Cervino CineMountain, l’Oscar del cinema di montagna al film targato Wim Wenders e Liv Ullmann
Fedrelandet di Margreth Olin
CINEMA
di Erika David  
il 03/08/2025

Cervino CineMountain, l’Oscar del cinema di montagna al film targato Wim Wenders e Liv Ullmann

Fedrelandet (Songs of Earth della regista norvegese Margreth Olin è coprodotto da Wenders e Ullmann; Filippo Maria Pontiggia vince il Premio Film Commission; Paolo Cognetti e Gaël Truc vinvono ex aequo il CvAlps

Sì, sono proprio Win Wenders e Liv Ullman, in qualche modo, a vincere il XXVIII Cervino CineMountain Festival.

L’Oscar del cinema di montagna è andato a Fedrelandet (Songs of Earth), il poetico racconto della regisdta norvegese Margreth Olin, coprodotto dal regista, sceneggiatore, produttore e fotografo tedesco e dell’attrice, regista e sceneggiatrice norvegese Liv Ullmann.

La cerimonia di premiazione del festival di Luisa Montrosset e Luca Bich è andata in scena ieri sera, sabato 2 agosto, nella suggestiva cornice della piazzetta delle Guide di Valtrournenche.

L’Oscar del cinema di montagna, Grand Prix des Festivals

Fedrelandet è una sinfonia visiva e spirituale che si apre tra le vallate norvegesi, dove il padre della regista cammina e racconta, diventando guida e testimone di un tempo che resiste. È lui il protagonista silenzioso di questo film contemplativo, prodotto da due maestri come Wim Wenders e Liv Ullmann.

Ma la vera protagonista è la Terra stessa, con i suoi suoni, i suoi cicli, la sua bellezza fragile e assoluta. Fedrelandet è un viaggio nella natura che diventa viaggio interiore: la memoria come paesaggio, il paesaggio come memoria. Ha incantato il pubblico di Idfa e Cph:Dox, e ha vinto il Grand Prix al Mendi Film Festival di Bilbao.

«Come il grande cinema riesce a sospenderci nel tempo, pur riproducendo il movimento incessante e salvifico della vita e della natura» si legge nella motivazione della Giuria internazionale.

Tutti gli altri premi

C’è tanta Valle d’Aosta negli altri undici premi assegnati nella 28ª edizione del Cervino CineMountain Festival.

Filippo Maria Pontiggia con il suo Conigli al cimitero vince il Premio Film Commission Vallée d’Aoste, mentre il Premio CvAlps è andato ex aequo ad altri due valdostani, uno di nascita e un altro d’adozione, Gaël Truc con Play-Off e Paolo Cognetti con Fiore Mio.

Mountain of Gold di Roland Edzard (Francia/Niger, 2025), vince il Premio Montagnes du monde, miglior film straniero, in un luogo dove i giovani inseguono sogni di riscatto e si scontrano con il peso della realtà.

Menzione speciale per Champions of the Golden Valley di Ben Sturgulewski (USA, 2024). Lo sport come strumento di speranza e unità in un paese segnato dai conflitti.

Il documentario di Katia Bernardi Nella pelle del drago (Italia, 2025), miglior film italiano, vince il Premio Montagne d’Italia trasformando il mistero di un incendio doloso in un’indagine collettiva, tra arte, natura, comunità e rinascita.

Il Premio Montagnes tout court per il miglior cortometraggio va a América di Javier Augusto Arias-Stella (Perù, 2025). América ha dieci anni e vive in un remoto villaggio delle Ande. Il suo sogno? Comprare una bicicletta per non arrivare mai più in ritardo a scuola.

Conigli al cimitero del regista aostano Filippo Maria Pontiggia (Italia, 2025), Premio Fcvda ci porta nel tranquillo cimitero di Trento, dove un problema insolito sconvolge la comunità: un’invasione di conigli che mangiano i fiori e scavano buche tra le tombe. Le anziane del paese, esasperate, chiedono aiuto ai politici locali. Claudio Cia, un politico di opposizione, prende in mano la situazione, ideando piani stravaganti per catturare i conigli, mentre il sindaco e il suo staff cercano soluzioni legali e pratiche.

La giuria lo ha premiato «per l’originalità nello scegliere, nella regione che ha “dato la caccia agli Orsi”, una storia piccola che affronta in modo leggero l’eterna lotta fra uomo e natura, dosando ironia e serietà, con un sapiente uso della musica, accostando immagini di natura diversa. E che riesce a farci compiere un piccolo viaggio, da sottoterra fino a sopra il cielo».

La miglior fotografia, Premio Sony, è quella di Messengers di Jeffrey Zablotny (Canada, 2024), il racconto di un’esplorazione di tre telescopi sotterranei in regioni remote di Canada, Giappone e Antartide, che rivela un nuovo modo di percepire l’universo dall’interno.

Il Premio Cai come miglior film di alpinismo va a In The Last Expedition (Polonia, 2024) di Eliza Kubarska che racconta la storia della migliore alpinista del mondo: un’icona indipendente e determinata, forte e coraggiosa, Wanda Rutkiewicz, scomparsa sull’Himalaya 30 anni fa.

Curioso ex aequo per il Premio CvAlps di Paolo Cognetti con Fiore Mio (Italia/Belgio, 2024), in cui lo scrittore e regista, accompagnato dal fedele cane Laki, risale il Monte Rosa per indagare sulla sparizione della sorgente vicino a casa sua a Estoul (Brusson) e Gaël Truc che con Play-Off  (Italia, 2025) racconta di un grande amore scoccato tra una comunità di montagna e l’hockey su ghiaccio.

I Premi del Pubblico

Quattro i premi assegnati dal pubblico.

Gli spettatori hanno scelto Mountain of gold di Roland Edzard (Francia, 2025, 85’).

Il Premio del Pubblico Kids va a Amen (Francia, 2024) di Orphée Coutier, Bettina Demarty, Kimie Maingonnat, Laurène Perego, Louise Poulain, Avril Zundel.

Il Premio del pubblico Film Commission Vallée d’Aoste va a Play-Off di Gaël Truc (Italia, 2025, 30’).

Per la sezione Versante Sport il pubblico ha premiato Living the way di Juan Pablo Caballero (Italia, 2024, 15’).

Infine il Premio Circuit va a Kamay di Ilyas Yourish e Shahrokh Bikaran (Belgio, Afghanistan, 2024, 105’).

(e.d.)

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