Scuola: tornano in classe oltre 15 mila studenti valdostani e, ‘miracolo’, le cattedre sono assegnate!
Studenti davanti alla sede dell'Istituzione scolastica Innocent Manzetti dopo la prima prova di maturità lo scorso giugno
Scuola
di Cinzia Timpano  
il 09/09/2025

Scuola: tornano in classe oltre 15 mila studenti valdostani e, ‘miracolo’, le cattedre sono assegnate!

Mercoledì 10 settembre suona la prima campanella dell'anno scolastico 2025/2026; c'è attesa per la questione del cellulare vietato alle superiori

Scuola: tornano in classe oltre 15 mila studenti valdostani e, ‘miracolo’, le cattedre sono assegnate!

Sono poco più di 15 mila i bambini e ragazzi che domani, mercoledì 10 settembre torneranno sui banchi di scuola.

Domani mattina, l’anno scolastico sarà simbolicamente inaugurato all’istituzione scolastica Lexert di Aosta (ore 10), alla presenza dell’assessore al Sistema Educativo Jean-Pierre Guichardaz, della Sovraintendente agli Studi Marina Fey, del sindaco di Aosta Gianni Nuti e della dirigente scolastica Annuska Como.

Gli iscritti sono complessivamente 15.281 ma i 210 ragazzi iscritti al liceo linguistico di Courmayeur hanno iniziato le lezioni già lunedì 1º settembre mentre sono stati 1.079 i ragazzi che hanno affrontato gli esami di riparazione.

Cattedre assegnate

All’inizio dell’anno scolastico 2025/2026 fa notizia l’assegnazione pressochè totale di tutte le cattedre.

Ciò significa che – al di là delle esigenze organizzative delle istituzioni scolastiche – non ci saranno settimane di ingressi ritardati o uscite anticipate perchè mancano gli insegnanti. Non accadeva da anni e anni.

Un piccolo grande miracolo, frutto della conclusione anticipata delle nomine da parte della Sovrintendenza e del conseguente maggior tempo a disposizione delle singole istituzioni scolastiche per gli interpelli e le mad, le messe a disposizione, per completare l’organico.

Lunedì scorso, a 9 giorni dall’inizio della scuola, le cattedre scoperte erano ancora 172.

Le convocazioni e assegnazioni in capo alla Sovraintendenza agli Studi si erano infatti concluse giovedì 28 settembre; da venerdì 29, sono state le singole istituzioni a chiamare gli insegnanti per completare gli organici.

La Sovrintendenza agli Studi ha effettuato una ricognizione e a venerdì 5 settembre, erano rimasti da assegnare meno di una decina di spezzoni orari tra scuole medie e scuole superiori.

Le istituzioni scolastiche hanno avuto ancora tempo lunedì e quest’oggi, martedì, per coprire quegli spezzoni (per esempio alla Lexert, all’istituzione scolastica Manzeti e all’istituzione Elio Reinotti), poi, dopo i necessari aggiustamenti, potranno redigere l’orario scolastico definitivo.

Il nuovo anno scolastico

Sono 1994 gli iscritti alla scuola dell’infanzia mentre 4444 sono i bambini iscritti alla primaria. 3297 ragazzi frequenteranno la scuola secondaria di I grado e 5546 sono i ragazzi iscritti alle superiori.

La nuova maturità 2026

Alla vigilia del nuovo anno scolastico tengono banco le novità sull’esame di maturità di giugno 2026 annunciate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Esame che dirà addio alla discussione del documento all’orale, a vantaggio di un colloquio che verterà su 4 materie decise a gennaio e che vedrà l’impiego di un numero inferiori di commissari.

Lo smartphone a scuola

Non spetta alla Sovraintendenza ma sarà responsabilità delle singole istituzioni scolastiche decidere le nuove regole rispetto all’uso dello smartphone a scuola.

«La Sovraintendenza non ha predisposto linee guida in quanto la circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito è chiara: le misure organizzative spettano alle scuole in modo autonomo» puntualizza la Sovraintendente agli Studi Marina Fey.

Secondo quanto si legge nella circolare del ministero infatti, le istituzioni scolastiche devono aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa «prevedendo, per gli studenti del secondo ciclo di istruzione (medie e superiori) il divieto di utilizzo dello smartphone durante l’orario scolastico anche ai fini didattici, nonché specifiche sanzioni disciplinari per coloro che dovessero contravvenire a tale divieto.

È rimessa all’autonomia scolastica l’individuazione delle misure organizzative atte ad assicurare il rispetto del divieto in questione».

L’uso del telefono cellulare, si legge nella circolare, sarà sempre ammesso nei casi in cui lo stesso sia previsto dal Piano educativo individualizzato o dal Piano didattico personalizzato come supporto agli alunni con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento.

Allo stesso modo, l’uso del telefono è consentito qualora, sulla base del progetto formativo adottato dalla scuola, esso sia strettamente funzionale all’efficace svolgimento dell’attività didattica nell’ambito di specifici indirizzi del settore tecnologico, dell’istruzione tecnica dedicata all’informatica e alle telecomunicazioni.

Educare all’uso consapevole dello smartphone

«Durante la Conferenza dei servizi dei dirigenti scolastici di giovedì scorso è stata ribadita la necessità di rafforzare le azioni finalizzate a educare all’uso responsabile e consapevole dello smartphone e degli altri strumenti digitali, così come indicato dal ministro nella circolare» precisa Fey.

A tal proposito, è bene citare il Percorso Smartphone, proposto dalla Sovraintendenza che, negli anni, si è ampliato con le iniziative Smartphone 2000 e con il Percorso Smartphone e Tech-Devices, per supportare non solo i ragazzi della scuola secondaria di primo grado (scuole medie), ma anche gli utenti dalla fascia 0-6 anni alle scuole secondarie di secondo grado (superiori), attraverso il coinvolgimento dei docenti, degli alunni e dei componenti del nucleo familiare che condividono la quotidianità con il giovane.

Grande attenzione andrà anche dedicata alle tematiche connesse alla diffusione dell’Intelligenza Artificiale, ivi inclusi i suoi impieghi nelle attività didattiche e nei processi di apprendimento, al fine di promuoverne un uso efficace. Per tali finalità, occorre fare particolare riferimento a quanto disposto dalle Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, adeguate, nei mesi scorsi, al nostro contesto regionale» conclude la Sovraintendente agli Studi.

(c.t.)

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