Centro polivalente Brocherel: ok anche dal Consiglio, via libera al partenariato pubblico privato da 15,7 milioni
Dopo circa 30 anni dall'avvio del progetto, potrebbe finalmente essere a un punto di svolta l'opera che ospiterebbe un centro per persone anziane e alcuni ambulatori Usl
Nonostante i voti contrari di Renaissance e del portacolori di Area Democratica in maggioranza, Diego Foti (astenuti Sylvie Spirli e Sergio Togni; ancora una volta a favore Bruno Giordano), è ormai realtà il passo in avanti (si spera finalmente decisivo) verso il completamento del Centro polivalente Brocherel.
Nell’ultimo consiglio comunale della legislatura, dopo gli ok delle commissioni competenti, è arrivato il definitivo via libera alla dichiarazione di pubblico interesse della struttura, nonché alla fattibilità della proposta di partenariato pubblico privato (a cura di Zenit sociale, gruppo di cooperative con sede a Parma, in cui c’è anche Leone Rosso) finalizzato al completamento di edificazione e alla futura gestione di un centro polivalente socio-sanitario e di un poliambulatorio/centro diagnostico.
Il tutto, per altri 15,7 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai soldi già spesi negli anni.
Brocherel: il progetto
Le operazioni per il nuovo centro polivalente di via Brocherel, che (si spera tra poco) ora sarà portato in appalto, vedrà la costruzione di una struttura da 68 posti, destinata a persone anziane parzialmente autosufficienti o non autosufficienti.
Le struttura residenziale protetta avrà 44 posti standard e 24 da struttura protetta Plus, con tutti gli accorgimenti del caso per trattare patologie anche gravi.
Il centro polivalente, inoltre, prevede anche la realizzazione di una struttura diurna (giornata o mezza giornata) per persone parzialmente sufficienti o autosufficienti, ma che necessitino dell’assistenza di un centro diurno.
Questo andrà a sostituire il centro polivalente di corso Saint-Martin-de-Corléans.
Inoltre, il corpo a nord sarà destinato all’Usl, con uno spazio di circa 700 metri quadri, che sarà occupato da ambulatori clinici e diagnostici a disposizione di struttura e comunità.
Brocherel: costi e tempistiche
E i costi?
La sistemazione, l’ampliamento e la messa a norma, dopo oltre 15 anni di attesa, costeranno 15 milioni 774 mila euro, con il 49% a carico dell’ente pubblico e il 51% a carico dei promotori.
La Regione stanzia 5 milioni di euro, con la parte restante degli 8 milioni 316 mila euro a carico dell’ente pubblico, prelevata dall’avanzo di amministrazione del comune di Aosta.
L’accordo pubblico-privato sarà trentennale, con un massimo di 4 anni riservati ai lavori e il resto alla gestione vera e propria della struttura.
Brocherel: il dibattito
Dopo la soddisfazione espressa dai relatori Gabriella Massa e Pietro Varisella per la maggioranza, a mettere qualche puntino sulle i, per poi votare a favore, è stato Bruno Giordano (Lega e Autonomia & Libertà).
«Nessuno ricorda l’accordo di programma siglato dal sindaco Grimod con Regione e Usl per superare i vincoli urbanistici, poi il fallimento della ditta e i tanti anni di sigilli, con grande impegno da parte del Comune per far proseguire la trafila, con Regione e Usl a continuare a cambiare idea – ha detto Giordano -. Sembra quasi che siano arrivati i supereroi a riuscire a sbloccare il tutto. Purtroppo, tante volte abbiamo pensato di aver messo il punto finale, persino quando si pensava di fare dei mini alloggi o di fare due cucine per coprire tutti le necessità delle varie mense comunali; ma io, quando sento il nome Parma (il riferimento a Zenith è ovviamente tutt’altro che casuale ndr.), ormai mi irrigidisco».
Giovanni Girardini (Renaissance) e Diego Foti (Area Democratica) hanno storto il naso sull’idea di esternalizzare un servizio fondamentale per il Comune, ma la maggioranza ha fatto fronte comune.
«Sentendo gli esperti, il PPP è sembrata la via migliore – ha ribattutto l’assessora alle Politiche sociali, Clotilde Forcellati -. Dispiace dirlo a una forza di sinistra (ha detto rivolta a Foti), ma in tutta Italia, strutture come nidi e altro sono ormai esternalizzate. Regia va all’ente pubblico, la gestione al terzo settore e spero che non ci faccia schifo. La differenza, in questo caso, è che il privato ci mette 8 milioni: crediamo che questi siano passi fondamentali per inserire il tutto nel piano triennale delle opere pubbliche e dei servizi. Questi edifici sono lì abbandonati da 30 anni, così come da 30 anni si parla di abbattere i grattacieli del Quartiere Cogne; noi abbiamo affrontato questi casi».
Ha rincarato la dose il sindaco Gianni Nuti.
«Il terzo settore non è un’azienda che fa profitti e mi stupisce che Girardini, ormai legato alla destra, si opponga ai privati, che peraltro hanno gabbie molto più libere di quelle pubbliche – ha esclamato -. Vi do una notizia (rivolgendosi a Foti ndr.): i servizi già oggi sono gestiti da cooperative sociali e sono già di altissimo livello. Il pubblico interviene quando i cittadini sono organizzati in modi differenti per gestire i bisogni del territorio: non si può governare tutto, perché fa male a progetti creativi di cui abbiamo bisogno. Siamo fieri di questa scelta».
(al.bi.)