Niente allarmismi ma i casi Covid crescono; l’infettivologa invita a «non snobbare il vaccino»
Il virus rialza la testa e la raccomandazione dei sanitari è di proteggere i pazienti fragili
Alzi la mano chi nelle ultime settimane non ha sentito «di qualcuno a casa col Covid».
I numeri sono molto piccoli e neanche troppo veritieri considerato che molti si testano in modo autonomo ma come tutti gli anni a settembre, il virus rialza la testa e per qualcuno si rende necessario il ricovero con terapia di ossigeno.
I dati del ministero della Salute
Secondo il monitoraggio del ministero della Salute, nell’ultima settimana (11-17 settembre), in Italia i nuovi casi sono stati 3.692 a fronte dei 2.824 della settimana 3-10 settembre.
La regione con il maggior numero di contagi è la Lombardia (1343), seguita da Campania (608), Emilia Romagna (416) e Puglia (301) e Veneto (299).
Sette i casi rilevati chez nous.
Si ricomincia a stare in ambienti chiusi, il virus circola, facendo ormai parte del contesto epidemiologico.
Virus non più percepito
La dottoressa Silvia Carla Magnani
«Soprattutto tra i giovani circola in modo del tutto asintomatico e senza alcun problema ma è importante ricordarsi che esistono persone fragili che vanno tutelate.
Lo ripeto per l’ennesima volta, si tratta di un virus con il quale dobbiamo coesistere, che circola e che muta con rapidità per sviare la risposta del sistema immunitario – spiega la dottoressa Silvia Magnani, direttrice della Struttura di Malattie Infettive dell’ospedale Parini di Aosta.
Ecco perché a meno di aver contratto l’infezione negli ultimi sei mesi è necessario rinnovare l’assetto dei nostri anticorpi, per proteggere noi stessi ma anche le categorie di pazienti fragili che hanno patologie croniche o che sono immunodepressi».
Secondo la dottoressa Magnani, il virus non è più percepito, ecco perché la risposta alla vaccinazione è molto bassa.
«Si sente l’esigenza di vaccinarsi contro l’influenza stagionale ma non per il Covid, anche tra gli anziani e grandi anziani con più patologie.
Non si evita il contagio, ma si evita l’aggressività del virus
Il fatto che non sia obbligatorio lo fa risultare meno necessario mentre per alcune categorie è fondamentale per avere un adeguato assetto immunologico in caso di infezione.
L’obbligatorietà è un po’ una sconfitta; in Scandinavia per esempio, non c’è obbligo eppure l’80% della popolazione si vaccina, noi siamo al 18% dei fragili vaccinati… precisa l’infettivologa -.
Il vaccino non evita il contagio, e anche qui mi ripeto, così come non induce immunità delle mucose.
Evita però le forme aggressive dell’infezione che possono portare problemi respiratori importanti, fino a polmoniti e bisogno di ossigeno e permette, nel malaugurato caso di contagio, una forma più leggera e una risposta immunitaria pronta.
«Non snobbate il vaccino»
L’ultimo vaccino obbligatorio per il Covid 19 è stato nel 2021; le successive campagne vaccinali anti Covid sono state un autentico flop.
Lo scorso anno i vaccinati contro il Covid sono stati poco più di 4 mila 600.
«Se il Covid è ormai una influenza quasi inoffensiva lo si deve all’immunità di gregge e ai vaccini che hanno prodotto e rafforzato immunità – spiega la dottoressa Magnani.
Esorto, per l’ennesima volta, a non snobbare il vaccino, esattamente come raccomando la vaccinazione antinfluenzale per gli over 60, i pazienti fragili con patologie cardiache o malattie come il diabete, ma anche i professionisti della salute e gli operatori sanitari.
In arrivo vaccino antinfluenzale e antiCovid
Il vaccino antiCovid arriverà nelle prossime settimane e sarà somministrato in concomitanza con il vaccino contro l’influenza stagionale.
Se ne occuperanno i medici di base, con la dovuta programmazione, considerato che da ogni flaconcino di medicinale si ricavano sei dosi.
«Il vaccino è noto, sicuro, ampiamente utilizzato con effetti collaterali minimi» conclude la dottoressa Magnani.
È il Comirnaty JN.1 di Pfizer, nelle tre formulazioni a seconda dell’età (over 12, 5-12 anni e 6 mesi-4 anni).
(cinzia timpano)