Alluvione 2000: Ieri, Oggi, Domani, l’evento per ricordare il 25° anniversario
I segni dell'alluvione del 2000
ATTUALITA'
di Danila Chenal  
il 09/10/2025

Alluvione 2000: Ieri, Oggi, Domani, l’evento per ricordare il 25° anniversario

L'appuntamento è in calendario mercoledì 15 ottobre alle 17 nella sala consiliare del Comune di Nus con due tavole rotonde sulla "Gestione delle Emergenze Ieri e Oggi" e sulle "Emergenze collegate ai cambiamenti climatici"

Alluvione 2000: Ieri, Oggi, Domani, l’evento per ricordare il 25° anniversario.

Si intitola “Ieri, Oggi, Domani” l’evento organizzato dalla Cgil – in collaborazione con il Comune di Nus – per commemorare il 25° anniversario della drammatica alluvione che ha colpito la Valle d’Aosta il 15 ottobre 2000.

L’appuntamento è in calendario mercoledì 15 ottobre alle 17 nella sala consiliare del Comune di Nus.

L’evento

Dopo i saluti del sindaco Camillo Rosset e di Roberto Billotti, segretario della Fillea Cgil VdA, si svolgeranno due tavole rotonde: la prima sulla “Gestione delle Emergenze Ieri e Oggi”, la seconda sulle “Emergenze collegate ai cambiamenti climatici”.

Il ricordo

«Ricordare l’alluvione del 2000 – osserva Roberto Billotti – è un dovere civico e morale. In quella tragedia non solo perdemmo vite umane e subimmo danni incalcolabili, ma scoprimmo anche la fragilità del nostro territorio e la forza della nostra comunità nel rialzarsi. I lavoratori dell’edilizia si sono trovati in prima linea nella fase della ricostruzione. Oggi, a distanza di 25 anni, non possiamo limitarci a guardare al passato. Dobbiamo guardare al futuro, in un’ottica di prevenzione e sicurezza del territorio, in modo da evitare che i cambiamenti climatici amplifichino rischi che sono già molto elevati. È fondamentale investire risorse e competenze nella manutenzione idrogeologica e nella sicurezza dei cantieri, per un lavoro che sia dignitoso e che non metta a rischio la vita, la salute e la sicurezza di nessuno».

25 anni fa la grande alluvione

Acqua, fango e detriti. Era una domenica mattina di pioggia il 15 ottobre di 25 anni fa, quando un’imponente alluvione travolse la Valle d’Aosta, gran parte del Piemonte e la Liguria.

I numeri parlano di 50 mila sfollati e di 24 morti.

In Valle d’Aosta il maggior numero di morti, 20.

Persero la vita: Maria Olinda Chappellu, Carlo ed Elis Perron, Maria Gloria Parravano, Anna Peraillon, Alessandro Bortone, Carmine Trapani, Ugo e Gilles Coquillard, Grazia Boasso, Fortunato Cerlogne, Ilva Fiou, Angela Catania, Manuel Catalano, Lino Gard, Ferruccio Morandi, Gianfranco Bosoni, Assan Zitouwi, Ernesto Manservigi e Vilma Favre.

I comuni colpiti

Pioveva ininterrottamente da giorni, ma nella notte tra il 14 e il 15 ottobre del 2000 un violento nubifragio investì il nord-ovest della Penisola. Caddero circa 500 millimetri di pioggia in poche ore.

Alle prime luci dell’alba, i fiumi (come la Dora Baltea, lo Stura e il Tanaro) non riuscirono più a contenere l’acqua, che allagò varie zone abitate, ma anche aree agricole e industriali.

In Valle, i danni furono enormi – 853 miliardi – e il prezzo di sangue elevato.

Diciasette persone persero la vita quella mattina (altre tre morirono mentre erano impegnate nelle operazioni post-alluvione), travolte dalla furia dell’acqua.

Il comune più colpito fu quello di Pollein, dove il fango e i detriti fuoriusciti dal Comboé distrussero intere frazioni, portandosi via anche la vita di sette persone.

Ancora oggi, davanti al municipio del comune allora amministrato da Paolo Gyppaz è presente una scultura che raffigura sette colombe che volano via.

Anche a Fénis fu una tragedia. Qui, le vittime furono sei.

Scene di distruzione anche a Donnas, Brissogne, Nus e Gressoney.

Mentre il fango era ancora in movimento, sui luoghi del disastro arrivarono i primi soccorritori e numerosi residenti furono sfollati.

I soccorsi

Per settimane, con guanti, stivali e pale, numerosi valdostani e volontari da tutta Italia (oltre che l’Esercito e le Forze dell’ordine) lavorarono senza tregua sulle zone del disastro. E gli “alluvionati” seppero rialzarsi, così come i comuni colpiti dall’alluvione.

Non fu un percorso veloce, ma oggi la ferita aperta si è trasformata in una cicatrice che, anche se sul territorio non si vede più, resta nel cuore di chi 19 anni fa ha conosciuto la furia della natura.

Il dopo alluvione

Nel tempo, si sono susseguite varie iniziative volte a rispondere al pericolo legato alle alluvioni. È nato un sistema di allerta regionale, con la definizione degli ambiti a diversa pericolosità, con l’imposizione di vincoli di utilizzo del territorio, con l’attuazione di programmi di prevenzione e, infine, è stato attivata la Centrale unica del soccorso.

Ma, negli anni, sono arrivate anche risposte dalla realizzazione di strutture volte a impedire che ciò che è accaduto possa tornare.

Principalmente, gli interventi hanno riguardato la sistemazione dell’alveo dei torrenti e la realizzazione di briglie filtranti, come quelle costruite sul torrente Comboé a Pollein.

(re.aostanews.it)

 

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