Fao: influenza aviaria grave minaccia per il settore avicolo
Roma, 12 giu. (askanews) – L’influenza aviaria ad alta patogenicità è “diventata una delle minacce biologiche più significative per il settore avicolo globale”: dal 2022 ha colpito oltre 173 milioni di polli solo negli Stati Uniti, causando costi di gestione delle epidemie e di indennizzo per gli allevatori superiori a 1,4 miliardi di dollari alla fine del 2024. E’ quanto emerge dall’ultimo Fao Food Outlook lanciato oggi, che contiene un focus sull’impatto dell’influenza aviaria ad alta patogenicità sul settore avicolo in tutto il mondo.
Il focus sottolinea come l’impatto dell’influenza aviaria ad alta patogenicità sulla produzione alimentare si faccia sentire principalmente nel settore ovaiolo, poiché i polli da carne hanno un ciclo produttivo più breve e vengono generalmente allevati in sistemi di stabulazione chiusi.
Nonostante le ricorrenti epidemie degli ultimi quattro anni, i modelli di esportazione di carne di pollame sono infatti rimasti resilienti. E nel 2025, il Brasile, terzo produttore mondiale di carne di pollame, che rappresenta quasi il 30% delle esportazioni globali, ha segnalato il suo primo caso di influenza aviaria ad alta patogenicità in un allevamento avicolo commerciale.
Per quanto riguarda la produzione di uova, nel 2023 il mercato delle uova ha raggiunto i 91 milioni di tonnellate, ovvero circa 1,7 trilioni di uova, con la Cina che contribuisce per il 38%, seguita da India e Stati Uniti, rispettivamente con circa l’8 e il 7%. Sebbene vengano normalmente commercializzate solo 2,2 milioni di tonnellate, questo volume è quasi raddoppiato nel 2024. Di conseguenza, conclude la Fao, la volatilità dei prezzi delle uova rimane un problema.