Proteste a Los Angeles, arresti di massa per chi viola il coprifuoco. Guardia Nazionale anche in Texas
Roma, 11 giu. (askanews) – Il numero di arresti a Los Angeles durante le proteste in corso ha raggiunto almeno 378 dall’inizio delle manifestazioni. Lo ha riferito oggi la CNN citando il capo della polizia di Los Angeles, Jim McDonnell. Solo ieri sono stati effettuati 200 arresti, mentre lunedì ne sono stati eseguiti altri 114, domenica 40 e sabato 27, ha riportato la CNN martedì sera.
La polizia di Los Angeles ha avvertito che sono in corso “arresti di massa” nei confronti di chi viola il coprifuoco imposto dalla sindaca Karen Bass per la notte.
Il governatore del Texas Greg Abbott ha annunciato oggi il dispiegamento della Guardia nazionale statale in tutto lo Stato per mantenere l’ordine durante le proteste in corso contro i raid anti-immigrazione imposti dall’Amministrazione Trump.
“La Guardia nazionale del Texas sarà schierata in varie località dello Stato per garantire pace e ordine. La protesta pacifica è legale. Ferire persone o danneggiare proprietà è illegale e comporterà l’arresto”, ha scritto Abbott su X.
Intanto, l’amministrazione Trump sarebbe pronta, già da questa settimana, a trasferire migliaia di cittadini stranieri presenti illegalmente sul territorio statunitense nel famigerato centro di detenzione di Guantanamo Bay, a Cuba. Tra di essi, anche persone provenienti da nazioni europee, amiche ed alleate, come Gran Bretagna, Francia e Italia. Il trasferimento avverrebbe senza avvisare i rispettivi governi. Lo scrive il Washington Post citando alcuni funzionari che, a condizione di mantenere l’anonimato, hanno condiviso col quotidiano il piano e diversi documenti. I cittadini stranieri “nel mirino” dell’amministrazione Trump appartengono a diversi paesi. Tra questi, centinaia di persone provenienti da nazioni europee considerate amiche ed alleate degli Usa come Gran Bretagna, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina, ma anche da altre parti del mondo, tra cui – aggiunge il Washington Post – molti provenienti da Haiti.