Trapianto capelli, fondamentale la cura del cuoio capelluto prima e dopo
Roma, 25 giu. – Negli ultimi anni la chirurgia per il trapianto di capelli è diventata sempre più diffusa. La perdita di capelli, infatti, si può presentare anche in giovane età e in molti casi, oltre ad un fattore estetico, è vissuto come motivo di disagio personale e di minor accettazione di sé. Tuttavia, c’è un aspetto che non sempre è tenuto in considerazione: la cura del cuoio capelluto, sia prima che dopo l’intervento, è fondamentale per ottenere i migliori risultati e preservare la salute dei capelli a lungo termine.
«La preparazione del cuoio capelluto è essenziale per garantire il successo dell’intervento – spiega la dott.ssa Valeria D’Acunzo, medico tricologo –. Molti pazienti, purtroppo, si sottopongono a un trapianto senza aver effettuato un’adeguata visita pre-operatoria, né una terapia preparatoria. Ultimamente, inoltre, si scelgono cliniche anche all’estero. In questi casi, certamente, diventa ancora più importante non trascurare la parte del follow-up e delle cure post-operatorie, affidandosi ad un medico in Italia da cui farsi seguire. Potrà, infatti, supportare nella fase di preparazione e poi monitorare il processo di recupero così da garantire che il risultato finale sia ottimale, prevenendo eventuali complicazioni o problemi durante la guarigione».
Un cuoio capelluto privo di infiammazioni o dermatiti è fondamentale per ottenere un trapianto efficace. Se il cuoio capelluto è già danneggiato prima dell’intervento, il processo di guarigione post-operatorio potrebbe essere più difficile e meno ottimale. «Una condizione del cuoio capelluto sana – sottolinea la dott.ssa D’Acunzo – aiuta ad accogliere meglio gli innesti dei capelli e a prevenire complicazioni durante la fase di recupero. In realtà molti giovani si rivolgono al trapianto di capelli senza sapere che, in molti casi, esistono terapie tricologiche preventive che possono rallentare la caduta dei capelli. L’alopecia androgenetica, infatti, è un fenomeno imprevedibile: si manifesta in modo progressivo, anche in giovane età. ma la sua evoluzione non è sempre scontata. Consiglio di iniziare le terapie fin dai primi segni di diradamento, poiché possono rinforzare i follicoli e migliorare la qualità dei capelli, stabilizzando la condizione. In alcuni casi, potrebbe anche risolvere il problema senza dover intervenire con un intervento chirurgico».
Altro aspetto fondamentale, che spesso viene trascurato, è l’assistenza post-operatoria. «I pazienti devono essere ben informati prima di prendere una decisione – spiega la dott.ssa D’Acunzo –. Anche dopo il trapianto la cura del cuoio capelluto non finisce. È fondamentale adottare una terapia post-operatoria per proteggere i capelli nativi ed evitare che il processo di miniaturizzazione continui nelle aree non trattate dal trapianto. Questo trattamento aiuta a preservare i follicoli ancora attivi, garantendo così che i capelli già presenti non subiscano cambiamenti nel tempo. I capelli trapiantati, infatti, non sono interessati dal processo di miniaturizzazione, perché non sono sensibili agli ormoni che causano il diradamento. Tuttavia, i capelli nativi possono continuare ad assottigliarsi e si potrebbe verificare la progressiva caduta dei capelli in altre aree del cuoio capelluto. Per questo un sopporto medico tricologico resta la chiave».
La dott.ssa Valeria D’Acunzo, medico tricologo con quattro studi a Terni, Roma, Milano e Cosenza, ha un’ampia esperienza maturata in anni di professione in questo ambito medico.