Una scuola che ascolta: 900 mila euro per il benessere psicologico della comunità scolastica
La fase sperimentale de Una scuola che ascolta inizierà con l'anno scolastico 2025/2026, in tutte le scuole superiori un servizio psicologico di 1.000 ore per affrontare ansia, fobia scolare, ritiro sociale
Ansia, fobia scolare, ritiro sociale -il cosiddetto fenomeno degli hikikomori- sono i disagi che colpiscono maggiormente gli studenti valdostani nell’era post Covid e ai quali l’amministrazione regionale cerca di dare risposte con un nuovo progetto sperimentale, Una scuola che ascolta.
«Un progetto aperto, non solo un servizio» sottolinea l’assessore ai Beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali, Jean-Pierre Guichardaz, nella conferenza stampa di presentazione di stamattina.
«Non è assolutamente un progetto ideologico ma volto al benessere comunità scolastica e della comunità tutta» ci tiene a sottolineare l’assessore.
«Non ha nulla di ideologico, per questo si rivolge a professionisti del settore, per dare risposte a disagi che si percepiscono già dalle medie, disturbi legati alle emozioni ma anche disturbi specifici dell’apprendimento, aumentati notevolmente».
900 mila euro per il triennio
«La nostra è una scuola che ascolta, accoglie, si prende cura, forma le competenze – dice Guichardaz -, ma anche una scuola che educa e non solo una scuola del merito».
«Riconoscere il benessere psicologico connota nostro modello di scuola, è una necessità reale, urgente e quotidiana».
La necessità di attivarsi per andare oltre agli sportelli che, nella propria autonoma, alcune istituzioni scolastiche hanno attivato, «è arrivata forte e chiara dalla Consulta degli studenti e dal Coordinamento genitori, confermata spesso anche gli insegnanti».
Da qui nasce il progetto regionale sperimentale per ascoltare esigenze di tutti, di ogni ragazzo, ma anche di insegnanti, famiglie e del personale scolastico.
«L’amministrazione regionale ha stanziato 900 mila euro nel triennio per il benessere nelle scuole e ha avviato un confronto per estendere l’iniziativa anche nelle scuole paritarie con fondi europei, per 200 mila euro» dice l’assessore.
«Stiamo lavorando per estende l’iniziativa, in una seconda fase, anche alle scuole medie con 800/900 mila euro, per un totale 1,3/1,4 milioni di euro».
Guichardaz precisa che non si tratta di una misura curativa, ma educativa.
«Lo sportello non è pensato per curare i ragazzi, né per correggerli. È uno spazio di ascolto, di prevenzione per intercettare il disagio prima che diventi crisi. Serve a rafforzare competenze emotive e relazionali e a fare stare meglio tutti».
L’assessore Jean-Pierre Guichardaz e la Sovrintendente Marina Fey
Costruire una vocazione valdostana in psicologia scolastica
A occuparsi del progetto una cabina di regia che si è insediata ieri, coordinata dalla Sovrintendente agli studi, Marina Fey, e che coinvolge
- un docente distaccato all’Ufficio Supporto all’autonomia scolastica della Sovraintendenza agli studi;
- un dirigente scolastico in rappresentanza delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado del territorio;
- un rappresentante dell’Ordine degli psicologi della Valle d’Aosta;
- un rappresentante dell’Università della Valle d’Aosta;
- un rappresentante dell’Azienda Usl Valle d’Aosta;
- un rappresentante dell’Assessorato regionale competente in materia di sanità e salute
È stato inoltre avviato un dialogo con l’Università della Valle d’Aosta perché questo progetto possa diventare materia di ricerca e studio nell’ottica, dice l’assessore, «di costruire una vocazione valdostana in psicologia scolastica».
Una scuola che ascolta
A illustrare nel dettaglio obiettivi e punti di forza del progetto Una scuola che ascolta, la Sovrintendente Marina Fey.
Fey ripercorre i passi che hanno portato alla creazione del progetto sperimentale, nato dall’esperienza degli sportelli di ascolto che alcune scuole, con un contributo di 2.000 euro, hanno istituito a partire dal 2020, nell’ambito del Protocollo delle regole di sicurezza e contenimento del Covid.
Negli ultimi anni, sottolinea la dirigente, «si è evidenziato un crescente bisogno di supporto psicologico, anche tra i giovani, come emerge dalle ricerche a livello nazionale e internazionale, con un picco durante la pandemia, e confermato anche dai dati di accesso ai servizi di Neuropsichiatria infantile e di Psicologia dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta, in linea con il trend italiano.
Il servizio di psicologia scolastica proporrà le attività di:
- Sportello ascolto per studenti, famiglie e personale scolastico
- Supporto ai consigli di classe con l’osservazione diretta o indiretta nelle classi
- Progetti e interventi psico-educativi per studenti
- Sensibilizzazione alle famiglie e formazione/informazione al personale scolastico
I punti di forza del servizio sono nella continuità assicurata, nell’aumento importante del numero di ore, 1.000 in ogni scuola, con una presenza quotidiana di uno o due professionisti per ogni scuola.
Prossimi passaggi
La cabina di regia del progetto si occuperà di predisporre un modello unico di bando, dovrà coordinare e monitorare le attività delle scuole fatte dagli psicologici per fornire buone pratiche e il confronto tra le scuole.
«Entro primi di luglio l’avviso sarà inviato alle scuole per la pubblicazione online; nel mese di agosto si faranno le selezioni per essere pronti a settembre con il servizi» spiega ancora Fey.
«A settembre la cabina di regia si riunirà per un primo incontro di coordinamento con il team degli psicologi delle scuole in modo da condividere gli indicatori di attività e di risultato rispetto ai quali i professionisti dovranno relazionare sul servizio, fornendo dati quantitativi e informazioni qualitative dettagliate».
«A giugno ci sarà l’elaborazione dati per migliorare sperimentazione e passare a un servizio più vicino alle scuole e alle famiglie» conclude Fey.
(erika david)