A Padova mega mostra con Picasso, Modigliani e altri artisti dal LaM
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il 24/06/2025

A Padova mega mostra con Picasso, Modigliani e altri artisti dal LaM

Roma, 24 giu. (askanews) – Un’eccezionale collezione d’arte proveniente arriva a Palazzo Zabarella a Padova da uno dei più importanti musei del Nord Europa e della Francia. Nell’ambito del dialogo avviato dalla Fondazione Bano negli ultimi anni con importanti istituzioni museali di fama internazionale – dopo le collaborazioni con il Brooklyn Museum di New York e il museo di Grenoble – è ora la volta del LaM, Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut, che offrirà l’opportunità di ammirare 65 opere di 30 artisti d’avanguardia in una nuova grande mostra che si aprirà al pubblico il 16 ottobre. Tra i numerosi capolavori spiccano cinque dipinti di Pablo Picasso e sei di Amedeo Modigliani.

La creazione del museo LaM, situato a Villeneuve d’Ascq, una città dell’area metropolitana di Lille, avvenuta nel 1983, è legata al lascito di Geneviève (1922-2003) e Jean Masurel (1908-1991), membri di una nota famiglia di produttori tessili del nord della Francia. La donazione comprendeva le opere acquistate da Jean Masurel e quelle lasciategli in eredità dallo zio Roger Dutilleul (1872-1956) industriale e appassionato d’arte e uno dei più importanti collezionisti di Modigliani. In un arco temporale compreso tra i primi anni del Novecento e gli anni Settanta dello scorso secolo, Dutilleul e suo nipote Masurel hanno raccolto un’eccezionale collezione, molto personale e al tempo stesso rappresentativa dei principali movimenti artistici della prima metà del Novecento in Francia. Da allora, il LaM è diventato un’istituzione chiave sulla scena culturale europea e si è ulteriormente arricchito nel 1999 con una donazione di oltre 3.500 opere d’arte brut da parte dell’associazione L’Aracine – fondata da Madeleine Lommel, Claire Teller e Michel Nedjar – e divenendo così il Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut. Con una collezione di oltre 8.500 opere d’arte, il LaM è il primo museo francese a riunire questi ambiti artistici offrendo un panorama unico dell’arte del XX e XXI secolo.

Roger Dutilleul iniziò a collezionare opere d’arte nel 1904 per non smettere mai fino alla sua morte avvenuta nel 1956. Descritto dal gallerista Daniel-Henry Kahnweiler come un “uomo profondamente simpatico e stimabile, nella tradizione dei grandi amanti dell’arte” sembra che avesse un approccio molto istintivo nei confronti della pittura, mostrando la sua sensibilità verso il colore e favorendo la sincerità dell’opera. Dutilleul affermò di non avere “nessun credo” né “dogma a priori” sull’arte, osservando: “La cosa più importante è che il dipinto ti guardi. Non spetta all’amatore guardarlo – soprattutto con idee o sentimenti preconcetti – deve accontentarsi di vederlo, vale a dire di incrociare il suo sguardo con esso, per intuire il pensiero dell’artista o, meglio ancora, la sua più profonda, intima emozione. Due esseri viventi che comunicano come meglio possono”.

Dopo aver acquisito alcune opere fauviste, rimase colpito dalla pittura di Georges Braque e Pablo Picasso divenendo uno dei primi sostenitori e collezionisti dell’arte cubista. Seguendo il gusto del gallerista Kahnweiler, si interessò anche ai dipinti “Tubisti” di Fernand Léger e alle ricerche di Henri Laurens riguardanti la scultura cubista.

Jean Masurel, figlio della sorella minore di Roger Dutilleul, Françoise Collart-Dutilleul, e del commerciante di lana Jules-Paul Masurel, crebbe nel nord della Francia e, nei primi anni Venti, fu mandato da suo zio a Parigi per prepararsi al baccalaureato. Lì iniziò ad acquistare le prime opere della sua collezione. I suoi gusti rispecchiavano quelli dello zio prediligendo gli stessi artisti: Fernand Léger, Georges Braque, Pablo Picasso, Paul Klee, André Bauchant e, in seguito, Bernard Buffet. Tuttavia, mostrava anche interesse verso la pittura astratta e sostenne gli artisti locali del nord della Francia.

Roger Dutilleul lasciò in eredità la maggior parte della sua collezione al nipote Jean Masurel il quale, considerandosi solo il “custode” della collezione comune, decise di donarla a una comunità pubblica. Fu scelta l’area metropolitana di Lille, da dove proveniva, e il Musée d’art moderne de Villeneuve d’Ascq aprì nel 1983. Da amante della natura, Jean Masurel voleva che il luogo fosse circondato da un parco e aperto all’arte contemporanea. Questo desiderio fu il segno distintivo del museo e portò nel 1999 all’ingresso della donazione dell’eccezionale collezione dell’associazione L’Aracine comprendente diverse opere come disegni, dipinti, assemblaggi, oggetti e sculture di oltre 170 artisti francesi e stranieri riconducibili all’Art Brut.

Era stato l’artista Jean Dubuffet nel 1945 a coniare il concetto di “Art brut”, in un periodo in cui stava iniziando a mettere insieme una collezione d’arte altamente eclettica che mostrava il suo interesse verso opere realizzate sotto l’influenza di spiriti, negli ospedali psichiatrici o da persone emarginate e dagli ‘architetti’ autodidatti che seguivano l’esempio di Ferdinand Cheval. Oggi riconosciuta come un fenomeno chiave dell’arte del XX secolo, l’Art Brut – in inglese “outsider art”, si è ampliata e diffusa in tutto il mondo. Essa viene a legarsi all’interesse e all’apprezzamento nei confronti dell’arte autodidatta espressi dagli stessi Roger Dutilleul e Jean Masurel.

Curata da Jeanne-Bathilde Lacourt, curatrice per l’arte moderna al LaM, la mostra è articolata in sei sezioni in cui il visitatore scoprirà a Padova un approfondimento sull’avanguardia cubista con i dipinti di Picasso come Pesci e bottiglie del 1909, Donna con cappello del 1942, e di Georges Braque come La Roche-Guyon del 1909 o Il Sacro Cuore di Montmartre del 1910, per poi considerare il “Tubismo” di Fernard Léger, rappresentato da ben sei dipinti, e le ulteriori versioni del cubismo testimoniate dalle opere pittoriche di Léopold Survage, Eugène Nestor de Kermadec, Francisco Borès e dalle pietre policrome di Henri Laurens. Di Amedeo Modigliani verranno esposti autentici capolavori quali il ritratto di Moïse Kisling, Ragazzo dai capelli rossi, Nudo seduto con camicia e Maternità.

Verranno quindi compresi ulteriori movimenti e avanguardie artistiche del primo e del secondo dopoguerra, come Joan Miró, André Lanskoy, Youla Chapoval, Joaquín Torres-García, le opere di Alexander Calder, e i dipinti stratificati e materici di Eugène Leroy.

Il mazzo di fiori di Séraphine de Senlis, Il chiosco di Gertrude O’Brady, Composizione decorativa di Augustin Lesage, Dipinto meraviglioso n. 35 di Fleury Joseph Crépin faranno scoprire le vie alternative di un’arte ‘autodidatta’, più spontanea, istintiva, naïf (proprio come erano definiti questi artisti), capace di esprimere altrettanta poesia e spiritualità.

Infine l’Art Brut vera e propria, con due sculture in granito di Antoine Rabany, che lo stesso Dubuffet (presente in mostra con l’opera Pane filosofico) aveva contribuito a far conoscere, e una scultura in legno di Auguste Forestier.

[Dal 16 ottobre a Palazzo Zabarella 65 opere dal museo francese|PN_20250624_00116|gn00 ma00 rg21| https://askanews.it/wp-content/uploads/2025/06/20250624_170642_B79A0B6D.jpg |24/06/2025 17:06:54|A Padova mega mostra con Picasso, Modigliani e altri artisti dal LaM|Arte|Cultura, Veneto]

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