Lacrime, ricordi, applausi e striscioni per l’ultimo saluto a Mauro Cusano
Il feretro di Mauro Cusano sul sagrato della cattedrale
SPORT
di Davide Pellegrino  
il 04/08/2025

Lacrime, ricordi, applausi e striscioni per l’ultimo saluto a Mauro Cusano

La cattedrale di Aosta si è riempita, oggi pomeriggio, per il funerale dell'ex bomber poi diventato apprezzato allenatore e dirigente, scomparso giovedì all'età di 66 anni

Lacrime, ricordi, applausi e striscioni per l’ultimo saluto a Mauro Cusano.

La cattedrale di Aosta si è riempita, oggi pomeriggio, per il funerale dell’ex bomber poi diventato apprezzato allenatore e dirigente.

Tanti i volti noti del pallone rossonero di ieri e di oggi.

Lacrime, ricordi, applausi e striscioni per l’ultimo saluto a Mauro Cusano

Un pezzo importante della storia degli ultimi 50 del calcio valdostano se n’è andato e oggi è stato salutato con un bagno di folla.

Diverse centinaia di persone si sono radunate in cattedrale per l’addio a Mauro Cusano.

L’ex bomber e attuale allenatore dell’Aosta Calcio 511 si è spento giovedì all’Hospice del Beauregard a 66 anni.

A portarselo via è stata una malattia aggressiva e spietata, che non gli ha lasciato scampo nel giro di pochi mesi.

Il feretro, sul quale era stata adagiata la nuova maglia del suo club (che lui aveva scelte nelle scorse settimane) con il numero 9 e il suo cognome, è stato scortato in chiesa da alcuni giocatori con la divisa di rappresentanza rossonera.

Grande la commozione, la moglie Valeria, i figli Luca e Fabio, la sorella Giuseppina sono stati sommersi dall’affetto della gente.

«Per l’ultimo viaggio ha scelto il suo abito vero, la sua tuta»

L’omelia di don Fabio Bredy ha alzato il livello di emozione.

«Ha voluto essere seppellito con la sua tuta blu, questo rappresenta Mauro, la tuta è stata la sua passione e la sua vita – ha esordito il parroco della cattedrale -. Alla fine non ha voluto i soliti abiti, scegliendo quello che era il suo abito vero. Ieri sera ho fatto una bella chiacchierata con la sua famiglia, perché i momenti di saluto sono quelli in cui siamo chiamati a fare memoria e tesoro di quello che chi ci è accanto ci ha trasmesso con le sue opere e le sue parole».

«Custodiamo nel cuore i pezzettini di Mauro che lui ci ha donato durante la sua vita»

«Siamo qui per ricordare, fare memoria e ringraziare il signore – ha continuato il sacerdote -. Chi ci è accanto come marito, papà, allenatore, ci dà un pezzettino di se stesso e ci sono tanti pezzettini di Mauro in chi è presente oggi, ringraziamo per averli ricevuti e custodiamo nel cuore quello che ci ha lasciato, perché lui ha lasciato una grandissima eredità alle tante persone che ha incontrato sulla sua strada».

«Mauro era un animatore, un uomo che sa animare e aiuta a tirare fuori l’anima agli altri»

«La definizione più bella di lui è animatore, che è colui che sa animare, dà l’anima in quello che fa e aiuta a tirare fuori l’anima degli altri, spingendoli a dare il meglio che ciascuno ha nascosto dentro di sé – ha sottolineato don Fabio -. Il bravo allenatore fa proprio quello, aiuta a tirare fuori il massimo. A Mauro piaceva costruire partendo da zero, faceva giocare e rendeva felici, l’avrei preso volentieri in oratorio, ma era troppo impegnato. Si prendeva cura dei ragazzi in campo e fuori».

«Persona positiva, entusiasta, che fino all’ultimo ha cercato di regalare sorrisi agli altri»

«Mauro era una persona positiva, entusiasta, sorridente, anima di ogni incontro e di ogni festa – ha aggiunto il parroco -. Tanti gli scherzi al bar, i giochi, il mercante in fiera a casa, anche negli ultimi giorni di malattia cercava di far sorridere, sdrammatizzando una situazione drammatica, invitando a non piangere troppo. Ognuno di noi potrebbe raccontare tante cose, custoditele nel cuore e ringraziate per quello che avete ricevuto da lui».

«Quante cose si inventerà con papà Germano in paradiso»

«Ieri sera, con la sua famiglia, ce lo siamo immaginati in paradiso con suo papà Germano e c’era della preoccupazione, perché, di nuovo insieme, con tutte le loro idee, potranno rivoluzionare l’alto dei cieli – ha sorrido don Bredy -. Ma è proprio quello che ci auguriamo e che speriamo, siamo qui perché crediamo in un paradiso e lui sarà lì con la sua tuta a impegnarsi a fare con il cuore quello che ha sempre amato fare. Tutte le cose belle della nostra vita non cadono nel vuoto, perché siamo nelle mani di Dio, la serenità la dobbiamo trovare proprio nel pensiero che Mauro adesso è nelle mani di Dio. C’è un posto speciale lassù per ognuno di noi ed è lì che stiamo accompagnando Mauro, dove continuerà a seguire la partita della vita di chi vuole bene, proteggendo i suoi affetti dall’alto».

Il ricordo di un amico e lo striscione dei tifosi all’uscita dalla chiesa

Al termine della cerimonia, a prendere la parola è stato uno dei tantissimi genitori dei suoi ex giocatori.

«Oggi non è facile trovare le parole – ha detto Moreno Golia -. Mauro per me non era una bella persona, Mauro lo è. Perché chi lascia un segno così grande nella vita degli altri, resta. Io lo conoscevo da vent’anni. Lo ricordo quando allenava i Pulcini, quando ha fatto crescere mio figlio con il calcio, quando bastava una sua parola o un sorriso per sentirti meglio. Mauro aveva sempre un progetto, sempre un’idea nuova, sempre la voglia di dare qualcosa di più. Perfino qualche mese fa, stavamo pensando a un karaoke insieme: questo era lui, entusiasmo e vita. Era la persona che se avevi bisogno c’era, sempre, senza fare rumore, senza chiedere nulla in cambio. Per me non è un addio. Perché Mauro non “era”, Mauro è, e resterà nei ricordi e nei cuori di chi lo ha conosciuto. Grazie Mauro, davvero».

Lo striscione dei tifosi della sua squadra

Sul sagrato della chiesa, all’uscita del feretro, applausi e lo striscione dei suoi ultras “Buon viaggio mister”.

(d.p.)

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