Il ritorno di sua maestà Franco Collé: «Pronto per il mio decimo e ultimo Tor des Géants»
Il fuoriclasse gressonaro, quattro volte vincitore e detentore del record, tra passato, presente e futuro a poche ora dal via
Il ritorno di sua maestà Franco Collé: «Sono pronto per il mio decimo e ultimo Tor»
Il fuoriclasse gressonaro tra passato, presente e futuro a poche ore dal via.
La gara scatterà domani mattina alle 10 e alle 12.
Il gigante valdostano è il grande favorito, ma deve guardarsi da avversari di agguerriti e di alto livello.
Franco Collé: «Mi sento bene, sono abbastanza fiducioso»
Franco, iniziamo con la domanda che in questo periodo si sente porre più volte anche lungo la strada: in che condizioni arriva a questo suo decimo Tor des Géants?
«Mi sento bene, sono abbastanza fiducioso, arrivo da tre settimane di grande carico. Sono contento, ho fatto bene quello che volevo, ma se si è pronti per il Tor lo si capisce soltanto il secondo e il terzo giorno. Ho le carte in regole per fare la mia bella gara, sapendo che ci va sempre anche un po’ di fortuna».
Franco Collé: «Il momento più bello è la vittoria con record del 2021»
Il momento più bello dei suoi nove Tor precedenti.
«La prima volta che ho battuto il record, nel 2021, al termine di una grande battaglia con Jonas Russi con un finale sprint. Porterò sempre nel cuore gli abbracci con mia mamma a Ollomont, quando eravamo ancora primi in due, e a Saint-Rhémy-en-Bosses, quando ero da solo».
Franco Collé: «Il ritiro del 2022 è quello che mi ha fatto più male»
E quello più brutto.
«Molti penseranno al 2017, quando volavo verso il record e sono crollato a Champillon, ma non è così, quella notte sapevo di volermi ritirare, anche se intorno a me tutti pensavano il contrario. Mi ha fatto male il ritiro del 2022, si preannunciava un altro grande Tor con Jonas, ma da Valgrisenche avevo male al tendine d’Achille e, salendo verso l’Entrelor, mi sono seduto da solo alla croce nel piano delle marmotte e ho pianto un quarto d’ora prima di chiamare il numero dell’organizzazione e annunciare a Lucio Trucco che avrei tolto braccialetto e pettorale».
Franco Collé: «È il mio ultimo Tor, ho voglia di misurarmi con distanze più lunghe»
Non le è venuta voglia di cambiare e provare a confrontarsi con un’altra delle 5 gare del TORX with Kailas?
«Sì, quest’anno nella mia testa c’era la volontà di fare il Tor des Glaciers, dopo il 2023 ho bisogno di altri obiettivi. Purtroppo non sono riuscito a iscrivermi in tempo, allora ho dirottato la mia attenzione al Tor des Géants, mi sono detto: “Facciamo la decima e poi basta”. Il Glaciers è una nuova sfida, un bello stimolo, una gara completamente diversa, molto più lunga e più tecnica, potrebbe essere più adatta a me rispetto al Tor, perché i tratti difficili mi esaltano.
Nel mio futuro vedo più gare di questo tipo, il grande rammarico è che compio 47 anni e non voglio arrivare un giorno a rimpiangere di non averci provato in tempo. Fuori dall’Italia la Swiss Peaks 700 mi stuzzica tantissimo. Nella testa di tutti noi, una volta, c’erano i 330 km, poi è arrivato il Glaciers e adesso questi 700: sono una dimensione totalmente diversa per capire dove arrivano i nostri limiti».
Franco Collé: «La specialità del Tor sono i valdostani»
Cos’ha di così speciale questa gara che non riesce a starle lontano?
«I valdostani. Quella settimana è la festa della Valle d’Aosta, è il modo unico per girare tutta la regione a piedi e salutare i valdostani, in ogni famiglia c’è qualcuno che segue il Tor nei paesi o sulle creste. Non partecipare a una delle cinque gare è dura, non vedo l’ora di esserci di nuovo, l’anno scorso ho patito a stare fuori».
Franco Collé: «Ho cambiato la preparazione a causa della contrattura di luglio»
Come si è preparato questa volta?
«Ho dovuto cambiare un po’ quello che avevo previsto, di solito a luglio facevo gare lunghe da 100 miglia, ma quest’anno ho avuto una contrattura al flessore della gamba sinistra al Restonica. È un problema al quale sono soggetto, ma di solito mi viene a inizio stagione quando passo dallo scialpinismo al trail. Sono riuscito a recuperare bene e ad agosto ho fatto tanti volumi, sfruttando anche il fatto che il Tor è un po’ più tardi».
Franco Collé: «Il livello si è alzato, bisognerà tirare le unghie da metà percorso in avanti»
Manca il nome di spicco, ma l’elenco dei rivali è lungo e agguerrito: c’è qualcuno che va temuto più di altri?
«Nel 2024 ho visto passare Louis Calais a Gressoney e mi ha fatto impressione. L’anno scorso è stato il migliore fino a che non è stato male a Ollomont, quest’anno si è allenato soltanto per il Tor e sarà un avversario tosto. E non bisogna dimenticare gli italiani Corsini, Macchi, Galeati. Il livello si sta alzando, bisogna come sempre fare la propria gara, provare a divertirsi e tirare fuori le unghie da metà percorso in avanti».
Franco Collé: «Che dispiacere non aver sfidato D’Haene sul mio terreno»
Cosa le è dispiaciuto di più l’anno scorso?
«Non aver potuto correre con François D’Haene, mi piace sfidare i grandi campioni sul mio terreno. È sempre stato un mio idolo, avrei voluto anche solo passare una notte con lui, l’ho aspettato davanti a casa e abbiamo fatto qualche metro insieme, è stato bello, ma non mi è bastato. Abbiamo recuperato al Mezzalama, facendo tutta la prima salita insieme, ma al Tor sarebbe stato diverso».
Franco Collé: «So che se taglio il traguardo il risultato arriva»
Qual è l’obiettivo di quest’anno, vincere abbassando ancora il record?
«Il primo obiettivo è quello di arrivare a Courmayeur. So che se ci riesco, il risultato arriva anche se, quanto possa essere bello, dipenderà dal martedì e mercoledì. Ci terrei davvero a farmi il regalo di riuscire a chiudere, sarebbe brutto non farlo, perché mi toccherebbe tornare ancora e invece voglio fare altre cose. Sarebbe bello chiudere il 2025 con i 10 Mezzalama e i 10 Tor».
Franco Collé: «Durante le crisi non bisogna fermarsi»
Una gara lunga come il Tor propone sempre delle crisi: c’è un segreto per uscirne in piedi?
«Crisi ne ho avute tante, segreti non ne ho scoperti (sorride, ndr). L’unica è scalare una marcia, andare più piano e lavorare sulla testa. In quei momenti si accendono tutte le spie di allarme e la cosa più facile è fermarsi, invece non bisogna mollare. Vedi passare tutti a velocità doppia, anche chi ti sta sempre dietro, non devi pensare di essere in gara, ma concentrarti a fare un passo dopo l’altro per far passare la crisi e solo dopo puoi decidere se andare avanti o smettere. E non serve a nulla stare sdraiato a un ristoro, bisogna andare avanti, anche piano, perché la strada che si fa è tutta risparmiata per dopo».
La settimana scorsa ha assistito la sua compagna Giuditta Turini alla CCC: i ruoli si invertiranno al Tor?
«Tutto confermato, ormai siamo una coppia nella vita e nella corsa. Per me è stato bellissimo seguirla, avevamo l’obiettivo della top-10, è sfuggito per poco, ma secondo me ha fatto la gara più bella della sua vita. Tra noi c’è un grande feeling, basta uno sguardo per capirci, io so che dovrò soltanto pensare a correre. Condividerò questo viaggio con la mia famiglia, con mia figlia, mia sorella e i miei genitori: vorrei trovarli di nuovo tutti al traguardo per gioire a prescindere dalla posizione di un’altra avventura vissuta insieme».
Franco Collé: «La Cina mi sta stupendo sempre di più»
A metà estate lei e Giuditta siete stati per un breve stage in Cina: cosa si è portato a casa da quell’esperienza?
«La Cina mi sta stupendo sempre di più. Difficilmente riesco a scappare via dalla Valle d’Aosta e sono sempre più contento quando torno. Quando vado là e prendo l’aereo per rientrare ho il magone. Si è creato un rapporto speciale con la famiglia di Kailas, mai e poi mai avrei pensato di costruire un rapporto del genere, ogni volta ci stupiscono con l’accoglienza, ci coccolano, ci fanno sentire a casa. Torneremo altre due volte prima della fine dell’anno, è bello andare in Cina a parlare e promuovere la Valle e la mia esperienza».
Franco Collé: «Meglio la vigilia da atleta che da organizzatore»
Da organizzatore ad atleta: meglio la viglia della Monte Rosa Walserwaeg o quella del Tor des Géants?
«Sono due cose diverse, entrambe stupende e molto impegnative. L’adrenalina le accomuna: da una parte sei impegnato a far correre gli altri, dall’altra sono io il protagonista e, visto quanto amo correre, preferisco la vigilia da atleta».
Franco Collé: «I ragazzi dell’Academy sono migliorati tantissimo»
Durante l’estate ha istruito i partecipanti alla TORX Academy: come crescono i suoi talenti?
«È stato un bel percorso iniziato due anni fa. Questa edizione è stata intensa, sono migliorati tutti tantissimo, spero che anche loro riescano a fare delle belle gare; più che un’Academy è diventata una famiglia, con notti in rifugio e momenti di festa. Al Tor vedo bene Pierre Breuer e Paolo Cerutti».
(davide pellegrino)