serata d’apertura, ha tenuto una masterclass in cui ha ripercorso alcuni momenti clou della sua carriera e i suoi successi.
“Io sono un attore di seconda generazione, vengo da una famiglia di attori; molti provano a seguire le orme dei propri genitori – ha detto – ma io credo che sia importante cercare una propria identità. Con l’Oscar per ‘Wall Street’ sono uscito dall’ombra di mio padre (Kirk Douglas ndr), che è stato nominato tre volte per un Oscar ma non ha mai vinto, invece io l’ho ottenuto per questo film. Mi ha dato fiducia, mi sono sentito accettato come attore, molti pensano che da figlio di attori si abbia la strada spianata, invece loro ti aiutano ma poi devi camminare con le tue gambe”.
“Poi c’è stato ‘Attrazione fatale’, un grande successo commerciale, con quei due film a poca distanza è stato un grande momento” ha ricordato. E parlando del personaggio di Gordon Gekko, Douglas ha affermato: “Era un personaggio cattivo, ma è arrivato a tutti. Persone come il mio personaggio ci sono anche oggi, molti sono nella Silicon Valley”.
Per il suo arrivo a Taormina è stato proiettato “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (One Flew Over the Cuckoo’s Nest), prodotto da Douglas nel 1975 e vincitore di cinque Oscar. Un film che l’attore ha ricordato con affetto: “Mi ci sono voluti anni prima di riuscire a produrlo – ha raccontato – già mio padre voleva farne un film e io mi appassionai alla storia quando lessi il romanzo all’Università; mi ha cambiato la vita e la carriera, non sapevo come sarebbe finito il progetto ma mi ha dato prova che il mio istinto funziona, perché ho creduto in quella storia, mi sono fidato”.
Douglas si è detto onorato e felice di essere tornato a Taormina dopo 21 anni. “Ritrovarmi qui nel 2025 a parlare di questo film – ha affermato – mi ricorda quanto conti l’industria dell’intrattenimento”. “Venni anche a Roma per promuoverlo – ha detto l’attore – passai serate intere con Bertulocci, Antonioni, Lina Wertmuller, venimmo ricevuti con grande amore e generosità, tutti amavano il nostro film, ho un bellissimo ricordo”.
Douglas ha poi raccontato di quanto sia stato importante per lui girare “Dietro i candelabri” (Behind the Candelabra) di Steven Soderbergh. “Dodici anni fa avevo un cancro al quarto stadio poi Soderbergh mi ha offerto il film, non vedevo l’ora di tornare e ho accettato: quel ruolo mi è molto caro perché non pensavo che avrei più lavorato. Ero così felice di essere vivo in quel momento, ero magro e non sembravo il protagonsta ma mi hanno dato un anno di tempo per riprendermi e questa cosa mi ha dato energia, è stato meraviglioso”.
Poi, parlando di IA e di tecnologie, l’attore ha fatto un appello, anche rivolto ai molti giovani delle scuole presenti in sala ad ascoltarlo. “Lasciate gli schermi e i cellulari, oggi siamo molto più soli, possiamo fare più cose grazie alla tecnologia, anche nel cinema, ma c’è molto meno contatto umano, dobbiamo stare attenti perché stiamo perdendo molto”.
Infine la stoccata a Donald Trump. A una domanda sui conflitti nel mondo d’oggi, ha risposto: “Poiché questo è un festival cinematografico e poiché è molto difficile passare cinque minuti senza menzionare la grande T, preferisco non entrare nel merito…. Penso che nella mia vita, e sono nato nel 1944, questo sia il periodo peggiore che io possa ricordare. Mi rendo conto che il mio Paese è responsabile del caos che regna nel mondo. Mi scuso e mi vergogno con i miei amici, con i miei vicini in Canada, in Messico o in tutti i paesi dell’Ue e della Nato. Sono imbarazzato e mi scuso”.