Il Micheal Jordan di Federico Buffa rapisce il pubblico del Forte di Bard
Federico Buffa racconta il canestro decisivo di Michael Jordan in gara-6 della finale del 1998 a Salt Lake City
CULTURA & SPETTACOLI
di Davide Pellegrino  
il 23/08/2025

Il Micheal Jordan di Federico Buffa rapisce il pubblico del Forte di Bard

Applausi per l'intensa esibizione di un'ora e mezzo dello storyteller milanese che ha raccontato da un punto di vista intimo la superstar della NBA

Il Michael Jordan di Federico Buffa rapisce il pubblico del Forte di Bard.

Applausi per l’intensa esibizione di un’ora e mezzo dello storyteller milanese.

Il Micheal Jordan di Federico Buffa rapisce il pubblico del Forte di Bard

Raccontare il più grande giocatore di basket di tutti i tempi senza scivolare nella retorica è impresa non semplice.

Federico Buffa ci è riuscito ieri al Forte di Bard, confermando di essere uno storyteller di razza.

Il 66enne giornalista milanese ha firmato un’esibizione intensa, che ha catturato l’attenzione del pubblico dal primo all’ultimo minuto.

Una delle voci più apprezzate di Sky Sport ha scelto un punto di vista particolare, raccontando un Micheal Jordan intimo, disegnandone con maestria virtù e debolezze.

La feroce determinazione di Michael Jordan tra aneddoti e imprese sul parquet

Accompagnato con maestria al pianoforte dal maestro Alessandro Nidi, Buffa ha saputo scegliere angolazioni tutt’altro che scontate, mettendo sempre in primo piano l’uomo Jordan rispetto «alla superstar capace di diventare più importante della stessa NBA».

Aggiungendo alla ricetta gustose dosi di esperienze personali vissute insieme al compagno di una vita professionale Flavio Tranquillo, il giornalista ha firmato un racconto serrato, preciso e al tempo stesso intimo, senza cadere mai nell’agiografia.

Tra una digressione nella Carolina del Nord degli anni ’40, gli aneddoti di un giovanissimo Michael che rischia di rimanere fulminato nell’officina di papà James, per poi dimostrare di essere un promettente pasticcere tra l’incredulità di mamma Deloris, la narrazione è filata via fluida, con gli spettatori appesi alle parole e alle pause dell’uomo in camicia e gillet che li ha guidati sapientemente dal palco.

Il leit-motiv dello spettacolo è stata la feroce determinazione di Jordan, la sua necessità di dimostrare di essere sempre il più forte.

Uno dei protagonisti della serata è così diventato il librettino mentale sul quale, secondo Buffa, MJ annotava i torti subiti per poi lavarli con il sangue della vendetta sportiva, schiacciando e annichilendo senza pietà il rivale di turno.

La tensione è rimasta altissima fino all’ultima impresa, la clamorosa giocata al Delta Center di Salt Lake City in gara-6 della finale del 1998 contro gli Utah Jazz.

E a quel punto la Piazza d’Armi del Forte di Bard si è scossa in un applauso dal sapore di ringraziamento sincero per una serata dalle emozioni forti.

(d.p.)