Elezioni comunali, Tordella sulle liste fantasma: «non sono liste di militari, non ho pagato nessuno»
Il promotore di Progetto Popolare che aveva tentato di depositare alcune liste ad Arvier e Jovençan torna sulla vicenda e precisa: «non sono liste di militari e i soldi ritirati erano per mie spese personali»
Non si placa il vespaio sul tentativo di depositare liste fantasma in alcuni paesi in corsa per le elezioni comunali del 28 settembre.
Ieri, domenica 24 agosto, sono state depositate due liste nei comuni di Arvier e Jovençan, con nove candidati tutti di fuori Valle.
Operazione strana che ha suscitato perplessità e più di qualche sospetto quando i promotori hanno cercato tra gli abitanti del paese qualcuno che potesse firmare per la sottoscrizione della lista.
Il sindaco di Arvier, Mauro Lucianaz, allertato, ha chiamato le forze dell’ordine per le opportune verifiche.
Intervento che ha poi fatto desistere il gruppo promotore dell’operazione.
In passato operazioni di questo tipo hanno visto candidati diversi esponenti delle forze dell’ordine che puntavano a godere dell’aspettativa elettorale di 30 giorni che spetta per legge a chi si candida
«Non sono liste di militari e non ho pagato nessuno»
Luca Tordella, promotore dell’operazione riconducibile a Progetto Popolare, non ci sta e spedisce al mittente le insinuazioni fatte sui suoi movimenti tra Arvier e Jovençan
«Non è affatto vero che sono liste tutte di militari» sottolinea.
«Ce n’è qualcuno perché, a liste pronte, ci sono stati dei passi indietro, tant’è che a Jovençan ho dovuto candidarmi io come sindaco» aggiunge.
«Ad Arvier su una lista di nove candidati 4 erano militari. A Jovençan ci sono io, che non so un militare, Catia Carinci -dipendente comunale-, Eleonora Pietrangeli -casalinga-, Antonietta Copoccini, Manuele Copoccini, Marco Tordella, Edoardo Russo, Maria Teresa Bonaccio. Il 90% della squadra era formato da civili».
«Io faccio liste in tutta Italia, e ogni tanto mi appoggio anche ai militari, ma qui si è montato un castello… Avevo una quarantina di candidati e i militari saranno stati una quindicina» precisa.
A indispettire maggiormente Tordella i sospetti sul fatto che abbia pagato le persone per la sottoscrizione della lista.
«Sì, ho chiesto informazioni per il bancomat, ma ho ritirato soldi per mie spese personali».
«Quello che si dice sul circolare dei soldi è una cavolata. Ho chiesto la firma a 4/5 persone, alcuni anziani mi hanno detto che non avrebbero firmato per liste farlocche, alcuni hanno firmato e ad Arvier ho semplicemente offerto la colazione a due ragazzi che avevano accettato» chiarisce.
«Io presento liste ovunque, ma quello che ho visto in questa regione è assurdo, la mafia non sta in Sicilia, sta in Valle d’Aosta».
(erika david)