Piano tutela delle acque: prevista l’istituzione di una Cabina di regia
Le nuove regole in una corposa e articolata legge - approvata con 19 voti a favore e 15 astensioni - che prende in esame l'utilizzo delle acque in tutti i settori con in primo piano l'agricoltura e l'idroelettrico
Piano tutela delle acque: prevista l’istituzione di una Cabina di regia. Le nuove regole in una corposa e articolata legge – approvata con 19 voti a favore e 15 astensioni – che prende in esame l’utilizzo delle acque in tutti i settori con in primo piano l’agricoltura e l’idroelettrico.
«Ci sono interessi contrapposti. Questo è lo stato dell’arte: un piano equilibrato. È un passaggio necessario. Ora metteremo a terra le regole previste dal Piano che è una pagina importante della politica ambientale ed energetica della regione» ha detto il presidente della III commissione Assetto del territorio Albert Chatrian, concludendo la sua presentazione del Piano di tutela delle acque in Consiglio Valle.
Il dibattito
«È uno strumento fondamentale per la pianificazione – ha esordito Chiara Minelli in aula, intervenendo nella discussione generale sul Piano di tutela delle acque – . Tutelare significa salvaguardare, proteggere e mantenere un bene della collettività che sono le risorse idriche. Siamo convinti dell’urgenza del nuovo Pta ma abbiamo avanzato richieste di modifica delle regole per il couso, riguardo al quale abbiamo espresso criticità sulla possibilità di modificare le portate massima e media annua e l’estensione del periodo di derivazione».
la Cabina di regia
«Inoltre abbiamo espresso preoccupazione – ha aggiunto Minelli – per i prelievi idrici nelle aree protette, possibili per le derivazioni esistenti, per le quali è previsto il superamento della «portata massima», punto su cui non siamo d’accordo. Ci facciamo interpreti della richiesta formulata in commissione da parte delle associazioni ambientaliste affinché non solo nella cabina di regia prevista dal Pta ma anche negli altri organismi di monitoraggio e di governance siano coinvolti tutti i soggetti portatori di interesse, comprese quindi anche tali associazioni perché la concertazione va ricercata con tutti».
Legato al territorio
«Accogliamo con favore il Pta con cui si va regolare l’utilizzo delle risorse idriche in un’ottica di solidarietà e sostenibilità: il patrimonio idrico regionale è di straordinaria importanza per la regione – ha sottolineato in aula Aldo Di Marco (Pla) -. È coerente, in linea con le direttive europee, è strettamente connesso con il territorio. Mira a uno standard di qualità buono o elevato di fiumi, torrenti, falde acquifere e laghi. Propone un uso efficiente e razionale dell’acqua in tutti i settori, in particolare quello agricolo ed energetico. È un Pta che guarda al futuro, che prende in considerazione i cambiamenti climatici e che si pone nuove regole di gestione come l’istituzione di una cabina di regia per redigere le delibere attuative».
Consorzi di miglioramento fondiario
Per Stefano Aggravi (RV) «l’adozione del Piano rappresenta un passaggio importante ma esprimiamo dubbi sulla questione delle potenzialità dell’idroelettrico che il Pta non valorizza appieno. La gestione dell’acqua ha un impatto notevole sul paesaggio e in quest’ottica riteniamo sia necessario un nuovo quadro normativo più moderno dei Consorzi di miglioramento fondiario che hanno governato bene le risorse idriche per decenni. Crediamo nei bacini di accumulo in senso lato. Investire in infrastrutture multifunzionali è lungimirante».
No all’ambientalismo
Per Luca Distort (Lega VdA) «il documento si rifà al concetto non accettabile di tutela di risorsa idrica, sostenendo, ad esempio, che la realizzazione di opere di protezione da corsi d’acqua è un’alterazione del loro stato naturale e quindi, ne peggiora il livello qualitativo. Anche il prelievo di acqua per uso idroelettrico è di fatto impedito così come la realizzazione di nuovi invasi a servizio delle attività umane, del turismo d’acqua, dei bacini di innevamento. Ispiratrice di questo approccio è la metodologia Era (esclusione, repulsione, attrazione) calata dall’alto dell’Ue. Il Piano avrebbe dovuto essere al servizio della comunità e non il manifesto di una ideologia. Noi, invece, all’ambientalismo preferiamo l’ambiente».
Il Capogruppo di FI, Pierluigi Marquis, ha evidenziato la «visione liberale del nostro partito che vede l’acqua come una ricchezza in senso ampio: sia sotto il profilo ambientale e paesaggistico, sia come elemento a salvaguardia dell’ecosistema che per il contributo importante che sta dando al bilancio regionale. Siamo chiamati a grandi sfide imposte dal cambiamento climatico ed è importante essere in grado di adeguare in maniera efficace le nostre peculiarità e il rispetto del nostro territorio alla normativa sovraregionale che è in rapida evoluzione. Siamo chiamati a un approccio culturale nuovo che ci porta a valorizzare ulteriormente la risorsa idrica, imponendone una gestione più razionale in tutti gli ambiti».
(da.ch.)