Tor des Géants: Manlio Faccini corre a sostegno della ricerca sulle leucemie
La perdita dello zio ha spinto il runner di Rocca San Casciano ad abbinare il suo terzo viaggio a un'iniziativa di solidarietà
Tor des Géants: Manlio Faccini corre a sostegno della ricerca sulle leucemie.
È la sua terza partecipazione al Tor des Géants, ma per Manlio Faccini, 31 anni, runner di Rocca San Casciano, provincia di Cesena, questa terza volta ha un significato speciale.
Manlio corre a per la ricerca contro le leucemie, a sostegno dell’Ail di Cesena, l’Associzione italiana contro le leucenia, i linfomi e il mieloma.
La perdita dello zio
Manlio ha perso lo zio Manlio Leoni per una leucemia.
In ospedale, Manlio ha conosciuto Gaetano Foggetti, compagno di stanza dello zio e fondatore della sezione Ail di Cesena.
Così è nata l’idea di una raccolta fondi.
Non solo. Da oltre un anno, insieme all’amico e collaboratore Alessandro Ceccarelli, regista forlivese esperto di comunicazione, Faccini porta avanti una campagna di sensibilizzazione sulle attività di Ail e sull’importanza di sostenere la ricerca.
Sarà realizzato un docufilm che racconterà non solo la gara, ma anche la preparazione, metendo in risalto la fatica, l’impegno e le emozioni che accompagnano l’atleta.
A oggi, sono già stati raccolti quasi 8 mila eruo e quasi 2 mila euro sono già stati consegnati all’Ail Cesena.
L’obiettivo di Manlio: stare sotto le 100 ore
L’obiettivo di Manlio è completare il Tor in meno di 100 ore.
«Dovrò entrare in connessione on la montagna, ascoltarla e coglierne i segnali. Lei è maestra di vita e insegna a non mollare mai» ha detto il runner alla vigilia.
Come sta andando la gara
Dalla sua pagina FB, arrivano gli aggiornamenti sulla gara.
Poco prima delle 10 di stamattina, Manlio è arrivato al rifugio Barma, dopo 10 ore senza riuscire ad alimentarsi.
Ha dormito mezz’ora e poi è ripartito in direzione Niel.
Anche ieri è stata una giornata piuttosto dura.
Poco dopo le 21 Manlio era arrivato alla base vita di Donnas provato.
Il pomeriggio è stato duro, con una lunga sosta per episodi di vomito, tanto da rendere necessario sdraiarsi lungo il sentiero per recuperare le forze e raggiungere il Rifugio Dondena.
A complicare le cose anche un dolore acuto al ginocchio, tenuto a bada con gli antidolorifici.
Nella foto in alto (di Paola Foggetti, FB) Manlio Faccini alla base vita di Donnas.
(c.t.)